Tra meriti e colpe, Maurizio Costanzo, con il suo talk show antesignano con molti imitatori, ha favorito nel pianeta sconcertante della televisione di intrattenimento il balzo in alto dei picchi d’ascolto con il condimento della rissa, delle liti degli ospiti, del gossip. Portacolori della squadra degli urlatori, campione insuperato di insulti, parolacce e volgarità è stato, anzi è, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, prestato alla politica in Forza Italia, sindaco di un piccolo centro siciliano, presente a più riprese nei salotti televisivi di Rai e concorrenti. Tra numerosi episodi il suo ricco curriculum di intemperanze si arricchisce di un episodio accaduto in pieno svolgimento dell’Expo milanese. Per il campione di edonismo c’è una richiesta di condanna del Pm Ramondini (1 anno e 6 mesi) per resistenza a pubblico ufficiale. Stessa richiesta per l’autista. A uno degli ingressi dell’Esposizione Mondiale Sgarbi si è presentato in auto senza accredito e contro mano. I carabinieri verificavano l’autorizzazione, Sgarbi li apostrofò insultandoli (togliti dalle p…, io qui dentro faccio quel che c….voglio, sei un fascista, non fate un c…e state interrompendo un pubblico servizio, ci vedremo in tribunale). Per questi insulti Sgarbi ha versato diecimila euro di risarcimento ai carabinieri per ottenere il ritiro della querela (evidente ammissione di colpa) ma il magistrato ha chiesto comunque la condanna perché il critico ha indotto l’autista a forzare il blocco dei militari con il rischio di investire uno di loro. Chissà se Costanzo si è pentito di aver inventato l’isterico personaggio Sgarbi. Il quale sparlando di politica ha pronunciato la seguente c…ata (giusto per adeguarci al suo stile): Mussolini meglio di Renzi”. In un colloquio ravvicinato, televisivo (talk show di Costanzo), con la disinvolta Belen, a proposito di gossip, dice Belen “Ho avuto solo dieci uomini”. Dice Sgarbi: “Il gossip di Belen riguardava Marina Ripa di Meana quando scopava, adesso non scopa più. Belen ha sbagliato a darla a Corona che le ha rovinato la vita, quando poteva darla a me”. Come non apprezzare il garbo, la delicatezza, il serio riserbo, contenuti in poche ma sentite espressioni?
Nella foto Sgarbi con Belen e Costanzo
Viva la Tv
Nella sua magnifica promiscuità di geni, analfabeti, eccellenze della cultura e trogloditi, in Italia c’è anche posto per gli Sgarbi, per i giornalisti e non di programmi televisivi che gareggiano in decibel sonori (ma perché strillano tutti?), per giochi a cicli semestrali di ogni sera (“Eredità”, “Intesa vincente”; ecc.) con i conduttori che ad ogni puntata ripetono “a pappagallo” identiche espressioni, parole, gesti, moine, senza una pur minima variazione sul tema. Considerato il paradossale successo di questi format nazional popolari, si capisce anche l’ossessiva invasione di spot promozionali con sequenze da schiaffi: pubblicità senza annuncio preventivo, poi pubblicità introdotta da sigla, poi pubblicità in tempi supplementari e promo, anteprime. Film di novanta minuti, imbottiti di “reclame” come dice Antonella Clerici, durano centocinquanta minuti, anziché novanta e a nulla sono valse le proteste del mondo del cinema
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