Strano, anomalo, incoerente Paese l’America. In parte popolata di sprovveduti e incolti cittadini che il clownesco Trump imbonisce, plagia, galvanizza con il peggio dell’antidemocrazia: razzismo, omofobia, revancismo, millanteria. E’ lui che i repubblicani, cioè l’anima a destra degli Usa, hanno designato a competitor di Hillary Clinton per la casa Bianca, centrale mondiale delle potenze in terra. L’odore dei dollari, che Trump accumula alla pari con gli emiri dell’oro nero, inebria i suoi fanatici fan e getta ombre sinistre sulla dignità internazionale del suo Paese. Tra gaffe, insulti, insolenze e volgarità il paperon dei paperoni a stelle e strisce ha sbaragliato la concorrenza interna e benché osteggiato dal suo stesso partito, l’ha spuntata. Per non farsi mancare nulla, il tronfio Donald ha delegato la sinuosa Melania ad arringare i fedelissimi riniti nella convention decisiva e la fanciulla, imbeccata da un consulente incapace ha imparato e recitato a memoria parola per parola (per chi frequenta i computer con il sistema del copia-incolla) un intervento pronunciato da Michelle Obama. Scoperto il vergognoso imbroglio, i media ci hanno sguazzato con giusta ironia, mista a disgusto. Trump presidente degli Stati Uniti? E’ vero che le follie di questo mondo non sorprendono più, ma a tutto ci deve essere un limite.
Nella foto Melania Trump e Michelle Obama
Il piglio hitleriano di Erdogan
Come epurare con licenziamenti, rimozioni da incarichi e arresti tutti gli abitanti di un intero quartiere, per esempio del Vomero, rione collinare di Napoli: questa finora la vendetta nazista del dittatore Erdogan che non contento del violento repulisti, umilia gli avversari, in manette, ammucchiati uno sull’altro in mutande nelle stalle. Staremo a vedere se l’Europa ha in sé i principi di coerenza con gli ideali di democrazia, libertà e rigore per tenere l’hitleriano Erdogan lontano dalla comunità, se sarà capace di far prevalere la ragione su interessi economici e strategici. Imbarcare nella già complicata unione di Stati del Vecchio Continente Paesi che evocano regimi fascisti (Polonia, Ungheria, Austria) è il contrario delle ragioni per cui è nata la Ue. Insomma meglio meno che più se si tirano dentro nemici della democrazia.
Avviso agli xenofobi
A proposito di xenofobia: alla per ora timida ripresa della nostra economia (sorpresa?), partecipa l’intraprendenza dei migranti, protagonisti di nuove attività imprenditoriali, di iniziative di lavoro autonomo. Quale migliore forma di integrazione? Gli analisti rilevano l’andamento moderatamente positivo dell’economia italiana e scoprono che le imprese nate per iniziativa degli emigranti sono arrivate alla rispettabilissima cifra di 550 mila, con il contributo di iniziative commerciali, in edilizia, della ristorazione e dei servizi. In pole position Marocco, Cina e Romania, ma ancora più avanti il Bangladesh (sorpresa!), tutti più attivi in Lombardia e Lazio. Gente che paga le tasse e contribuisce alla salute, per altro precaria, dell’erario.
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