33 come gli anni di Cristo. 33 come i milioni costati per l’opera di Christo. Ossia la mega installazione sul lago d’Iseo inventata dal genio bulgaro, il freccione giallo che ha sedotto 1 milione e 200 mila visitatori, felici di sorbirsi una coda chilometrica sotto il solleone tra giugno e luglio.
Peccato che ora quei “costi” un po’ altini siano finiti nel mirino della Corte dei Conti, che ha aperto un’indagine, del Codacons, che ha scritto un esposto denuncia, e della stessa Legambiente che ha affidato al docente del politecnico di Milano Renato Pugno la redazione di un rapporto analitico su quanto ci è costato il capolavoro.
Ne escono fuori dati da far accapponare la pelle. Il costo globale raggiunge la stratosferica vetta dei 33 milioni di euro, di cui la metà pagato dagli “organizzatori”. L’altra metà – viene calcolato – è sul groppone della collettività, pesa sulle casse dell’erario pubblico. Pugno, in sostanza, non ha calcolato solo le spese dirette di enti pubblici interessati, ma anche i “costi” indiretti in termini di traffico, congestione, perdite di tempo, aumenti in alcuni prezzi e servizi. Per pareggiare il conto, in soldoni, sarebbe stato necessario far pagare un ingresso (invece libero) intorno ai 20 euro.
Un vero Pugno nello stomaco la dura sentenza del docente universitario, esperto nella valutazione economica delle opere pubbliche, sul nastro di Christo: “Un esempio molto utile per come non si devono progettare e realizzare opere”.
La passerella di tre chilometri, creata in polietilene, collegava Sulzano, sulla sponda del lago, alle isole di Monte Isola e San Paolo, di proprietà della famiglia Beretta, nota in tutto il mondo per la produzione di armi. Proprio nell’imperdibile scenario dell’isola di San Paolo, infatti, la ricca dinasty di pistole & fucili ha imbandito il ricco buffet, al quale si sono alternati vip di tutte le razze, compresa la ministra per le Riforme Maria Elena Boschi e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
No problem se a tirare fuori i soldi per comprare il capolavoro è un privato: lo sceicco di turno o il magnate russo, alle prese con la fontana di Trevi e il miliardario italo americano che tira fuori dalla tasca 500 mila lire in bigliettoni da diecimila per il “venditore” Totò. L’indimenticabile D’Alessio viene poi prelevato dall’ambulanza del 113, così come dovrebbero fare oggi con il “facoltoso” acquirente di Him, l’opera del Maestro Maurizio Cattelan battuta mesi fa ad una super asta. Da Christo a Christie’s, quindi, il passo non è poi così lungo; così come dal lago d’Iseo a New York, dove si è svolta l’asta record.
I 15 milioni per Him, infatti, hanno superato il precedente primato stabilito dell’artista padovano, doppiando i 7 milioni e 900 mila euro di “Senza titolo”, autoritratto scultoreo, una figura che emerge dalle mattonelle del pavimento. Imperdibile. Mai quanto la gemma successiva, esposta al mitico Guggenheim, sempre a New York: un water in oro zecchino, andato ad impreziosire, appunto, il bagno dello stesso super museo a stelle e strisce dell’arte contemporanea.
Him ha comunque 15 anni – realizzato nel 2001 – e rappresenta un Hitler inginocchiato, grandezza d’un ragazzino, già esposto, fra le altre location, nel ghetto di Varsavia, suscitando qualche dubbio soprattutto tra l’allibita cittadinanza. “Ma è proprio questo – commenta di gusto il Genio padovano – lo scopo della mia arte, suscitare emozioni. Mi interessano le reazioni della gente, di chi guarda: sono loro che fanno le mie opere”. Vedere l’effetto che fa: come nello zoo di Enzo Jannacci…
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