Più poveri, peggio il Nord

Quasi non fa più notizia il suicidio di lavoratori licenziati, imprenditori falliti, uomini e donne, giovani, che perdono ogni rapporto con la vita per disperazione. La povertà, male endemico di tutto il mondo, non risparmia i Paesi industrializzati, anzi lì ha radici più profonde, alimentate dall’assurdo “tanti poveri, pochi ricchissimi” comune alle società cosiddette avanzate. L’Italia, è sotto gli occhi di chi non si benda e non impedisce l’udito, non fa eccezione e i dati Istat lo dicono con terribile chiarezza. E’ record di povertà assoluta, da Nord (dove aumenta) a Sud (più estesa). Si contano poco più di quattro milioni di italiani sotto la soglia minima di sopravvivenza, pari al 7,6 % dell’intera popolazione. I numeri sono impressionanti. Un milione e mezzo di famiglie vivono in povertà totale. L’aumento al Nord si deve alla maggior presenza di stranieri. Stanno peggio le famiglie con quattro componenti (coppie con due figli) e come non capire se la tendenza degli italiani è di non procreare come un tempo? In controtendenza, rispetto al dato della povertà nel Mezzogiorno, la più alta del Paese, l’Istat racconta che nell’anno trascorso a Sud di Roma è aumentata l’occupazione ed è cresciuto il prodotto interno lordo (Pil +1%), dopo sette anni di decrescita. Merito dell’agricoltura. L’aumento nazionale degli occupati è stato dello 0,6%, quello dell’Italia meridionale dell’1,5%. Sorprende favorevolmente l’inversione di tendenza della popolazione del Sud, per decenni attratta dall’occupazione nelle fabbriche del Nord e da qualche tempo orientata a ottimizzare il bene della terra.

Nella foto, povertà assoluta

 

Olbia, sindaco censore

La censura sulla cultura è cosa del regime, del ventennio, anacronistica in democrazia? Niente di più illusorio: Settimio Nizzi, sindaco di Olbia, Forza Italia, e l’assessora alla cultura, Sabrina Serra, hanno vietato la proiezione nella biblioteca comunale (autorizzata dalla precedente amministrazione di centro sinistra) la proiezione del film di Sabina Guzanti “La trattativa” e l’hanno impedita nel ristopub Civico IV a cui la regista aveva chiesto ospitalità, con l’intervento dei vigili urbani, appellandosi al testo unico sulla sicurezza del 1931 (tempo di aperta ostilità alla cultura). “Il film e la regista”, ha sentenziato il sindaco (lo scrive il Fatto quotidiano) “Mettono, in maniera assolutamente discutibile, in relazione la mafia e Forza Italia, utilizzando la lotta alla mafia e i suoi simboli, che sono invece patrimonio comune di tutti gli italiani, per gettare in maniera fantasiosa fango gratuito su un partito costituito da militanti e amministratori locali perbene, impegnati a fare politica onestamente. L’amministrazione comunale ritiene fuori luogo, fuorviante e inopportuna l’iniziativa, annullata per ragioni di etica, verità e correttezza”. La risposta della Guzzanti: “È un comunicato inaudito, fascistissimo. Fuori da ogni logica democratica, tipico dei berlusconiani che c’eravamo scordati”. A conclusione della proiezione del film la regista avrebbe parlato di Stato e di mafia. Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso da Cosa nostra, si sarebbe collegata con Skype. Tutto cancellato.

 

 

 


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