Il conto alla rovescia è cominciato e il 24 novembre ci dovrebbe essere la parola definitiva sul destino del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle.
In quella data, infatti, si terrà la tanto attesa Conferenza dei Servizi con la partecipazione del ministero delle Infrastrutture, della Regione, del Comune e della Città metropolitana in cui tutti i partecipanti dovranno esprimere il loro parere.
Parere che la Regione chiede sia espresso “in modo chiaro, univoco e vincolante, in termini di assenso o dissenso”. Precisando poi che, in caso di parere favorevole, venga redatto in “un unico atto che espliciti ogni autorizzazione, permesso o atto di assenso, comunque denominato. In caso di dissenso, invece, che contenga chiare motivazioni”.
Chiarezza richiesta anche qualora vengano inserite “prescrizioni o condizioni eventualmente indicate ai fini dell’assenso, o del superamento del dissenso”.
Un burocratese dal quale, una buona volta, alla fine si dovrebbe uscire.
Il nodo principale è quello della mobilità, come la Voce ha illustrato più volte. Dopo i mini tagli alle cubature e i maxi tagli alle infrastrutture decisi dai tecnici del Campidoglio e avallati dal sindaco Virginia Raggi, infatti, il progetto non regge: rischiando di determinare un autentico caos traffico che renderà umanamente impossibile raggiungere lo stadio per i tifosi.
Lo hanno sottolineato praticamente in coro le sigle ambientaliste, lo ha ribadito anche l’ex assessore all’urbanistica del Comune Paolo Berdini, cacciato dalla Raggi mesi fa, l’unico ad avere qualche idea chiara sullo stadio.
In trepida attesa della conferenza prevista per il 24 novembre, of course, James Pallotta, il presidente a stelle e strisce della Roma calcio. E soprattutto, a bordo di Eurnova, il gruppo mattonaro dei Parnasi, che si trova in grosse difficoltà finanziarie, con una delle società capofila fallita qualche mese fa.
Aspetta notizie Unicredit, la banca creditrice dei Parnasi (800 milioni l’esposizione) che sarebbe ben lieta di veder realizzata una sua maxi sede nell’area stadio.
In stand by anche il fondo Prelios – appena passato sotto le bandiere americane, ma con una significativa presenza, pari ad oltre il 20 per cento, in mano ai big Massimo Caputi, Daniel Buaron e Fulvio Conti – attraverso il quale dovrebbe transitare tutta l’operazione.
Stiamo a vedere.
nella foto James Pallotta
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