Roghi e devastazioni nelle aree del nord ovest. Tutti a cadere giù dal pero: forse c’è la mano dell’uomo. Forse. Anche il ministro dell’Interno Marco Minniti sospetta: “abbiamo trovato degli inneschi pronti per essere attivati”.
A nessuno viene in mente che le mafie hanno messo solide radici al Centro e poi al Nord da quasi un trentennio.
Prima l’assalto alla costiera romagnola e alle oasi verdi dell’Umbria e della Toscana, poi man mano al Veneto (camorra in prima linea), alla Lombardia (mafia e ‘ndrangheta), al Piemonte e alla Val d’Aosta (‘ndrangheta), senza dimenticare la Liguria (‘ndrangheta).
Dice: perfino quel paradiso quieto e tranquillo come la Val d’Aosta? Sì. Tanto è vero che il primo obiettivo è stato il casinò di Saint Vincent, che come tutti i casinò è diventato terra di conquista per le mafie, luogo ottimale per riciclare a pieni giri.
Proprio sui riciclaggi nei casinò – e in particolare quello di Saint Vincent – stava indagando quasi 40 anni fa il procuratore torinese Bruno Caccia, che venne ucciso: il processo – incredibile ma vero – dura ancora oggi, trovati gli esecutori ma i mandanti, al solito, ancora a volto coperto.
Racconta un aostano: “da noi l’assalto delle ‘ndrine è cominciato a inizio anni 2000 in modo massiccio. I principali locali del centro sono stati a lungo chiusi per i sequestri operati dalla magistratura. E poi tutti ora a stupirsi se succedono fatti strani, forse per la mano dell’uomo cattivo…”.
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