E’ tornato giusto in tempo per andare al voto nel suo Molise, Antonio Di Pietro. Si era infatti concesso un breve relax dalle fatiche agricole e pastorali nelle sue terre per fare una capatina in Brasile, ormai la sua seconda patria.
Si tratta dell’ennesimo viaggio nella nazione carioca, alle prese con il trauma per i 12 anni di galera inflitti all’ex presidente maximo Ignacio Lula da Silva e sconvolto dall’inchiesta Lava Jato, la Mani pulite verdeoro.
Don Tonino considera il super procuratore di Lava Jato, Sergio Moro, un suo ‘allievo’. Proprio per questo spesso e volentieri vola laggiù: scambi di vedute giudiziarie, qualche buon consiglio, un sostegno morale?
“E’ un film che in Italia abbiamo già visto”, il commento allo sbarco.
Forse solo il primo tempo, costruito su grandi speranza in un’Italia diversa, meno ladra e corrotta. Potrà vedere il pubblico carioca anche il secondo tempo fatto di flop, promesse tradite, giustizia calpestata, corrotti e corruttori liberi e belli a zonzo per il Belpaese?
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