La Campania in un boccone. Dopo il caso della Reggia di Caserta fittata a 30 mila euro per un matrimonio e le arrampicate di un ‘coreografo’ in groppa ad un leone marmoreo per sistemare gli addobbi floreali, eccoci alla mega area destinata a relax & ristorazione a 5 stelle nell’oasi di Capodimonte, a Napoli.
Non solo più il Museo come attrattore turistico, ma adesso anche un maxi progetto ideato e coordinato da Invitalia, il carrozzone di Stato che anni fa batteva bandiera Svilupppo Italia, alle prese con finanziamenti facili per le imprese di amici & amici degli amici. Venne tenuta a battesimo da Massimo Caputi, uno dei fedelissimi di ‘O Ministro Paolo Cirino Pomicino.
Da qualche anno il timone è passato a Domenico Arcuri, a suo tempo designato dal Pd, primo sponsor Pierluigi Bersani.
Invitalia è oggi impegnata – vedremo come – nei progetti per la rinascita di Bagnoli, promessa da vent’anni e fino ad oggi fallita sotto un mare di debiti: il processo per i vertici della partecipata del Comune di Napoli BagoliFutura è alle sue battute conclusive al tribunale partenopeo.
Ma torniamo a Capodimonte, per il cui rilancio Invitalia ha elaborato un Piano di sviluppo del Museo e del Real Bosco, nell’ambito di un progetto di più ampio respiro, denominato Mumex e dedicato ai Poli Museali d’eccellenza del Mezzogiorno.
Realizzato in collaborazione con la direzione generale di Capodimonte – oggi affidata a Sylvain Bellenger – e presentato al ministero dei Beni culturali guidato da Dario Franceschini, il progetto – dettagliano gli addetti ai lavori – “punta a trasformare il complesso costituito dalla Reggia con le sue collezioni, dal Bosco e dalle Fabbriche di ceramica, in un sistema di offerta culturale integrato, che comprende arte, storia, architettura, natura, spettacoli, performance artistiche ma anche ristoro e svago”.
In tale ottica rientra il complesso del “Giardino Torre”, che verrà dato in concessione per 20 anni al vincitore di un bando pubblico indetto da Invitalia.
Osserva Bellenger: “la riforma Franceschini ha unito sotto un’unica direzione la gestione del museo e del bosco, operando una vera e propria rivoluzione e creando un’opportunità unica in Europa. Questo bando è solo il primo step del masterplan, frutto di due anni di lavoro tra il Museo e Invitalia che trasformerà il Bosco di Capodimonte in un grande campus culturale”. E ricreativo.
Così dettagliano gli atti ministeriali. “Il bando prevede la concessione del ‘Compendio Giardino Torre’ per favorirne la valorizzazione attraverso attività connesse alla ristorazione, all’utilizzo del frutteto e dell’orto storico, alla commercializzazione di prodotti selezionati, ad attività didattico-ricreative, con particolare riferimento alle attività di educazione alimentare, agronomica, botanica e culinaria, il tutto nel rispetto della natura dei manufatti storici”.
Perchè non immaginare una joint venture tra Oscar Farinetti, il vulcanico patròn di Eataly e fresco promotore del Fico a Bologna, con il superchef Antonino Cannavacciuolo, al secolo ‘O Mare?
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