La sanità in Campania fa schifo? Siamo a un livello da quinto mondo con le corsie infestate di formiche? Le liste d’attesa tanto per cambiare sono chilometriche? Bene, la terapia ad hoc è quella di aumentare gli stipendi ai super dirigenti delle Asl.
Questo ha pensato e voluto il governatore della Campania Vincenzo De Luca, autonominatosi qualche settimana fa commissario straordinario per la sanità. Una poltronissima che ha voluto a tutti i costi solo per sé, per via dei giganteschi flussi finanziari che controlla.
E il primo frutto avvelenato è stato partorito proprio a ferragosto. Così recita infatti la delibera numero 520, approvata il 1 agosto e pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Campania il 14 agosto: “La sanità campana, per le rilevanti sfide future e gli impegnativi processi riorganizzativi in corso, dove poter contare su una classe dirigente qualificata, motivata e adeguatamente remunerata, ove ne ricorrano le condizioni. A tal fine occorre adeguare il trattamento economico dei Direttori Generali agli obiettivi e alle responsabilità connesse all’espletamento delle funzioni”.
E ancora, tanto per dare una parvenza di motivazione a tutta l’operazione: “allo stato attuale risulta che in Regione Campania i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie ricevono un compenso annuo inferiore a quello delle apicalità mediche che coordinano, con particolare riferimento a quelle di Dipartimento, e tale situazione ha generato nel corso degli anni numerosi contenziosi legali ancora in corso di definizione non solo per l’aspetto meramente economico, ma anche di immagine legata al prestigio del ruolo e, soprattutto, al riconoscimento dei diversi livelli di responsabilità”.
Intanto, un mare di “precari a vita”, medici che lavorano ogni giorno nelle corsie con incarichi di grossa reponsabilità, non vengono mai stabilizzati. Alla faccia di meriti & immagini.
Il blitz ferragostano di De Luca succede in barba ad una legge nazionale, la numero 133 del 2008, che al suo articolo 1 impone il taglio dello stipendio del 20 per cento rispetto al tetto per i direttori generali.
Ecco cosa osserva un funzionario dell’Asl numero uno, la più grande del Mezzogiorno: “Secondo la normativa nazionale del 2008 i top manager non possono incassare più di 124 mila euro lordi. Adesso De Luca ha spostato quel tetto a quota 154 mila. Mi risulta che solo in Piemonte abbiano fatto una cosa del genere. E mi risulta anche che il livello delle prestazioni sanitarie offerte dalla Campania non sia neanche lontamente paragonabile con quelle del Piemonte e di tutte le regioni del centro nord. Un vera presa per il culo per i cittadini, i quali sono beffati due volte: pagano ancora di più per una sanità che non c’è”. Cornuti e mazziati. Come sempre.
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