MAFIE / LE ULTIME SCOPERTE SULLE INFILTRAZIONI

Da anni, si sa, tra mafie e (certa) politica è stato siglato un patto, dopo non poche ‘trattative’. Non sparano più, le mafie, ma riciclano. Ed eleggono i loro uomini nelle istituzioni. E’ di trent’anni fa la notizia di consigli comunali, in alcuni paesi della Campania, che si tenevano a casa del boss di turno.

Ma ecco che oggi, dal vertice della Direzione Nazionale Antimafia, arriva la notizia bomba. “Le mafie sono cambiate, ci sono quelle che si infiltrano nella politica, che formano una loro rappresentanza politica”. A suonare il campanello d’allarme il numero uno, Federico Cafiero de Raho, nel corso di una giornata in memoria delle vittime innocenti di tutte le mafie che è svolta al Maschio Angioino di Napoli.

Prosegue l’analisi: “le mafie che operano nel nostro territorio non sono sempre quelle che incontriamo nelle strade, quelle che sparano”. Ohibò.

Poi precisa: ci sono le mafie “che si infiltrano nella politica, nell’economia, che non utilizzano le intimidazioni ma che attirano l’imprenditore consentendogli di evadere i tributi, di avere la manodopera a costi più bassi, di adempiere solo apparentemente ai propri doveri”.

Quindi chiarisce, a proposito della genesi della criminalità: “non nasce esclusivamente dalla mancanza di lavoro; esiste una criminalità che vive anche se c’è lavoro: questa criminalità continua a muoversi con la stessa violenza, intimidazione e capacità di inquinamento”.

Adesso è tutto chiaro.

 

Nella foto Federico Cafiero de Raho


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