Per chi tifa Urbano Cairo nella singolar tenzone che si sta muovendo nel dietro le quinte del suo Corriere della Sera, tra gli sponsor dell’Opus Dei e i simpatizzanti del pensiero massonico? Si rincorre, tra gli addetti ai lavori, l’interrogativo da novanta, sia per via di alcuni interventi e articoli usciti nell’ultimo periodo, che per le posizioni ‘ideologiche’ di due firme eccellenti, e storiche, del quotidiano di via Solferino, ossia Ferruccio De Bortoli e Paolo Mieli.
Partiamo dalle news. Ha suscitato non pochi ‘perchè’ un pezzo di fine gennaio, firmato da Paolo Conti, sul Campus Bio-Medico che si sta sviluppando rigoglioso all’Università di Roma. C’è chi commenta in redazione: “Forse il direttore e i suoi non si sono accorti che si tratta di un vero e proprio endorsement verso l’Opus Dei, sembrava quasi una pubblicità per i toni trionfalistici utilizzati e per la genuflessione del primo quotidiano italiano di fronte al potente movimento fondato da Escrivà de Balaguer”.
LA FANFARA PER IL CAMPUS BIOMEDICO DI ROMA
Ma scorriamo rapidamente l’articolo della discordia, grazie al quale vengono celebrate le imprese di un forzista della prima ora in Campania, Raffaele Calabrò, potente camice bianco, pluriparlamentare berlusconiano, storico animatore dell’Opus Dei a Napoli e fresco rettore – da giugno 2017 – del Campus Bio-Medico a Trigoria.
Ecco il Calabrò-Pensiero: “Per noi era e sarà sempre necessario formare ‘persone’, coniugando gli aspetti professionali con quelli umani. Dunque, una antropologia etica: come crescere e come lavorare nel futuro”. Un missione che più ambiziosa non si può, come storicamente accade per tutte le ‘mission’ griffate Opus.
Excusatio non petita, commenta il Corsera: “Calabrò precisa che ‘sarebbe sbagliato parlare di un ateneo dell’Opus Dei, non c’è alcun vincolo formale o giuridico visto che la proprietà è del Campus Bio-Medico spa, espressione di una imprenditoria privata. Ma lo spirito di servizio, impossibile negarlo, arriva da lì: senza quella forte istanza molti professionisti, io compreso, non sarebbero qui’”. Puro spirito di servizio, da autentici missionari.
Le trombe del Corsera continuano a suonare in tutto il resto dell’articolo, un vero inno alla prestigiosa e ricca creatura messa in piedi da privati ma – come esplicitamente riconosciuto da Calabrò – di inconfondibile ispirazione Opus Dei.
Roboanti cifre a parte sugli investimenti, il numero degli studenti, i pazienti curati, è il fattore umano che i promotori tendono a sottolineare. Continua Calabrò: “il terzo polo sarà la nuova facoltà di Scienze dell’uomo e dell’ambiente. Dunque attenzione rinnovata alla persona nel suo insieme, dalla nutrizione alla coltivazione agricola, dall’ambiente all’invecchiamento. Ecco perchè parliamo di antropologia etica”. Urrà.
UNA CORAZZATA CHIAMATA SORELLA NATURA
Un paio di mesi fa (potete leggere l’inchiesta cliccando sul link in basso) la Voce ha scritto a proposito di una Fondazione in vita da un quarto di secolo (nasce nel 1991) e progressivamente sempre più forte, anche se la sua story è sempre coperta dal più stretto riserbo, un po’ come – a livello internazionale – accade nel caso dei Bilderberg.
Si tratta di “Sorella Natura”, una delle costole strategiche dell’Opus Dei, capace di raggruppare il gotha della finanza (uno dei fondatori è stato l’ex numero uno di Bankitalia Antonio Fazio), della nomenklatura pubblica e privata, della magistratura e delle forze dell’ordine. Ma anche del giornalismo. Tra i vip nel mondo dei media figura Ferruccio De Bortoli, la cui presenza come Socio Benemerito ai vertici di Sorella Natura veniva già segnalata dalla Voce in un’inchiesta di una dozzina d’anni fa, aprile 2005.
Un paio d’anni fa De Bortoli, per il suo Corsera, firmò un editoriale al vetriolo contro il premier Matteo Renzi (oggi difeso a oltranza dalle truppe della concorrente Repubblica diretta da Mario Calabresi) e quel forte odore di massoneria che girava intorno al suo Giglio magico. Un pezzo che fece scalpore. Come ha fatto scalpore, mesi fa, l’intervista all’ex vertice di Unicredit, Federico Ghizzoni, a proposito degli interventi di Maria Elena Boschi e del suo candido giglio nell’affaire Banca Etruria.
Nella compagine di Sorella Natura è presente, come Socio Benemerito, lo stesso direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.
LA LECTIO MAGISTRLIS ALLA GRAN LOGGIA
Passiamo all’altro big di via Solferino, il giornalista e storico (ed anche storico direttore del Corsera, proprio come De Bortoli) Paolo Mieli. Il quale in vista dei botti di Capodanno, il 27 dicembre, ha firmato l’apertura della Cultura del primo quotidiano nazionale, col titolo “Lo spettro massonico”.
Un articolone da due pagine per illustrare tutti i pregiudizi ‘storici’ e poco fondati sulla massoneria, della quale vengono invece descritti i tanti meriti, dai tempi più remoti ad oggi, passando per il Risorgimento e la Rivoluzione francese; e anche le molteplici minacce contro carbonari prima e massoni poi, la messa al bando da parte della Chiesa (fino alla pena di morte), i più vari ostracismi e tanto per gradire, adesso, le accuse di infiltrazione mafiosa. Di tutto e di più.
Gli stessi concetti che, a fine novembre 2017, Mieli ha dispiegato davanti ad un attentissimo uditorio radunato per una lectio magistralis che si è tenuta al Teatro Piccolo Eliseo di Roma.
Ad organizzare l’evento la Gran Loggia d’Italia di Palazzo Vitelleschi, ossia la seconda obbedienza, non solo per prestigio ma anche per numero di iscritti, della massoneria di casa nostra, ovviamente dopo il Grande Oriente d’Italia, GOI per i fans.
Tra cappucci e grembiulini in estasi, Mieli ha rammentato la vera guerra di resistenza messa in campo dai confratelli durante la lotta al fascismo: “Il sacrificio della Massoneria durante il fascismo non è stato minore di altre associazioni politiche, con l’aggravante che la Massoneria non era una associazione politica”. Così il Verbo del Maestro Mieli.
Ancora, dall’intervento all’Eliseo: “Sulla massoneria c’è stata una demonizzazione che non può non essere osservata dagli storici. Uno dei motivi per i quali una corretta storia della massoneria non è stata ancora scritta è perchè finora nella cultura delle persone che non ne fanno parte c’è un senso di colpa per la scarsa sensibilità rispetto alle ingiuste persecuzioni subite in questi 300 anni”. Boh.
Mesi prima, a febbraio, la stessa Gran Loggia d’Italia esternava il suo profondo rammarico per gli attacchi subiti da tutti i confratelli massoni, finiti anche nel mirino della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi.
Ecco un passaggio del comunicato partito da palazzo Vitelleschi il 13 febbraio 2017: “Il tono con cui alcuna stampa lega ‘genericamente’ il nome della Massoneria a vicende giudiziarie e a personaggi di dubbia reputazione per poter poi titolare ‘Aboliamo la Massoneria’, ricordano gli interventi che con Mussolini avrebbero poi portato all’approvazione della legge che limitava la libertà di associazione in genere e della Massoneria in particolare”.
E poi: “Allora, come ora, c’era bisogno di individuare un nemico oscuro, da dare in pasto al pubblico per distogliere lo sguardo dai problemi gravi e reali del paese”.
Ben lontani, comunque, i tempi in cui la P2 governava a via Solferino e Licio Gelli poteva scegliere direttori e capiredattore.
Ora son rose, siamo alle prese solo con massoni e opusdeisti…
LINK
SORELLA NATURA / ECCO I NOMI DEI POVERELLI MILIONARI ARRUOLATI DALL’OPUS DEI
3 dicembre 2017
A TEATRO CON LA GRAN LOGGIA / LA GUEST STAR E’ PAOLO MIELI
10 dicembre 2017
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Un commento su “OPUS DEI & MASSONERA / CHI STA METTENDO LE MANI SUL CORRIERE DELLA SERA ?”