BAGNOLI / ECCO IL NUOVO PRG, TRA AMIANTO & CEMENTO

Nuovo piano regolatore varato dal Comune di Napoli per la sempre bollente area di Bagnoli. E’ il via per il futuro atteso da oltre vent’anni dopo colossali sperperi e affari? Oppure una edizione riveduta e corretta di ‘Mani sulla città‘?

Lo strumento appena battezzato si chiama Praru, un “piano di rigenerazione urbana” che modifica in modo sostanziale quanto era stato stabilito dal precedente prg firmato da Vezio De Lucia, a metà anni ’90 assessore all’urbanistica di palazzo San Giacomo.

Tutta l’operazione va ad innestarsi su un contesto tribolatissimo sotto vari profili, a partire da quello giudiziario. Molte aree, infatti, sono sotto sequestro, deciso dalla procura di Napoli per le bonifiche taroccate – e mangiamilioni, almeno 200 – effettuate per finta dall’ex partecipata del Comune di Napoli BagoliFutura, i cui vertici sono chiamati a risarcire gli enormi danni prodotti sia per la totale inerzia (nel frattempo il tasso d’inquinamento è addirittura aumentato) che per gli affari (soprattutto a botte di consulenze per le pletore di amici e ‘clienti’) lucrati con danari pubblici.

Cè poi il nodo del commissario straordinario, Salvatore Nastasi, nominato dall’ex premier Matteo Renzi e ancora avvitato alla sua poltrona: verrà liquidato dal nuovo governo, anche per ripristinare un regime ‘ordinario’ e non sempre emergenziale?

Massimo Caputi

Ancora. Un ruolo clou viene oggi giocato e sarà sempre più giocato da Invitalia, il carrozzone pubblico (l’ex Sviluppo Italia guidata per anni dal pomiciniano Massimo Caputi) che ora gestisce tutte le aree e la massa di interventi programmati. La società pubblica guidata da Domenico Arcuri (fu voluto su quella poltrona addirittura da Pierluigi Bersani) dovrà tra l’altro condurre l’operazione-bonifica, si spera quella ‘vera’. A inizio aprile è stata approvata la gara per la rimozione dell’amianto killer, che dovrebbe terminare, se tutto va bene, a fine 2019. Seguirà poi il resto della bonifica, che non potrà partire se le aree non verranno dissequestrate. Nel migliore dei casi, il tutto verrà concluso entro il 2022.

Un percorso ad ostacoli, uno zig zag tra aule giudiziarie, bandi di gara, aggiudicazioni e quindi svolgimento dei lavori. Invitalia assicura che su tutto vigilerà l’Anac di Raffaele Cantone.

Poi c’è la ‘polpa’, i nuovi lavori previsti dal ‘Praru‘, molte colate di cemento e non solo. Vediamo più in dettaglio.

A cominciare dal nuovo porto. Che nascerà su una ventina di ettari e – sulla carta – è destinato ad ospitare imbarcazioni di medie dimensioni, per un totale di circa 900 attracchi.

All’interno del grande Parco urbano da 120 ettari, poi, è prevista la realizzazione di una piscina olimpionica. Ci saranno anche un Parco dello sport e un centro dedicato alla vela e alle discipline acquatiche.

Quindi la spiaggia pubblica da due chilometri, con una cinquantina di esercizi commerciali a servizio della balneazione.

Eccoci al cemento vero e proprio. A partire da 500 alloggi che dovrebbero ospitare abitanti del borgo di Coroglio: vengono definiti a palazzo San Giacomo di “edilizia sostitutiva”. Per continuare con i Poli di ricerca: oltre 200 uffici e anche sedi universitarie, nonchè la localizzazione della Stazione Marittima Anton Dohrn, oggi ubicata nella Villa Comunale di Napoli.

Non è certo finita, perchè si passa alle strutture ricettive. In particolare due alberghi, un 4 e un 5 stelle per un totale di ben 700 camere. Quindi un ostello per la gioventù (quello odierno, ormai fatiscente, si trova alle spalle della vecchia stazione ferroviaria di Mergellina) da 300 stanze.

Ancora. 25 ristoranti di dimensioni medio-grandi, 10 megastore e 150 negozi di medie dimensioni.

Insomma, per tutti i gusti. E per tutte le specialità mattonare.

Basterà una sbirciatina dell’Anac per garantire trasparenza e legalità di appalti & procedure?


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