Vivisezione, è sempre polemica tra il partito dei fautori della sperimentazione sugli animali e il partito di coloro che ne sottolineano non solo la crudeltà ma anche l’inutilità scientifica. Portabandiera storica del primo schieramento la senatrice a vita Elena Cattaneo, laureata in farmacia, secondo cui la medicina fallisce se non può ricorrere alla vivisezione.
Sull’altro fronte della barricata, per fare un solo esempio, Bruno Fedi, medico chirurgo, già docente alla Sapienza, cofondatore del Movimento Antispecista, il quale sostiene la totale inutilità scientifica della sperimentazione animale, visto che i risultati così ottenuti non sono in alcun modo trasferibili a livello umano e quindi non possono servire per testare cure e farmaci.
Un fresco incontro-dibattito che si è svolto nella sala Spadolini della biblioteca del Senato, promosso dalla LAV, la Lega Antivivisezione, ha messo a nudo tali fratture.
Sul fronte del NO alla sperimentazione sugli animali si è schierato lo scienziato Jarrod Baily, di Filadelfia, che ha evidenziato il totale fallimento delle ricerche su animali nel settore delle cure anti Aids e su tutto il versante delle malattie degenerative neurologiche. Nel suo intervento, in particolare, ha teso a sottolineare la diversità genetica tra uomo e altri animali. E di conseguenza la non trasferibilità dei risultati raggiunti sugli animali in ambito umano.
In videoconferenza è intervenuto un altro scienziato storicamente schierato sul fronte del No, Thomas Hartung, convinto che ben presto tutta la comunità scientifica si dovrà accorgere, finalmente, della inutilità della sperimentazione animale, anche per motivi economici. Nel suo intervento Hartung ha illustrato l’importanza della chimica, dei Big Data nella ricerca biomedica e ha raccontato i suoi successi personali: ha ottenuto dei mini encefali umani partendo da cellule umane adulte, fatte sdifferenziare e riprogrammate come neuroni.
L’intervento di Luisella Battaglia è stato declinato soprattutto sul versante filosofico. Ha posto l’accento sull’odierna assoluta mancanza di diritti umani sugli animali e la totale inadempienza, in tale campo, da parte dello stato italiano.
Sul fronte del SI alla sperimentazione l’intervento di Anna Pice dell’Eurl Ecvam. La sua tesi è per la spiccata somiglianza dei grandi primati con l’uomo per quanto riguarda le funzioni cognitive superiori. Si è dichiarata quindi favorevole a modelli animali, integrati da altri, non animali. C’è chi invece fa notare come i primati, oggi, siano considerati possibili soggetti di esperimenti proprio perchè non forniti delle funzioni superiori che invece l’uomo possiede…
Una docente dell’Università La Sapienza di Roma, Maria Vittoria Ferroni, tendenzialmente pro sperimentazione animale, dal canto suo ha illustrato la raccomandazione europea del 2010 in relazione al benessere animale. Ha poi sostenuto che non le risultano, nel nostro Paese, esperimenti di alcun tipo sui primati; ed ha infine sottolineato che ci deve essere, comunque, una valutazione dei progetti prima e dopo gli esperimenti.
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