L’Etica? C’era una volta

“Etica”, in tutti i dizionari della nobile lingua italiana, è omologa di “morale” e nei libri di filosofia campeggia con il suo severo monito a tenere giusti comportamenti degli uomini nei confronti del bene e del male. E’ che “etica” non è più parte fondamentale della politica italiana, dominata da tempi ormai lontani da altre categorie e in sintesi da corruzione, illeciti di ogni genere tangentopoli varie, nepotismi, arricchimenti illegali. Imputati di anti etica se ne trovano ovunque, basta recarsi in emeroteca e sfogliare i quotidiani di ogni appartenenza imprenditoriale pe politica. Dietro i conventi delle Carmelitane Scalze, all’alba di ogni giorno, si sfidano le fazioni in competizione per conquistare la vetta del potere politico e aggregarsi all’establishment che lo usa per partecipare a orge di appropriazione del tesoro nazionale.

Un tempo, lo ricordano con dolente nostalgia, si teneva lontano dal banchetto il Pci di Ingrao, della Jotti, Pajetta. Ma un tempo. La svolta migliorista ha progressivamente coinciso con l’auto invito di quanto era rimasto della sinistra storica a mollare i freni inibitori della morale e ha partecipare alla spartizione di torte miliardarie senza alcuna remora su tempi e modi di acquisizione. Una parte del Paese, la stessa che si arruolò nelle truppe Laurine, che fu suggestionata dall’Uomo qualunque di Giannini e da qualche decennio dalla becera interpretazione della Lega, ha individuato nel “vaffacul..” di Grillo, guitto prestato dalla comicità alla politica. Caso da psicanalisi, la versione moderno del qualunquismo. Illusi dagli slogan populisti coniati dal furbo Casaleggio, metà degli elettori hanno fatto crescere il Movimento 5Stelle, tanto da ottenere la vice presidenza della Camera, affidata al signor nessuno Di Maio e la guida di Roma e Torino a due donzelle senz’arte né parte. Sorvolando su episodi di malgoverno locale, ambiguità nell’affermare l’etichetta di partito di tutti e grillini colti con le mani sacco di affari illeciti, è utile soffermarsi sui proclami scanditi in piazza al grido di “Onestà, onestà”. Mai accaduto in 70 anni di libere elezioni: in Sicilia, profondo Sud e in Emilia, quasi profondo Nord gente 5 Stelle delle istituzioni, hanno copiato, falsificato, o spacciato per regolari firme di sostegno alle liste elettorali del Movimento. Gli autori del misfatto, smascherati da grillini nauseati o da elettori che hanno disconosciuto le firma, ricevono dal vertici del Movimento dichiarazioni da gogna politica. Grillo lo definisce una stupidata da “distrazione”, due deputati siculi di 5Stelle rifiutano di auto sospendersi. Sarà che l’ostinazione è legittimata dallo scheletro nell’armadio dei vertici, nascosti istigatori della truffa? A proposito di etica: come commenta il popolo, “Non c’è più religione”.

 

Napoli letta da Alberto Angela, da non perdere

Per chi lo avesse persa: è possibile rivedere su raiplay.it, la lettura finalmente esaustiva, priva di faziosità, non denigratoria né satura di luoghi comuni mal interpretati, estranea a incursioni derisorie del folclore locale e stereotipi qualunquistici. L’archivio rai propone uno dei migliori lavori di Alberto Angela. Per la rubrica “Il piacere della scoperta” il figlio di tale padre, al secolo il perfezionista Piero, ha realizzato lo speciale “I mille segreti di Napoli”. Il racconto è un capolavoro televisivo per completezza, ricchezza comunicativa, emozioni, competenza e complessità di indagine. Da non perdere e da ascrivere al tutto esaurito di turisti, in termini di difficile quantificazione, chissà, sollecitati da un suo precedente omaggio televisivo a Napoli.

 


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