Grandi cambi nel motore di NTV, la società del super treno Italo concorrente delle Ferrovie dello Stato. Tornano al vertice Luca Cordero di Montezemolo e Flavio Cattaneo, il quale investe anche 15 milioni di euro nell’impresa. Restano ancora misteriosi i soci arabi protetti dietro la sigla di Peninsula Capital. Mentre accelera i tempi il nuovo piano-treni da completare entro fine 2018 e il reperimento di un nuovo socio capace di portare ulteriore liquidità per approdare alla quotazione in Borsa, entro fine 2018.
Ma al tempo stesso Italo fa segnare un crac sotto il profilo dell’efficienza e dell’operatività. Con disservizi sempre più frequenti e ritardi colossali. Suscitando le proteste delle associazioni di consumatori e le denunce da parte di tanti cittadini incazzati. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Ma passiamo in rapida carrellata le ultime novità sul fronte finanziario.
TORNA A CASA, CATTANEO
Torna a casa Cattaneo, dopo la breve ma fruttuosa (per lui) parentesi al vertice di Telecom, dove era stato accolto da una faraonica e milionaria buona-entrata. Porta in dote 15 milioni di euro, solo una piccola parte del bottino cumultato in pochi mesi alle prese coi telefoni: lo fa a bordo della Partind srl, che già deteneva il 2,1 per cento del capitale di NTV e ora – con i freschi danari – salirà al 5 per cento.
E torna al vertice presidenziale l’ex mister Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che fa parte del ristretto team che ha dato origine a NTV (Nuovo Trasporto Veloce), ossia la MDP Holding, la quale fa anche capo a mister Tod’s Diego Della Valle e all’ex numero uno del CIS, il centro all’ingrosso campano, Gianni Punzo.
Completano la compagine azionaria di NTV, Intesa San Paolo, che fa la parte del leone con il suo 19 per cento, frutto della intese – è il caso di dirlo – intercorse fra i tre promotori e la potente banca a suo tempo guidata da Corrado Passera, che decise di investire massicciamente nell’operazione Italo. Seguono a ruota le assicurazioni Generali, a bordo della loro sigla Allegro sarl (con il 15 per cento). Quote minori sono poi appannaggio della MAIS spa che fa capo al gruppo Serragnoli e della Nuova Fourb srl, riconducibile al gruppo Bombassei.
L’ultima quota è quella più intrigante, perchà la più misteriosa, e anche fresca di partecipazione (ottenuta comprando quote dai tre soci storici di Mdp Holding). Si tratta della fetta araba – quatariota per la precisione – che si è accaparrata il fondo londinese Peninsula Capital, con il 13 e passa del capitale di NTV.
Racconta un operatore di Borsa: “si tratta del secondo grosso ingresso arabo in una compagnia di trasporti di casa nostra, dopo l’esperienza di Ethiad con la ex Alitalia. A fare le presentazioni è stato proprio Cattaneo, che a quanto pare crede nel progetto visto che adesso investe parte dei suoi ultimi lauti guadagni. Resta il mistero di questo fondo quatariota acquartierato a Londra. A chi fa realmente capo? Di chi sono i soldi?”.
Facile dire ‘Fondo’. Uno di quelli che ormai regnano sovrani per regolare (o sregolare) le finanze nazionali e internazionali, dettando i tempi al mercato, spesso e volentieri dietro comodi paraventi fiduciari.
I MISTERI DELLA PENINSULA
Quel che si conosce, a proposito di Peninsula Capital Advisors LLP (questo il nome completo), è il board, il team di vertice che porta avanti, sotto il profilo organizzativo, il ricchissimo fondo, finanziato in modo principale (ma non unico, of course) dalla Qatar Investiment Authority (QIA per i fans), uno dei maggiori fondi sovrani al mondo, capace di muovere oggi capitali per la bellezza di circa 250 miliardi di dollari.
Ai vertici organizzativi e amministrativi di Peninsula c’è un bel pezzo di Italia che opera all’estero, vuoi sotto il nome di Mediobanca oppure di Mediaset. Ad esempio, ecco in prima fila Borja Prado Eulate, che ha un pedigree lungo mezzo metro: ai vertici di Endesa e Fundaciòn Endesa, fa parte del consiglio d’amministrazone di Mediaset Espana Comunicaciòn, di Enel Iberoamericana nonché di Mediobanca nella sua versione spagnola.
Gli tiene compagnia Javier De La Rica Aranguren, il quale ha ricoperto la carica di numero due di Mediobanca spagnola e quello di Managing Director di JPMorgan, niente male anche lui. I due hanno lavorato per alcuni anni fianco a fianco sotto l’ombrello di Mediobanca.
Nello staff di Peninsula fanno capolino anche due italiani. Il primo è Nicola Colavito, un altro pedigree da non poco, costellato di presenze tra i ranghi direttivi di Goldman Sachs, Barclays Bank e la stessa JPMorgan: Colavito occupa oggi una poltrona nel consiglio d’amministrazione di NTV.
Il secondo è Alessandro Boggio Togna, con precedenti al Credit Suisse e a Nomura.
Ecco come disegna il suo stesso profilo Peninsula: “ un investitore di lungo termine che cerca società ben gestite con fondamentali forti e capacità di fare utili”. Sarebbe strano il contrario.
E poi: “Il nostro obiettivo è supportare i manager e gli altri azionisti con l’obiettivo di creare valore sostenibile”. Oggi la sostenibilità è d’obbigo.
Ancora: “Peninsula può fare ampi investimenti in equity usando il proprio capitale ma è aperta anche a opportunità di co-investimeto insieme ad altri investitori finanziari e industriali”. Ovvio.
Infine: “Sia attraverso quote di controllo che minoritarie con significativa influenza sul board dei direttori e sul comitato esecutivo”. Già più istruttivo.
Il finale è geografico: “Il nostro focus è l’Europa del Sud e l’America latina”. Viene inoltre precisato che il quartier generale si trova a Londra e che hanno diverse sedi nelle capitali mediorientali.
E proprio NTV – fregandose di come vanno le cose, sotto il profilo dei servizi, in Italia – pensa in grande. Non solo alla quotazione in Borsa – caso mai precedendo sul filo di lana Frecciarossa delle Ferrovie – ma anche ai paesi esteri, soprattutto europei. Dalle nuove rotte tedesche al ‘passport‘ per la Gran Bretagna (e cioè la possibilità di partecipare a bandi di gara), fino alla Spagna.
QUELL’ANFIMAFIA CHE MANCAVA
Lontani i tempi bui degli esordi, quando addirittura il taglio del nastro è slittato di mesi per la mancanza di uno strategico certificato antimafia. Erano quasi dieci anni fa, e la Voce raccontò quella incredibile vicenda in una sua cover story, “Mal di Treno”, dedicata proprio al rocambolesco varo di Italo.
Un varo ritardato di svariati mesi – ricostruiva la Voce – per colpa di un certificato antimafia che tardava ad essere rilasciato dalla Prefettura di Napoli. Quale il motivo? Una delle società di Punzo, la Interporto Campano, aveva problemi con il rilascio dell’antimafia e per questo non era possibile accendere i motori a tutta la grancassa di Italo.
Sullo start di NTV ha scritto qualche anno fa un pamphlet al vetriolo Gianni Dragoni, inviato di punta del Sole 24 Ore, il quale ha documentato per filo e per segno tutte le clamorose anomalie che hanno contrassegnato l’avvio di Italo, tra beghe politiche e finanziamenti a go go, in particolare elargiti dalla generosa Banca Intesa guidata, appunto, da Corrado Passera.
Ma anche in questi giorni le beghe non mancano. E le vibratissime proteste dei viaggiatori alle prese con autentiche odissee, indegne di un qualunque paese civile. Sono decine e decine le denunce e centinaia le segnalazioni.
Eccone una emblematica. “Tra la sera del 17 settembre e la prima mattina del 18 ho subito da parte del vostro portale online per acquisto biglietti la ripetuta appropriazione indebita di somme dalla mia carta Postepay. Avendo effettuato la abituale procedura per acquisto biglietti e avendo avuto per due volte esito negativo dal portale, ho contattato il vostro numero telefonico per acquistare il biglietto al telefono. L’operatrice ha eseguito l’operazione confermando che era andata a buon fine. Visto il mancato arrivo della mail con il biglietto, ho ricontattato il numero telefonico e mi hanno comunicato che anche quella operazione non era andata a buon fine, pur avendo ancora una volta l’istituto di credito dato l’autorizzazione. Mi è stato consigliato di riprovare la mattina del 18, cosa che ho fatto. Risultato: esito negativo. Ma la cosa più grave è che ho scoperto dalla carta Postepay che nel corso delle 4 operazioni non andate a buon fine la vostra società aveva prelevato indebitamente dalla mia carta per ben 4 volte i relativi importi per un totale di circa 250 euro, pur non avendo mai rilasciato il biglietto”.
Continua l’esposto: “si tratta di una prassi illegale e inaccettabile. Alla fine, per andare a Roma, ho acquistato il biglietto pagando cash alla stazione. Segnalo che all’andata il treno Italo è arrivato con un ritardo immotivato di circa un’ora. Stessa cosa al ritorno, arrivato alle 20 e 27 quando era previsto l’arrivo alle 19 e 25. Ieri le frecce di Trenitalia sulla stessa tratta erano in perfetto orario. Vi invito pertanto alla immediata restituzione delle somme indebitamente prelevate dalla mia carta; ad un rigoroso controllo sul sistema online di prenotazione per evitare le reiterazione di tali reati; a non beffare i passeggeri su un convoglio che parte con 55 minuti di ritardo lasciando scorrere la scritta ‘il treno viaggia in orario’; ad un comportamento rispettoso dei viaggiatori e delle norme di sicurezza”.
Ma chissenefrega. Non tralasciando il borseggio, Italo vola verso la Borsa…
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