Uccisi per l’ennesima volta. Le 81 vittime della tragedia di Ustica del 27 giugno 1980 oggi vengono sepolte sotto una montagna di carte e documenti desecretati ma del tutto inutili. Da quelle scartoffie, infatti, non emerge alcuna verità oltre quella già nota per via giudiziaria – cioè niente – e per via giornalistica, ossia fu un missile francese partito da una portaerei ad abbattere l’Itavia.
E pensare che la direttiva varata da Matteo Renzi sulla accessibilità e la trasparenze di tutte le carte giudiziarie relative ai misteri di Stato avrebbe dovuto finalmente far luce. Invece, un altro ceffone, stavolta alla memoria dei morti e al rispetto dei vivi.
Il risultato di tutta l’operazione Renzi è infatti un gigantesco flop: tante carte inutili e soprattutto una montagna di carte assenti, sparite, volatilizzate, è il caso di dire.
Esplode Daria Bonfietti, che ha da sempre coordinato l’associazione delle vittime di Ustica. “Avevamo molto sperato che la direttiva Renzi potesse davvero portare alla desecretazione di documenti che avrebbero potuto dirci chi c’era quella notte in cielo e in mare, consentirci di ricostruire finalmente uno scenario reale, ma posso solo esprimere tutto il nostro sconcerto per un Paese che non è nemmeno in grado di custodire la documentazione prodotta. Basta dire che tre anni dopo la direttiva Renzi che dispone la desecretazione degli atti sulle stragi del ’60-’70-’80 l’aviazione civile non ha inviato niente, il gabinetto del ministero dei Trasporti ugualmente niente e nulla è arrivato dallo Stato Maggiore della Marina: alla prefettura di Bologna non è pervenuto neanche lo straccio di un documento. Tutto perso, volato via”.
I servizi segreti, quelli sì, si sono mostrati molto più attivi. Hanno elaborato, infatti, ottimi e abbondanti dossier sui giornalisti che hanno indagato e scritto su quella tragedia. Incredibile ma vero: nessuna caccia ai colpevoli, ai killer e ai mandanti, solo caccia a chi ha osato alzare il velo su quella tragedia!
Nessun documento, è stato digitalizzato. Come del resto è successo per la strage alla stazione di Bologna. A gennaio scorso, nel corso della presentazione di un libro di Maurizio Torrealta, il presidente del comitato delle vittime, Paolo Bolognesi, senatore, a Napoli fece un analogo j’accuse: “una farsa, questa desecretazione, i documenti sono praticamente carta straccia, non c’è stata alcuna digitalizzazione. La stiamo cercando faticosamente di fare noi, l’idea di creare un grande archivio della memoria dal quale possa emergere che tanti fatti, tanti buchi neri della nostra storia si tengono. E tanti nomi, soprattutto delle istituzioni, tornano”.
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