Il Parlamento europeo ha approvato ieri una risoluzione solenne che addita i media russi come pericolo per la sovranità dei paesi europei. La risoluzione, che ha avuto come iniziatrice e prima firmataria la deputata Anna Fotyga, ex ministro degli esteri della Polonia, equiparando i media russi allo Stato Islamico, costituisce a modo suo una specie di record del delirio russofobico ormai dilagante in alcuni circoli dirigenti dell’Occidente. Tuttavia il risultato della votazione appare indicare un significativo cambio di marcia all’interno delle componenti anti-russe del Parlamento europeo. Nonostante, infatti, l’esistenza di una potente lobby anti-russa di un centinaio di deputati (che occupano gran parte del loro tempo di “legislatori”, nostalgici della Guerra Fredda, per attizzare, rinfocolare, esasperare gli umori ostili al grande vicino dell’Europa), questa volta – a differenza di precedenti votazioni su analogo tema – ha registrato il voto favorevole di 304 deputati, Il voto contrario di 179 deputati e l’astensione di 208 deputati. Dunque il numero dei contrari e degli astenuti ha superato largamente quello dei favorevoli.
Un’analisi più dettagliata del voto potrà indicare meglio dove si sono registrate le falle dell’offensiva antirussa, ma si vede subito che una grande incertezza si è manifestata attorno al tema: continuare l’offensiva politica contro Mosca oppure smetterla? Sembra chiaro che molti deputati restano in attesa di capire dove “tira il vento”. In particolare il vento di Washington dopo l’elezione inattesa e sorprendente di Donald Trump. Si nota un certo senso di stanchezza perfino nei settori più oltranzisti e “revisionisti” dell’idea di Unione Europea Antifascista e Antinazista.
Insomma stiamo a vedere cosa farà il “Grande Fratello”, ora guidato da un presidente per molti versi “anomalo”. Ma resta pur sempre una maggioranza del Parlamento che considera tuttora la Russia come un nemico giurato e “irredimibile”, più o meno come pensava e pensa la signora Hillary Clinton. Il problema di questa maggioranza è che, per combattere la Russia, essa deve violare i principi fondamentali dell’Europa quali quelli che riguardano la libertà d’informazione, l’articolo 11 della Carta dell’Unione su diritti fondamentali e la risoluzione dell’Unione Europea dell’11 dicembre 2012. Detto in termini più crudi: l’obiettivo della risoluzione, quali che siano gli argomenti usati, è quello di istituire forme di censura nei confronti dei media – di tutti, russi e non russi – che espongono opinioni difformi o contrarie a quelle sostenute dai gruppi dirigenti occidentali.
In base ai criteri indicati nella risoluzione, in pratica, anche ogni cittadino dell’Unione Europea che sostenga, riproduca, diffonda opinioni e valutazioni critiche delle azioni dell’Occidente (per esempio che scriva un articolo come quello che state leggendo) può essere definito un “sostenitore della propaganda del Cremlino” e, dunque, rappresentare una minaccia per la sovranità di questo o quel paese europeo e dell’Unione nel suo complesso. Chiunque ben comprende che è in questo modo che si dà avvio a una specie di “caccia alle streghe”, che finirebbe per chiudere la bocca a ogni forma di dissenso politico in Europa. Da qui a tacciare chiunque abbia opinioni difformi dal mainstream occidentale come un “traditore” della patria, in collusione con il nemico il passo è breve, anzi brevissimo. Dunque non è in questione soltanto il diritto della circolazione in Occidente delle opinioni espresse dai media russi, ma anche la libera espressione delle idee di tutti i giornalisti, bloggers, media attivisti che lavorano e vivono in Occidente. Del resto a stessa promotrice della risoluzione, la già citata Fotyga, commentando il voto, esercita una “propaganda ostile”, falsificatrice dei fatti, là dove accusa la Russia di “annessione della Crimea e di aggressione all’Ucraina orientale”.
Entrambi questi giudizi sono falsi e tendenziosi. Si dovrà dunque concludere che chiunque non li condivida e li critichi diffonde, per ciò stesso, la propaganda Russa?
E, volendo fare un altro esempio: come dovremo considerare il candidato dei centristi francesi alle prossime elezioni presidenziali, l’ex premier Francois Villon, da poco reduce dalla vittoria nelle primarie contro Sarkozy? Un propagandista del Cremlino? Se dovessimo credere alle affermazioni della signora Anna Fotyga e dei 303 deputati che l’hanno seguita, Villon sarebbe anche lui un “propagandista” della Russia e che “lede la sovranità europea”. Ha detto infatti a Radio Europe 1 che “negli ultimi anni l’Occidente ha trasformato la Russia in un nemico virtuale”, aggiungendo di “non credere” che “la Russia sia un rivale per l’Europa”.
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