Costa Concordia, il mistero continua e rimbalzano inquietanti notizie.
Dopo la condanna definitiva del comandante Francesco Schettino a 16 anni di galera per l’inchino, sarebbe il caso di capire a che punto sono le indagini portate avanti dalla procura di Firenze, che aveva acceso i riflettori sui traffici di cocaina attraverso le navi da crociera, compresa la Costa Concordia: motivo ben più fondato per capire quella strage del 13 gennaio 2012, rispetto al folkloristico inchino, unica pista invece sempre battuta dalla procura di Grosseto.
In varie inchieste la Voce ha documentato i traffici di coca via mare, e anche il precedente di un anno prima, con la testimonianza di un avvocato, residente nelle Canarie, e alle prese con un caso quasi analogo, e solo per fortuna non trasformatosi in tragedia.
Adesso sui siti spunta un’altra pista di sapore massonico. E che porta ad un’altra motivazione: il progetto criminale di sbarazzarsi di una nave ormai anziana, obsoleta, “scansando gli esorbitanti costi di smantellamento”.
E le 32 vittime? “Un danno collaterale” non cercato. Un incidente di percorso. “Come la storia del killer che parte per uccidere una persona ma poi ne fa fuori dieci, perchè ha sbagliato il modo di piazzare l’ordigno”.
Un’ipotesi tragi-fantasiosa, non suffragata da prove. A formularla un avvocato, Gianfranco Pecoraro, alias Carpeoro, che cerca una chiave economica per decodificare i fatti (“seguite i soldi, troverete il movente”), ma poi si inerpica per tortuosi sentieri massonici. Per la serie: sono stati massoneria e servizi segreti a mettere in piedi il progetto criminale, evidente su imput di chi aveva interesse a non spendere quei soldi.
La pista incappucciata è dettagliata all’interno di un pamphlet firmato dallo stesso Pecoraro-Carpeoro intitolata “Dalla massoneria al terrorismo”. Ecco di seguito qualche “segno”, o meglio alcune di quelle “firme” individuate dall’autore.
A partire dalla data: un venerdì 13 , “data funesta per i Templari: il 13 ottobre 1307 il sovrano francese Filippo il Bello epurò Parigi dai cavalieri rosso-crociati, precursori della massoneria”.
Passiamo al luogo della tragedia. “La nave ha fatto naufragio davanti all’isola che porta il nome del Giglio, simbolo massonico rosacrociano, ma anche della città di Firenze”.
Ancora. “Concordia, poi, è il nome di una potente loggia massonica fiorentina fondata nel dopoguerra e implicata in alcune delle più fosche trame della strategia della tensione. Fino ad estendere la sua ombra su vicende come quelle dei delitti rituali, dal mostro di Firenze alla morte di Yara Gambirasio”. Fa un po’ di confusione, a questo punto, Carpeoro, perchè nel delitto di Yara c’è, incontrovertibile, un’altra firma: quella della camorra nei cantieri al nord.
Non è finita. Perchè secondo l’avvocato-investigatore c’è un’altra coincidenza: proprio quel tragico 13 gennaio 2012, mentre affondava il Concordia, al tempo stesso subiva un colpo da affondamento la stessa UE, bersagliata dagli strali di Standard & Poors, che tagliò il rating a mezza Europa.
Poi, sono 13 i ponti della nave: proprio come gli Stati europei.
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Un commento su “GIALLO COSTA CONCORDIA / C’E’ ANCHE UNA PISTA MASSONICA ”