In vena di perfezionismo, ho consultato tre prestigiosi dizionari della lingua italiana, ho esplorato internet e consultato un autorevole esponente dell’Accademia della Crusca. Nessuna esitazione: l’aggettivo “etico” equivale a “morale”. Di qui lo sconcerto per l’uso di “etico” di cui si fa scudo la sindaca Raggi, inquisita per falso e abuso d’ufficio per aver mentito, come hanno decretato il Procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall’olio nel formalizzare le imputazioni a conclusione dell’indagine. Sempre sorridente, ma che si tratti di un tic? la sindaca, che i “cittadini” (dizione cara ai 5Stelle) contestano nella misura di sette su dieci, ventiquattro ore prima della notizia ha risposto “7 e mezzo” alla domanda sul voto che si darebbe a un anno dall’elezione. E allora merito al merito al merito, la Raggi è anche dotata di humour britannico. Il rinvio a giudizio, inevitabile, è previsto per il prossimo autunno, il processo per Gennaio del 2018. Il codice dell’etica a 5Stelle, tornando alle motivazioni addotte dalla pentastellata per disattendere all’obbligo morale (etico) di dimettersi, descrive con lucidamente la doppiezza del Movimento, rigorosamente giustizialista al suo esordio e decisamente salvifico dopo i guai giudiziari di suoi associati. Intervistata dalla Berlinguer, emula di conduttori d talk show affetti da narcisismo, la Raggi non ha trovato di meglio che esibire un “non ho rubato”. Ci mancherebbe solo questo, avrebbe dovuto replicare l’ex direttrice del Tg3, ma non l’ha fatto, per non guastare lo “scoop” di un a tu per tu ad elevato audience.
A sbugiardare i pentastellati, che hanno negato ogni contatto con la Lega, puntuale la conferma di un’altra bugia. A sorpresa il giustizialista Salvini interviene con un’esternazione di inequivocabile empatia con il Movimento: “La Raggi non deve lasciare”. Siamo in prossimità dei ballottaggi per l’elezione dei sindaci. Vuoi vedere che rinsavisce chi ha votato (anche se pochi) per Lega e 5Stelle ?
Il letale sodalizio tra i “lumbard” e i fan del comico genovese invade, privo di motivazioni ricevibili, anche il tema dello Ius Soli che, con esecrabile definizione, Di Maio liquida come un pateracchio. Pateracchio? Parola da spiegare, ma i cinquestelle non spendono fiato per chiarire ai “cittadini” cosa intendono. Chiarissima è la storia di Manraj Singh, indiano di nascita, italiano di adozione. Il corpo dei carabinieri lo giudica migliore allievo del corso di Reggio Calabria. Ha detto con orgoglio, alla presenza del ministro Minniti “Cercherò di dare tutto quello che ho per il bene dell’Arma e dell’Italia”. Che ne pensa Salvini, è da rispedire in India?
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