Udienza clou, il 5 giugno, per il processo sulla strage del sangue infetto che si tiene davanti alla sesta sezione penale del tribunale di Napoli. Verrà infatti depositata la perizia ordinata dal presidente della sezione, Antonio Palumbo, la quale deve accertare il nesso causale tra le infusioni di emoderivati e l’insorgenza delle patologie poi dimostratesi letali.
Sono stati necessari quasi otto mesi, serviti ad analizzare le cartelle cliniche di otto pazienti, gli unici giunti – attraverso i loro familiari – a processo, visto che le altre centinaia e centinaia di vittime sono rimaste, fino ad oggi, senza lo straccio di una sentenza, senza il becco di una pur minima giustizia: vuoi perchè i casi si sono – incredibilmente – prescritti, vuoi per la mancanza di mezzi necessari per il processo, vuoi per le colossali difficoltà ad affrontare il moloch della burocrazia giudiziaria che calpesta tutti i diritti.
Sono infatti almeno 4 mila, secondo le stime più attendibili, le vittime di questa strage, uno dei peggiori crimini in tempo di pace che la nostra storia ricordi. Eppure il processo è totalmente silenziato dai media, mai presente neanche con l’ombra di un inviato o di un cronista a nessuna delle udienze cominciate ad aprile 2016, quindi più di un anno fa.
Sul banco degli imputati l’ex plenipotenziario del ministero della sanità nell’era di Sua Sanità Francesco De Lorenzo, ossia Duilio Poggiolini, e alcuni dirigenti e funzionari delle aziende del gruppo Marcucci, che aveva ed ha l’oligopolio in Italia per la lavorazione e distribuzione di emoderivati. Fa capo ai tre rampolli della dinasty un tempo guidata dal patriarca Guelfo Marcucci (deceduto a fine 2015) la corazzata Kedrion: si tratta di Paolo Marcucci, il numero uno a bordo, della sorella Marilina, quindici anni fa coeditore dell’Unità e oggi in sella al Carnevale di Viareggio, e del fratello Andrea Marcucci, passato dai fasti di Sua Sanità sotto i vessilli del Pli a inizio anni ’90 a quelli targati Matteo Renzi come senatore e presidente, ahinoi, della commissione pubblica istruzione.
Ecco i quesiti posti da Giuliano ai tre periti, l’ematologo Pasquale Madonna, l’infettivologo Raffaele Pempinello e il medico legale Pierluca Zangani. “Stabiliscano i periti se nella etiologia dei decessi delle varie persone offese possono aver influito in via esclusiva e/o concorrente eventuali patologie originate dalla somministrazione di prodotti emoderivati con virus non inattivati; precisino in caso affermativo la patologia infettiva che sarebbe insorta, avendo cura di valutare, in rapporto al periodo di latenza, a quale e/o a quali somministrazioni la stessa debba essere ricondotta”.
Staremo a vedere.
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