Grazie Saviano, grazie De Magistris, Napoli vi ringrazia. Il riconoscimento più sentito è per l’autore di Gomorra che non perde occasione per accreditarsi come scrittore, sociologo, politologo, con il racconto a senso unico della città che evidentemente conosce solo per aver memorizzato quanto la cronaca nera dei giornali locali ha pubblicizzato in anni di resoconti sulla piaga della criminalità organizzata che per altro, per ricaduta negativa sull’immagine di Napoli, è imparagonabile alla violenza di grandi metropoli come Chicago, capitale degli omicidi (più che a New York, altra megalopoli violenta e Los Angeles messe insieme) che fa registrare ‘impressionante numero di 500 persone uccise solo nel 2016 e in un fine settimana il record di 13 persone assassinate, delitti in gran parte provocati da sparatorie tra bande rivali. Come se fosse di qualche efficacia, Saviano e chi ha ripreso con la fiction televisiva il tema della criminalità camorristica hanno dato linfa alla lettura strumentale dei media che da sempre risolvono così l’equazione cattiva notizia-maggiore vendita di giornali, libri e film sul tema. Il rimbalzo di accuse Saviano-De Magistris. su cui si sono tuffati quotidiani e giornali radiotelevisivi (mancano, ma solo per il momento Porta a Porta e talk show analoghi) è servito finora ad accendere la ribalta della notorietà dei due contendenti e di sicuro ha offuscato ancora una volta il rapporto che Napoli va costruendo con il mondo, testimone il tutto esaurito di musei, alberghi, ristoranti, che una folla sconosciuta da tempo regala alla città da mesi.
Dice Saviano che De Magistris se ne sta nella torre eburnea della sua sontuosa magione vomerese (ma quale magione?), estraneo ai bisogni della gente. Risponde il sindaco che lo scrittore è per Napoli un alieno, impegnato a far soldi con la promozione dei suoi libri e la presenza a valanga su quotidiani, periodici e televisioni, ospite alla Vespa di tutte le testate televisive per presentare il secondo libro sulla criminalità delle baby gang, altro spunto mutuato con abilità dalla cronaca. De Magistris con la bacchetta magica del prestigiatore, per sanare d’incanto i mali secolari della città che governa? Certamente no, ma…interventi a costo zero per la collettività con il progetto di restauro di 27 monumenti, grazie a risorse pubblicitarie: tra il 2011 e il 2015 rifatti 50 chilometri di strade cittadine; raccolta differenziata dal 16% del 2011 al 27,5% attuale e il porta a porta nei vicoli del centro estesa a trecentomila persone; regolarizzazione dell’ambulantato, 4000 attività nuove e regolari registrate; boom del turismo, per tre milioni di presenze negli anni 2013 e 2014 e di più negli anni successivi, contro 1milione e 800 mila del precedente governo; gestione dei beni di proprietà comunale in beni di uso collettivo; pedonalizzazione di Via Partenope; aumento di quantità e qualità dei servizi, nonostante i tagli alle risorse. Sulle qualità del sindaco giudizi positivi, unanimi sull’onestà personale e il piano per sanare il bilancio e ridurre il disavanzo del Comune. Oro tutto quello che luce? Ovviamente no. Napoli per riappropriarsi del titolo usurpato di capitale deve sanare il vulnus più incidente sulla qualità di metropoli moderna e affrontare in stretta sintonia con un governo diversamente disponibile il nodo fondamentale dell’occupazione, specialmente di quella giovanile, del riequilibrio complessivo infranto con la deindustrializzazione della città degli anni ottanta-novanta. Di sicuro c’è che tra i due contendenti, chi non vive Napoli, fagocitato dall’autoreferenzialità è senza dubbio Saviano a cui si dovrebbe suggerire di abbandonare il cavallo di Troia che gli ha aperto le porte della redditizia popolarità e di utilizzare i canali dell’efficace autopromozione per raccontare di Napoli problemi, tanti, e moltissime qualità.
Nella foto Saviano e De Magistris
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.