“Cara Theresa, speriamo che un giorno proverai il vino rosso di Crimea”.
E’ l’offerta che arriva dal Cremlino al premier britannico Theresa May, da molti letta come una non troppo velata minaccia.
Così la legge, ad esempio, il Corriere della Sera, il cui corrispondente da Londra, Luigi Ippolito, scrive: “Sinistra risposta del Cremlino al discorso di Theresa May in cui ha accusato la Russia di destabilizzare le democrazie occidentali attraverso una campagna di disinformazione e ha ammonito dicendo: ‘sappiamo cosa fate’. Il ministro degli Esteri di Mosca ha lanciato un tweet con una foto della May che beve un calice di vino e la scritta: ‘Anche noi sappiamo cosa TU stai facendo. Cara Theresa, speriamo che un giorno proverai il vino rosso di Crimea’”.
Aggiunge il Corsera: “La battuta è macabra perchè non può non richiamare alla mente la sorte di Alexander Litvinenko, l’ax agente del Kgb ucciso a Londra nel 2006 con una tazza di tè avvelenato col polonio radioattivo: un delitto imputato agli emissari di Mosca”.
Un caso mai realmente indagato a fondo, nemmeno dalle autorità britanniche. L’unico dato certo è che fu un italiano l’ultimo ad incontrare la spia russa, ossia il faccendiere napoletano Mario Scaramella, fratello di un pezzo da novanta del nostro parastato, Roberto Scaramella, nominato dal governo Renzi al vertice di Enav.
Mario Scaramella, infatti, incontrò Litvinenko a Londra, in un ristorante sushi, dove quest’ultimo con ogni probabilità gustò quel tè corretto. Anche Scaramella venne ricoverato in un ospedale londinese con sintomi di intossicazione. Ma il suo ruolo in quel giallo non è stato mai chiarito.
Uomo per tutti i servizi, da quelli a stelle e strisce a quelli di casa nostra, Scaramella è stato perfino consulente della commissione Mitrochin, all’epoca guidata dal forzista Paolo Guzzanti, confezionando una serie di dossier e documenti patacca.
Nella foto Mario Scaramella
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