Un vero manuale anti bufale, un volume che tutti i genitori e le famiglie dovrebbero leggere per districarsi nella giungla dei vaccini, un libro da far adottare in tutte le scuole, da imporre ai politici di ogni colore, in particolare alla ministra (per fortuna ex) della Salute Beatrice Lorenzin, un must per il Mago di ricette & provette Stefano Burioni, che su questo fronte considera tutti “Somari”, anche il Nobel Luc Montagnier, protagonista, lo scorso 2 marzo in occasione dei 50 anni dell’Ordine Nazionale dei Biologi, di un pesantissimo j’accuse sull’uso obbligatorio di massa dei vaccini. Come neanche ai tempi della Gestapo.
Autore del fresco di stampa è il virologo napoletano Giulio Tarro, già candidato al Nobel per la Medicina, allievo di Albert Sabin e presidente della Commissione sulle biotecnologie della virosfera all’Unesco. “10 cose da sapere sui vaccini”, il titolo dell’e book appena in rete per i tipi di Newton Compton.
Un libro scientificamente super attrezzato, corredato da una imponente bibliografia, arricchito da documenti, cifre, statistiche e dichiarazioni dei più accreditati scienziati a livello internazionale e soprattutto con un pregio che lo caratterizza: l’estrema chiarezza, la lucidità nell’analisi, la capacità di trasmettere con semplicità ed efficacia notizie e fatti di per sé complessi, e qui affrontati con la pacatezza della ragione, lontana mille miglia dall’arroganza di tanti tromboni che popolano accademie e salotti parascientifici, ben protetti e foraggiati dai ricchi rubinetti di Big Pharma.
Ci sembra oltre che un diritto all’informazione, anche un dovere civile riportare alcuni passaggi salienti del volume, trattandosi, appunto, di una materia estremamente delicata, che coinvolge la vita di tutti e soprattutto di tanti bimbi, spesso neonati, che i Vati al soldo dell’industria farmaceutica e la scodinzolante politica di casa nostra (in testa il Pd di Matteo Renzi) costringono a raffiche di vaccinazioni. Come mandrie al macello.
Partiamo proprio da questo punto bollente, e dolente, l’obbligo vaccinale introdotto da lady Lorenzin & C. e del tutto inesistente nella maggior parte dei paesi europei.
UN OBBLIGO VACCINALE CAMPATO PER ARIA
La “soglia di sicurezza è un concetto basato su contestati algoritmi, ma in nome del quale è stato giustificato lo strumento del decreto per imporre una campagna vaccinale di cui nessuno – tranne gli addetti ai lavori – sentiva il bisogno”. E ancora: “Considerato che non era imminente alcuna epidemia, ci sarebbe da domandarsi il perchè di un provvedimento di urgenza, come il ‘decreto Lorenzin’, invece di un disegno di legge che avrebbe garantito una discussione più pacata e certamente più produttiva”.
E poi, nel capitolo “Una sbalorditiva campagna vaccinale”, prosegue Tarro: “le innumerevoli polemiche sorte a seguito della malaccorta campagna vaccinale hanno dato vigore a mantra salmodiati in Tv quali ‘La scienza non è democratica‘ o ‘Due più due fa sempre quattro anche se il mondo votasse che fa cinque’ che avrebbero dovuto rintuzzare le obiezioni di chiunque pone qualche osservazione critica su alcune vaccinazioni”. Ovvio il riferimento al Mago dei vaccini Burioni e alle vergognose pagine e pagine disinformative dei grandi media – sic – a cominicare da Repubblica.
Ma eccoci al merito del problema, ossia perchè la vaccinazione obbligatoria non solo è profondamente sbagliata ma soprattutto pericolosa per eserciti di bimbi.
“I vaccini sono farmaci veri e propri ed è quindi ovvio che possano causare reazioni avverse”. “Se usati in modo generalizzato possono essere utili in alcuni soggetti, inutili in altri e dannosi in altri ancora”.
Quindi: “l’efficacia delle vaccinazioni non è così sicura e generalizzata come alcuni sostengono. La mortalità da molte malattie era calata nel Paesi industrializzati ben prima dell’introduzione delle vaccinazioni”, perchè “i fattori di igiene e di nutrizione hanno un ruolo determinante”.
Circa le forti perplessità verso le vaccinazioni di massa vengono citati i pareri di non pochi scienziati. Ad esempio quello del professor Eric Hurwitz della prestigiosa Ucla School of Public Health, secondo cui “la vaccinazione è un salto nel buio” e “la mancanza di fiducia nella loro sicurezza non si può definire un equivoco ma una paura scientificamente giustificabile”.
LE NON IMPREVEDIBILI REAZIONI AVVERSE
Eccoci al nodo delle ‘reazioni avverse‘. Sottolinea il più noto allievo di Sabin: “da un punto di vista immunologico si sa che la reazione che la vaccinazione innesca, sia a livello del sistema immunitario sia a livello di altri sistemi, generalmente ha una durata nel tempo molto lunga e in alcuni casi può addirittura durare per tutta la vita. Ebbene, altrettanto lunga può essere la durata delle reazioni avverse”.
E ancora: “Si dice che le vaccinazioni sono sicure, ma spesso si tralascia di considerare l’altro lato della questione: la vaccinazione può innescare reazioni immunopatologiche anche a distanza di tempo, proprio perchè stimola il sistema immunitario per un lungo periodo sia per la via non fisiologica di somministrazione, sia per l’aggiunta di adiuvanti (in particolare l’alluminio, come viene ampiamente documentato, ndr). Ciò si può tradurre in patologie nuove oppure in scatenamento o peggioramento di patologie immunomediate che erano latenti nel momento della vaccinazione”.
Non è certo finita: “la letteratura scientifica attuale conferma l’evidenza clinica che quanto maggiore è il numero dei vaccini somministrati contemporaneamente e quanto più piccolo, immaturo e/o nato prematuramente il bambino, tanto maggiori sono i rischi di reazioni avverse: ospedalizzazioni per gravi patologie o addirittura morte”.
Drammatiche le cifre riportate nello studio di due scienziati statunitensi, Gary Goldman e Nail Miller, basato su dati VAERS (Vaccine Adverse Events Reporting System). Nella maggior parte dei casi le reazioni avverse registrate sono “lievi effetti indesiderati” (come febbre e reazioni locali), ma nel 13 per cento dei casi si tratta di “reazioni gravi”, come pericolo di vita, ospedalizzazione, invalidità permanente o morte. Ma – viene precisato – i dati sono abbonantemente sottostimati, perchè lo stesso Vaers “è un sistema di farmacovigilanza passivo, intrinsecamente soggetto a sotto-segnalazione”: secondo alcune rilevazioni, “una sottostima pari a 50 volte di eventi avversi”. Tragico il bilancio stilato da David Kessler, ex commissario della Food and Drug Administration, che sovrintende al sistema Vaers: “vengono segnalati solo circa l’1 per cento degli eventi avversi gravi”. Cifre e percentuali che fanno venire i brividi.
Commenta Tarro: “si può ritenere che i vaccini, analogamente agli inquinanti ambientali e alle sostanze chimiche in generale (xenobiotici) svolgano un effetto disorganizzante il sistema immunitario e quindi squilibrante / scatenante le patologie latenti che ogni organismo ha. Ciò è particolarmente facile in quei soggetti più deboli o geneticamente predisposti in cui la vaccinazione può scatenare, tanto più facilmente quanto più il bambino è immaturo, la patologia sottostante e, in casi veramente eccezionali, anche la morte”.
SOS VACCINAZIONI MULTIPLE
Clamoroso il caso dei militari deceduti a causa di “vaccinazioni multiple”, come documentato nel ‘progetto Signum‘, condotto su quasi mille soldati impegnati nell’operazione ‘Babilonia‘ in Iraq, che ha portato a concludere: “le vaccinazoni, e in particolare le modalità di somministrazione scorrette, sono tra i fattori di rischio per la salute dei militari”.
A questo punto si domanda e domanda Tarro: “se in giovani adulti (i militari) è stato accertato da una Commissione parlamentare che i vaccini, specie quelli somministrati in numero maggiore di cinque, hanno causato gravi danni immunitari e oncologici agendo come concause o fattori scatenanti in un organismo già immunocompromesso a causa di altri agenti stressanti, non è forse legittimo sospettare che i medesimi vaccini possano a maggior ragione fungere da fattori scatenanti anche in neonati o comunque in individui con un sistema immunitario immaturo o immunocompromesso?”.
E’ molto frequente il caso, osservato nella esperienza clinica, di bambini non vaccinati ma più sani di quelli vaccinati: meno soggetti a patologie infettive, intestinali oppure neurologiche, per fare solo alcuni esempi. I motivi possono essere molteplici e il virologo partenopeo li rammenta: “le vaccinazioni non sono state personalizzate ma vengono effettuate anche a bambini che non le necessitavano e che vengono danneggiati da queste; le vaccinazioni disorganizzano il sistema immunitario in bambini predisposti; le vaccinazoni vengono somministrate a bambini immaturi; le vaccinazioni sono numericamente troppe”.
Il pericolo per il futuro: “Non si sa ancora quali saranno le conseguenze a lungo termine sulla popolazione delle vaccinazioni quando vengono effettuate in modo massivo. Alcuni si pongono questa domanda: come mai negli ultimi decenni sono in continuo e preoccupante aumento molte malattie pediatriche?”.
Ancora: “Come possiamo accettare con leggerezza le vaccinazioni di massa non personalizzate in neonati immunologicamente immaturi dei quali non conosciamo nulla e ai quali inoculiamo una miscela di farmaci biologici e chimici i cui effetti a lungo termine sono del tutto sconosciuti e il cui rapporto rischi / benefici è ancora meno noto?”.
E BIG PHARMA CONTA LE SUE MONTAGNE DI EURO & DOLLARI
Chi ha solo una montagna di benefici senza correre alcun rischio è l’industria farmaceutica, che può contare dollari ed euro sul pallottoliere e tuffarsi come nella piscina di Paperone. Mentre i media strombazzano che lo fanno per puro spirito di servizio, autentico slancio umanitario e missionario perchè con i vaccini si guadagna poco e niente.
Un’altra fake news, una vera bufala che pascola nei prati dell’ignoranza, della malainformazione e soprattutto della malafede. I dati che Tarro riporta nel suo libro sono chiari e incontrovertibili: quello dei vaccini è un gigantesco, sterminato business.
“E’ vero che nel fatturato farmaceutico globale i vaccini occupano un posto limitato (2-3 per cento), ma stanno godendo di un inaspettato esponenziale sviluppo economico. Estremamente interessante e chiarificatore è un documento pubblicato da Miloud Kaddar, senior adviser e health economist dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ci riporta il fatturato e alcuni suggerimenti su come sviluppare il mercato delle vaccinazioni, confermando che la vendita dei vaccini è diventata per l’industria una miniera d’oro che deve essere curata e preservata per mezzo di politiche sanitarie che nei vari Paesi sostengano, promuovano e incentivino le vaccinazioni: triplicazione del fatturato da 5 miliardi di dollari nel 2000 a quasi 24 miliardi nel 2013; le vendite di vaccini nei Paesi sviluppati hanno un incremento del 10-15 per cento all’anno contro una crescita del 5-7 per cento di altri farmaci; mentre solo il 15 per cento della popolazione appartiene ai Paesi industrializzati, l’82 per cento della vendita dei vaccini è effettuata in questi; obiettivo per i prossimi anni: raggiungere i 100 miliardi di dollari entro il 2025 grazie ai 120 nuovi prodotti che sono stati programmati e di cui 60 vengono dichiarati rilevanti per i Paesi in via di sviluppo. Kaddar sostiene che ‘i vaccini stanno diventando il motore dell’industria farmaceutica’”.
Continua la disamina ‘economica’ del business vaccini: “In questo suo documento Kaddar afferma la necessità di far spendere ai governi dei Paesi in via di sviluppo miliardi di dollari in vaccini, quando una delle priorità per quelle aree del mondo è investire in qualcosa che per la salute è ben più vitale, come alimentazione adeguata, istruzione, migliori condizioni igienico-sanitarie negli ambienti di vita e di lavoro, accesso a strutture ospedaliere efficienti, disponibilità di acqua potabile, senza i quali i vaccini nulla possono per migliorare le aspettative di vita. Comunque – aggiunge lo scienziato partenopeo – anche nei Paesi industrializzati ci chiediamo quante risorse utilmente incanalabili verso un miglioramento delle prestazioni del sistema sanitario vengano disperse grazie alla esponenziale politica di espansione economica dei manager dei vaccini”. Parole che pesano come macigni.
Nel corso del suo intervento all’Ordine Nazionale dei Biologi, Luc Montagnier ha sottolineato la basilarità del concetto – oltre che di Prevenzione – anche e soprattutto di Precauzione. A questo proposito Tarro rammenta le parole dell’oncologo Lorenzo Tomatis dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro: “Adottare il principio di precauzione e quello di responsabilità significa accettare il dovere di informare e impedire l’occultamento di informazioni su possibili rischi per la salute ed evitare che si continui a considerare l’intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali saggiare tutto quanto è capace di inventare il progresso tecnologico”.
Parole che dovrebbero entrare nella zucca di tanti, troppi giornalisti al servizio di Big Pharma e di tanti, troppi scienziati alla Burioni.
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8 pensieri riguardo “VACCINI / IL MANUALE ANTI FAKE NEWS FIRMATO DAL VIROLOGO GIULIO TARRO”
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Articolo molto interessante.
Per chi ha figli
disabili con autismo grave, handicap, problematiche di disbiosi grave e immunocompromissione, la L.119/17 ed i vaccini obbligatori sono una vergogna.
Dottoressa Bettina Stella
ennesimo articolo antiscientifico, al quale possono credere sono seguaci di omeopatia, libertari e altri con scarse o nulle conoscenze mediche
Sparare stupidaggini sembra sia diventato lo sport più diffuso, anche da parte di sedicenti luminari: se era allievo di Sabin,che ha scoperto il vaccino antipolio,non ne ha capito la lezione,altroché pluricandidato al Nobel!
Avete bevuto due bicchieri di più, o è un colpo di sole? (red.)