Dove ci eravamo lasciati. Così Enzo Tortora riprese il filo di un discorso interrotto bruscamente con i suoi telespettatori, dopo la galera. Dopo quella colossale ingiustizia che ne minò la vita. La Voce in versione cartacea – quella storica – riprende il filo interrotto con i suoi lettori a marzo 2014, quando stava per compiere il suo trentesimo anno. Venne stroncata, allora, per mano giudiziaria: mandante Antonio Di Pietro, esecutore l’amica-insegnante di Sulmona Annita Zinni. Da allora l’inferno, pignoramenti a raffica, rastrellate le poche risorse dei fondi per l’editoria e perfino la messa all’asta della testata. Ma all’ultima udienza per l’incanto, lorsignori hanno “rinunciato”, motivando con il fatto che avremmo addirittura venduto la Voce! Eccoci allora di nuovo in campo, 16 pagine per tentare di riprendere quel filo, convinti che la libertà di stampa – o meglio, quei pochi brandelli che ne restano – vada difesa senza se e senza ma, buttandoci dentro il corpo e l’anima.
16 pagine che mettono insieme alcuni tasselli delle nostre Controstorie d’Italia, quello che abbiamo cercato di raccontare, via web, tramite il sito della Voce, in questi mesi di obbligato silenzio cartaceo, senza più poter sfogliare quelle pagine che sole, a nostro parere, danno il senso della libera informazione. E abbiamo inteso farlo come sempre, con il nostro giornalismo d’inchiesta, lo stesso del primo numero, aprile 1984: una Voce per far sapere quello che gli altri non dicono, nascondono dietro le veline, le notizie ormai omogeneizzate, i silenzi, le omissioni.
Ne abbiamo la riprova tutti i giorni. Avete sentito o letto qualcosa, fino al 3 novembre (quando scriviamo queste righe), della denuncia per Alto tradimento contro Renzi e il colosso finanziario Usa Jp Morgan? Zero. Eppure – a parole – oggi non pochi media sono “anti Renzi”. Ma per fare il solletico, con tutta evidenza. Come del resto sta succedendo – incredibile sceneggiata – proprio negli Usa: contano più le pacche di Trump alle segretarie che le sue evasioni fiscali o le mail da vera golpista (altra variazione sul tema) di Lady Clinton.
Avete mai letto qualcosa sul possibile crac del nostro ministero delle Infrastrutture per via di un folle arbitrato con il costruttore marchigiano Edoardo Longarini voluto da Di Pietro nel 2007, e clamorosamente perso dall’arbitro Ignazio Messina, l’attuale segretario di Italia dei Valori, però pagato dall’erario la bellezza di 4 milioni di euro? Storie ai confini della realtà. Ma nascoste al popolo bue. Che paga le tasse.
Avete mai avuto notizia del processo che da alcuni mesi in corso a Napoli per la “strage del sangue infetto” che ha causato migliaia di vittime? E vede coinvolto il gruppo Marcucci, leader degli emoderivati in Italia? Andrea Marcucci è “l’antenna di Matteo” al Senato, nonché presidente della commissione Cultura…
Vi siete resi conto che nei nostri tribunali ormai campeggia una scritta, “Prescrizione per tutti”, in modo che i criminali per la strage di Viareggio festeggino a champagne, chi distrugge l’ambiente e ammazza con i rifiuti tossici (sarà un’ecatombe nella terra dei fuochi in Campania nei prossimi anni) possa tranquillamente compiere lo stesso reato due volte, essere processato due volte tanto chissenefrega? E addirittura possa poi essere ufficialmente incaricato di effettuare le bonifiche? Che chi ruba con gli appalti, dall’alta velocità ai metrò cittadini (in prima pagina il caso Roma, del tutto oscurato quello partenopeo), dall’Expo alle ricostruzioni post terremoto, usa sempre lo stesso sistema sapendo di poter delinquere nella più perfetta impunità? Che il sistema “Pomicino” dopo trent’anni continua a funzionare a meraviglia? Che il sistema “Pacini Battaglia” – l’uomo a un passo da Dio secondo il Di Pietro pm che gli procurò l’avvocato difensore e lo “sbancò”– non perde colpi come un orologio svizzero? Che sul terreno finanziario i Bankster sono i veri padroni dei nostri destini? Che forse “a loro insaputa” stanno svendendo l’Italia a pezzi e bocconi? Che addirittura Renzi & C. hanno messo il segreto di Stato sui derivati, tanto per avvelenarci e intossicarci meglio?
Dedichiamo questo numero a Pier Paolo Pasolini, massacrato dallo Stato 41 anni fa. Perchè sapeva e aveva trovato le prove. Al suo sconfinato coraggio.
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Un commento su “IL RITORNO DELLA VOCE – L’EDITORIALE DEL NUMERO DI NOVEMBRE 2016”
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Sono con voi. Da quando vi ho scoperto, tardivamente, purtroppo, non vi “mollo” più. Ogni giorno scopro qualcosa che non so grazie a La Voce delle Voci. E sono una giornalista…quasi 40 anni di professione fra Rai e Mediaset. Per non contare le miriadi di collaborazione prima dell’assunzione definitiva: Adn Kronos, Il Tempo, riviste varie. Ora che sto per andare in pensione, ho scoperto cosa significa fare giornalismo grazie a La Voce delle Voci. Ciò che ho fatto finora, pur di tutto rispetto e remunerato, non ha nulla a che vedere col giornalismo come solo ora capisco vada fatto. Sì, qualche punzecchiatina, qualche politico messo in difficoltà, qualche scoop, se vogliamo, qualche minaccia ricevuta da tizio o caio, ma ciò che ho fatto è lontano anni luce dalla verità che finalmente leggo su La Voce delle Voci. E’ questo l’unico giornalismo che dà un senso alla nostra categoria. Che infonde passioni e ideali in un mestiere che altrimenti significa limitarsi a fare il notaio, a registrare cose dette da altri. A 60 anni posso dire finalmente che fare l’impiegato della notizia non è assolutamente interessante. Bravi!!!