Rashid, docile collaboratore domestico srilankese, non si fa pregare e lavora di gomito per rendere presentabile il salotto dei signori Colonna: spolvera, ordina ogni cosa e, al risparmio, alza un lembo del tappeto persiano, lo ricopre accuratamente a nascondere quanto la scopa ha raccolto sul parquet. L’aneddoto, molto realistico, propone l’éscamotage di chi ricorre ad artifici in situazioni di emergenza e la citazione è compatibile con la condizione di vulnerabilità della sindaca Raggi, inchiodata dalle opposizioni al default dei rifiuti che invadono Roma? Lo è. Renzi non si è lasciato sfuggire l’occasione per denunciare la pochezza operativa dei 5Stelle alla guida del Campidoglio e ha fato appello ai romani di buona volontà: domenica tutti in strade e piazze, scope in mano, per ripulire Roma. La sindaca intuisce la pericolosità politica dell’operazione e corre ai ripari, come l’artista che anche dopo l’ora fissata per il vernissage appende gli ultimi quadri alle pareti. La sindaca tenta di anticipare l’azione dimostrativa dei dem e progetta in fretta e furia un piano anti spazzatura. Chiede di lavorare in straordinario all’Ama, riempie di rifiuti treni in partenza per l’Austria, ordina il full time agli impianti di smaltimento e promette di tornare alla normalità in una settimana. Il sor Patacca, anonimo borgataro suo concittadino con vocazione alla satira, le chiede virtualmente “Ma in un anno di Campidoglio che hai fatto?” La Raggi riuscirà nell’impresa di smaltire 300 tonnellate di rifiuti? Due le ipotesi: non ce la fa e si suicida politicamente o le va bene e gli antagonisti uniranno le loro voci a quella del sor Patacca che chiesto alla Raggi di giustificare dodici mesi di inerzia alla guida della capitale.
C’è del vero nel je accuse di De Bortoli alla Boschi? Nel suo libro scrive che la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dei ministri avrebbe fatto pressioni sulla banca Unicredit perché acquisisse l’Etruria, in crisi finanziaria. Dicesse il vero, la posizione dell’esponente Pd, figlia di un dirigente della banca in difficoltà, diventerebbe incompatibile con il suo ruolo istituzionale. In attesa di capirne di più, i dem la difendono compatti, Forza Itaia Italia si conferma garantista, il resto delle opposizioni e i pentastellati chiedono che si dimetta e il pd pretende che si scusino. Un nuovo pasticcio all’italiana. Un punto sul cartellino dei giudici a favore del M5Stelle? Forse, ma compensato a vantaggio del pd da un paio di ganci al mento. Uno, seppure avvelenato da vecchio rancore, lo sferra l’ex assessora Muraro, estromessa dalla giunta Raggi. “Chi siede in Campidoglio è incompetente. Era noto da tempo l’incombere dell’emergenza rifiuti, non hanno fatto niente. Classe dirigente improvvisata, non conosce la città. Dove sono finiti i 150 milioni ricevuti per aumentare la percentuale di raccolta differenziata?” Altri colpi al mento dei pentastellati arrivano dalla Sicilia, dopo lo scandalo delle firme false (tredici indagati) sulle liste delle candidature. Ugo Forello, pietra del nuovo scandalo, è il candidato del movimento a sindaco di Palermo, non di un paesino sulle pendici dell’Etna. Nella registrazione di un colloquio, Cottone, staff della comunicazione 5Stelle, parla con Nuti (firme false, in Sicilia) di parcelle intascate da Forello e da studi legali “amici” per la difesa di imprenditori taglieggiati e di rimborsi per Addiopizzo, fondato dal candidato a sindaco, gestiti in modo poco trasparente. Nuti ha consegnato ai magistrati la registrazione dell’incontro, pubblicato su Facebook. Sull’episodio cala un greve silenzio del “comico genovese”. Come recita il famoso detto “chi è senza peccato, scagli la prima pietra” ma nessun sasso vola nell’aria.
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