Corriere della Sera e Repubblica uniti nella lotta. A favore dei nababbi. Come Gianfelice Rocca, a bordo delle corazzate Techint e Tenaris, e cuor di zucchero col suo impero sanitario targato Humanitas.
Non bastava la paginata del quotidiano milanese uscita qualche giorno fa, ora arriva – nella sua fresca veste grafica – il quotidiano diretto da Mario Calabresi, volato in occasione della prima a Madrid per intervistare il premier Mariano Rayoj.
Nella imperdibile intervista firmata da Alessia Gallione, l’ex presidente di Assolombarda e numero due di Confindustria ha modo di manifestare il suo disappunto per la perdita della chance di EMA a Milano. Ma trova soprattutto il modo di bussare di nuovo alle casse pubbliche, come aveva già fatto via Corsera, e chiedere nuove procedure per la Milano del futuro.
Sempre più da bere, come un tempo insegnava Bettino Craxi. Del resto alla scuola in odore di garofano griffata Techint si formò trent’anni fa uno dei big del parastato, l’ex presidente di Enel ed Eni Paolo Scaroni, cugino della Psi Margherita Boniver.
Un destino in comune, quello che ha legato e lega Rocca e Scaroni: perchè sono entrambi oggi sotto inchiesta per corruzione internazionale sia alla procura di Milano che in quella brasiliana per le maxi mazzette relative all’affare Petrobras.
Ma torniamo all’intervista a cuore aperto rilasciata alla nuova, genuflessa Repubblica.
Ecco il Verbo di Maestro Rocca, che ferma il suo Pensiero soprattutto sulle Scienze della Vita: un suo doc.
“In questo ambito Milano ha raggiunto il massimo del suo potenziale, ma non può continuare a volare combattendo contro la forza gravitazionale del Paese”. Cuor da novello Newton, il suo.
“Questa è una smart city che ha una proposta culturale di livello internazionale. Siamo diventati un luogo in cui accadono le cose”. Boh.
“Ma per arrivare a fare quello che fanno Amsterdam, Boston o anche Barcellona che attira i migliori cervelli grazie a fondi aggiuntivi locali, è necessario togliere lacci e lacciuoli. Dobbiamo intervenire sulle regole che, ad esempio, rendono difficile conquistare i talenti, dobbiamo guardare al privato come ad una risorsa. Meno burocrazia”.
Meno lacci e laccuoli, e più soldi pubblici per la sua corazzarta, Humanitas. E per i progetti del domani, come quel Technopole che sorgerà sulle aree ex Expo.
Dopo lo sfortunato flop targato EMA, cosa resta per drenare miliardi dallo Stato?
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Un commento su “DOPO EMA A MILANO / I PROGETTI DEL VATE GIANFELICE ROCCA ”