Rinascimento napoletano, fosse la volta buona?

L’Italia del turismo, potenziale, fondamentale volano di ricchezza, ha vissuto decenni di disconoscimento, deficit di attenzione e operatività istituzionale, indifferenza sorpassi operati da luoghi del mondo, soprattutto europei, da Spagna, ex Jugoslavia, parzialmente Grecia. La mediocrità propositiva dei ministri di settore, l’inefficienza dell’Enit, blando promotore del turismo made in Italy, i limiti promozionali di Enti locali, aziende pubbliche di settore e imprenditoria specializzata, hanno retrocesso il Bel Paese che sarebbe potenzialmente primo nella graduatoria che valorizza beni per quantità e qualità attrattori, ambientali e culturali. Una lodevole eccezione si deve all’intraprendenza di operatori e amministratori della riviera adriatica, nonostante la modesta attrattiva delle sue coste. Il peggio al Sud, terra di rapina di palazzinari impuniti che hanno deturpato splendidi litorali vittime di abusivismo aggressivo. Napoli, in particolare, ha mostrato di sé stridenti contraddizioni. Città d’arte ricca come poche, ha stupito il mondo con la sua metro che ospita opere di sommi artisti, richiamo internazionale per turisti italiani e stranieri, ma ha deluso per un forte deficit di servizi, dai trasporti alla sicurezza. Due poli collaterali, Pompei e la Reggia di Caserta, hanno clamorosamente evidenziato l’incapacità di quanti li hanno gestiti, ma uguale destino è toccato ad altri beni trascurati (la reggia di Carditello, la struttura del Real Albergo dei Poveri, il museo ferroviario di Petrarsa, la Mostra d’Oltremare, il lungomare dimenticato, la Piazza del Plebiscito desertificata, l’intero comparto dei Campi Flegrei). Se qualcosa si muove, molto merito è del ministro Franceschini, uno che fa, decide, opera e fa operare. L’effetto delle nomine di top manager ha dato in tempi decisamente brevi frutti copiosi e inediti. Se ne giovano, con crescita esponenziale di visitatori e qualità dell’offerta culturale, la reggia vanvitelliana di Caserta, il suo straordinario parco e gli scavi di Pompei, sottostimati e ora luogo più visitato d’Italia, Carditello, finalmente in restauro e indirettamente eccellenze consolidate (Cappella di San Severo, Musei, Stazioni d’arte della metropolitana). Dato significativo è il numero record di diciassettemila turisti che hanno visitato Pompei nel solo giorno di “Pasquetta”. Il lavoro del cosiddetto “Rinascimento napoletano” è tutt’altro che compiuto, ma vanno nella direzione giusta opere in via di completamento. Un riflesso di grande suggestione del patrimonio custodito nel Museo Archeologico Nazionale si proietta nella splendida struttura dell’aeroporto internazionale di Capodichino finalmente all’altezza di Napoli. Nelle sale d’attesa dello scalo, unico esempio in Italia, è stato appena inaugurato un museo archeologico, un itinerario nelle suggestioni della sua storia millenaria. L’iniziativa si deve al Ministero dei Beni Culturali e alla soprintendenza archeologica della Campania. All’ingresso dell’aeroporto è stata posta la bellissima statua Nike, riproduzione di quella custodita nel Louvre ed è un bel biglietto da visita, Sono in fase conclusiva il nuovo assetto della piazza Garibaldi e della stazione di partenza per le isole del Molosiglio. Il trend artistico della metro, linea 1, prosegue con la stazione di San Pasquale. Evoca un’immersione nel profondo del mare, progettista Boris Podrecca. Ha immaginato una ripida, suggestiva discesa in acqua. La nuova realizzazione sembra destinata a superare in bellezza la stazione di Toledo, giudicata la più bella del mondo. Di bello in bello la fantastica stazione ferroviaria di Napoli-Afragola, disegnata dall’archistar Zaha Hadid, che il network americano CNN definisce tra le opere più attese del 2017 e la più bella d’Italia. Sarà integrata da un parco naturalistico tecnologico e da un grande centro espositivo. Grandi cose, ma senza trascurare il comfort del quotidiano: trasporti, tutela della sicurezza, info point, servizi di ogni genere.


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