Duro j’accuse dei familiari delle vittime di stragi – regolarmente di Stato – perchè vengano finalmente aperti gli archivi segreti, come solo millantato dal governo Renzi, per cercare di arrivare a sentenze di giustizia dopo decenni e decenni da quelle stragi. Da quei buchi neri che hanno macchiato in modo indelebile la storia del nostro Paese.
Nel 2014, infatti, la cosiddetta ‘direttiva Renzi‘ stabiliva la desecretazione di quei sepolcri, l’apertura degli archivi, in nome della trasparenza. Una vera finzione, un ulteriore sfregio per la memoria di tanti cittadini morti e ancora una volta oltraggiati.
Perchè tutte le autorità interessate, a partire dai ministeri di casa nostra fino all’Aeronautica e la Marina, hanno fatto finta di adeguarsi alla leggina: inviando montagne di carta straccia, documenti già noti e arcinoti, continuando a depistare e coprire su quanto poteva essere ancora utile per le indagini. Mentre i documenti-base sono spariti, volatilizzati. La magistratura, dal canto suo, ha fatto il resto: dormendo, nel migliore dei casi.
Per non parlare della collaborazione degli stati esteri. Come ad esempio la Francia, che se ne è ampiamente fregata di collaborare con l’Italia per far chiarezza sul caso Ustica. Come mai, soprattutto dopo l’uscita di un documentario choc di Canal Plus che ha tirato pesantemente in ballo la presenza di una portaerei transalpina in quelle acque del Mediterraneo – la Clemanceau o la Foche – nessuna risposta è mai arrivata dall’Eliseo?
Osserva Daria Bonfietti, storico portabandiera del comitato delle vittime di Ustica: “La magistratura ha riaperto le indagini e noi abbiamo grande fiducia”. Beata lei.
E prosegue: “Ora tocca alla politica. Bisogna pretendere delle risposte da chi si ostina a tacere, i rapporti internazionali si basano su principi, certezze di valori”. Beata ancora lei che crede all’asino volante.
La rete delle associazioni di vittime delle stragi, comunque, ha elaborato un documento in dieci punti indirizzato al governo che verrà, tale da rendere efficace quella direttiva Renzi rimasta del tutto inapplicata: costituire un osservatorio, delegare referenti nei vari ministeri, aprire gli archivi periferici, digitalizzare gli atti, rendere palesi i documenti sulle strutture segrete ed eversive.
C’è chi nota: “vediamo cosa farà il nuovo governo. Ma si tratta in buona parte di cose vecchie. La digitalizzazione, ad esempio, era espressamente prevista ma non è stata mai attuata, in due anni; di osservatori ne esistono già e poi l’invio di qualche piccione nella tana dei lupi mi sembra proprio una favoletta. Staremo a vedere se farà mai primavera”.
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