Vedi Marbella e poi… ritorna (se puoi)

Napoli-Roma-Malaga: l’itinerario aereo si completa in auto. Lasciato il terminale Pablo Picasso della città più meridionale della Spagna, la direzione è Marbella: cinquanta minuti, tutta autostrada, ai margini di spiagge mai affollate, villaggi che risplendono di bianco accecante e distese senza fine di litorali, esempio di evoluta ospitalità per spagnoli e turisti, di chilometriche opportunità per chi bada al risparmio e al mare trova spiagge libere dove piantare ombrellone e sedie portatili. E per i globetrotter la chance di un raid in Marocco che dista un’ora di traghetto dalla vicina Gibilterra. E’ Iberia del Sud Marbella, quasi più inglese che spagnola per una pacifica, progressiva invasione britannica, favorita dal più classico passa parola. Marbella è la perfezione che trasforma l’utopia dell’Eden vacanziero in una miriade di confortevoli attenzioni per l’ambiente, la rigogliosa generosità del verde che domina l’intero scenario di insediamenti piacevoli alla vista, di elevata vivibilità, vissuti nel rispetto per la quiete collettiva, curati giorno dopo giorno perché neppure il minimo dettaglio sia trascurato. Marbella è Porto Banùs, il nucleo chic dove i navigatori di barche milionarie hanno il privilegio di parcheggiare Ferrari, Bentley, Aston Martin, ammiraglie della Mercedes e affini a costi pari all’esclusività del diritto. Per livello di vita, Marbella si può confrontare e non sfigurare con i luoghi del mondo eletti a simbolo di bellezza e giusta notorietà come Capri, Positano, Portofino, alcune perle della costa Amalfitana e della costa Azzurra, di gioielli della Sardegna.

Perderebbe con disdoro chi scommettesse di trovare in terra una carta gettata maleducatamente via, di scoprire una dei milioni di piante d’ogni genere con una sola foglia secca, di intercettare una minima scorrettezza degli automobilisti, di finire con l’auto in buco nell’asfalto. Marbella è lusso, raffinatezza, bella gente, specialmente europea, che ha contribuito alla sua meritata notorietà, ma non solo. In questa meridionalissima Spagna c’è spazio e agibilità per tutti. Spiagge e mare libero, ampia gradualità di costi del mangiare. E pensare che una guida della Spagna, datata 1965, si occupava di Marbella con scarne notizie e l’esclusivo elogio di “Bella spiaggia”. A circa un’ora di auto è imperdibile la raffinata Mjas che domina il mare e dall’alto dei suoi trecento metri si affaccia sul polo turistico di Finguerola. Eguale distanza separa Marbella da Malaga, città cosmopolita che ospita nel suo imponente museo le opere di Picasso, suo inarrivabile figlio, una sontuosa cattedrale e i resti percorribili del maestoso Castillo de Gibralfaro, edificato nel XIV secolo a protezione dell’Alcazaba. Signor De Magistris, è vero Napoli è una metropoli costretta a moltiplicare per mille volte la difficoltà di amministrarla, di vestire di stessa perfezione una mega città, ma se si ritagliasse uno spazio antistress per una settimana di esodo dai problemi di Napoli, accetti il consiglio, visiti Marbella e ne tragga energie per importare insegnamenti sulla qualità della vita possibile, sulla scelta di investire tutte le risorse (anche gran parte di quelle attribuite a eventi ludici) per migliorarla, a partire da interventi minimi e primo fra tutti l’efficienza della manutenzione.

Nella foto  Marbella


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