Continua l’assordante silenzio del ministro per la Salute, l’alfaniana Beatrice Lorenzin, sulla vivisezione, in particolare sulle risposte ai “rimproveri” della Ue sulle troppe garanzie (sic) che il nostro Paese riserverebbe alle cavie. E prosegue il muro di gomma dell’ufficio stampa del dicastero, fino a prova contraria un organismo pubblico e non il condominio privato della ministra. Ma tant’è. Sia per i cosiddetti “umani” che per i cosiddetti “animali” quel dicastero prosegue nelle solite prassi: vaffanculo agli interessi pubblici, largo ai traffici privati, in pole position al solito le industrie farmaceutiche. Da Sua Sanità De Lorenzo, fine anni ’80, ad oggi, la musica non è poi cambiata di tanto.
E continua il blablabla di filosofi & scienziati sugli incommensurabili “valori” della stessa vivisezione, pardòn della “sperimentazione animale”, come i Vati preferiscono chiamarla, a cominciare dalla senatrice e farmacista a vita Elena Cattaneo, da inizio 2016 in prima linea nel fuoco di fila innescato dalle colonne di Repubblica (che si contraddistingue anche per le sue “progressiste” battaglie pro vaccini e pro Ogm).
Eccoci ai Platone de noantri. Aprono il tema Gilberto Corbellini e Chiara Lalli, usciti con il fresco di stampa “Cavie? Sperimentazioni e diritti animali”, filosofi della scienza alla – non a caso – Sapienza di Roma, recensiti e incensati in tempo reale dal numero uno dei maitre a penser (in mezzo a una giungla di centimaitre), Giulio Giorello, autore di due pagine per “La Lettura”, il supplemento culturale del Corsera.
E’ adesso la volta di un altro nume, Mario De Caro, il cui Verbo risuona tra le aule dell’Università Roma Tre. Ma anche tra i corridoi della “Tufts University”, dove è “visiting professor”. Sue specialità, oltre che l’ovvia filosofia morale, anche il libero arbitrio e la “teoria dell’azione”. E’ caldo come una sfogliatella un suo commento pubblicato sul Sole 24 Ore dal titolo che già mette in moto miliardi di neuroni, “Gli animali hanno diritti?”.
Ecco il diritto alla parola del Vate griffato Tuffts. “Buona parte del volume – illustra – è dedicata ad una circostanziata difesa dell’importanza dell’uso di animali (di ‘cavie’, appunto) nella sperimentazione scientifica. In questa prospettiva, oltre a vari altri argomenti, gli autori criticano con forza l’idea che la sperimentazione animale non abbia giocato in passato, e non giochi oggi, un ruolo cruciale e insostituibile nel progresso scientifico: ‘E’ fuori dalla realtà negare sia stata fondamentale per il progresso delle conoscenze umane, per la sconfitta da parte della medicina di molte malattie per ridurre significativamente la sofferenza umana. Senza peraltro far aumentare quella animale’”.
Piccolo record. Due piccioni con una fava, due sciocchezze in una. Un recente studio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (“Per gli animali è sempre Treblinka”) documenta tutte le atrocità commesse in camice bianco per le prassi di vivisezione, nel 70 per cento dei casi condotte senza neanche anestesia, e nel restante con una anestesia minima. Crudeltà che neanche nei peggiori lager, come del resto scriveva il premio Nobel Isac Singer, che di quei luoghi, forse, se ne intendeva, e la cui “filosofia” era di qualche anno luce più “densa” di quella degli odierni peripatetici.
Ma è proprio sul ‘nodo’ scientifico che reinciampa De Caro, quando controfirma come oro colato una delle “corbellerie” più colossali contenute nel volume del tandem Lalli-Corbellini (nomina sunt consequentia rerum). “Gli autori concedono che, sebbene attualmente non ci siano buone ragioni scientifiche per rifiutare l’uso di cavie animali, vi possano essere buone ragioni morali: ‘Chi vuole condannare la sperimentazione animale deve rinunciare all’argomento scientifico, che non è sostenibile, per concentrarsi su quello morale. Ma si tratta di un esercizio non facile’. In effetti, la discussione in prospettiva morale è concettualmente complessa”. A questo punto, preferiamo evitare al lettore un inutile martirio – atroce quasi quanto la stessa vivisezione – con la somministrazione di altre pillole del De Caro Pensiero, a base di “idea kantiana della santità” e altre amenità da 113.
Osserva Bruno Fedi, cofondatore del Movimento Antispecista e per anni docente di Medicina e Chirurgia alla Sapienza. “E’ esatto proprio il contrario di quanto scrivono Corbellini, Lalli e De Caro. Il mio ragionamento, che porto avanti da quarant’anni, non si basa su principi etici o morali, di crudeltà o altro. Ma solo su dati scientifici. Nel senso che è assolutamente dimostrato, e chi dice il contrario o è ignorante o è in malafede, che la sperimentazione animale è del tutto inutile per il progresso delle medicina e per la scoperta di nuovi farmaci. Anzi è fuorviante, perchè i risultati non sono trasferibili dall’animale all’uomo: tanto è vero che prima di essere brevettati quegli stessi farmaci devono essere testati sugli umani. La sola strada da battere è quella delle sperimentazioni “alternative”, cioè senza far ricorso ai test su cavie animali. Ma c’è da lottare contro gli stratosferici interessi di Big Pharma, che non può fare a meno della sperimentazione animale per immettere sul mercato i suoi prodotti”.
Più chiari di così. E per chi abbia voglia di capirne qualcosa sugli inumani traffici dei cosiddetti “uomini” a base di cosiddetti “animali”, ecco un altro fresco di stampa, non per avvolgerci le ghiande, stavolta, ma da leggere tutto d’un fiato. Parla da solo già il titolo, “Sei un animale”, edito da Sperling & Kupfer e scritto da un biologo francese di religione buddista, Matthieu Richard. Che nel suo libro documenta il massacro annuo – per soddisfare i nostri palati – di “sessanta miliardi di animali terrestri e mille miliardi di animali marini”. A proposito dei macelli, dove vengono ‘trattati’ tanti capi di bestiame, osserva: “si dice che se i muri dei macelli fossero di vetro nessuno avrebbe più il coraggio di perpetrare quei massacri e la gente si asterrebbe dal mangiar carne. Purtroppo tutto è accuratamente nascosto. Lontano dagli occhi lontano dal cuore. Siamo tutti complici. Ogni ora vengono uccisi 126 milioni di animali terrestri e marini. Voltiamo lo sguardo per evitare di sentirci in colpa e per mantenere lo status quo”.
LINK
VIVISEZIONE / HA OBBEDITO IL MINISTRO LORENZIN AI MONITI UE? TOP SECRET – 5 luglio 2016
CINA & UE UNITI NELLA TORTURA / E LA LORENZIN ? – 13 giugno 2016
VIVISEZIONE CRUDELE, INUTILE E NON VALIDATA / IL J’ACCUSE DI BRUNO FEDI – 26 febbraio 2016
Il commento del professor Bruno Fedi
Congratulazioni per l’ articolo. La verità si dice con poche parole, dunque, sarò breve. I risultati della vivisezione non sono trasferibili, dunque dovrebbe essere vietata. Invece da 40 anni non abbiamo fatto alcun progresso. Perchè? Perchè oggi il padrone di tutto è il mercato. Non sono padroni il Papa, il presidente americano, oppure Putin. Infatti, Obama non riesce ad abolire il mercato delle armi. Del resto, non possiamo salvare tutti e proteggere “la vita”. Per esempio, non possiamo salvare i parassiti (pulci zanzare, zecche, tenia, ecc). Cosa possiamo ottenere? Possiamo dimostrare che i metodi alternativi sono più efficaci e meno costosi. Dimostrare che il consumo di carne produce un cambiamento climatico che può ucciderci tutti. Questo sto facendo. Lascio questa idea semplice (Dominio del mercato) come elemento di riflessione: nei prossimi anni tutti la ripeteranno, come hanno ripetuto altre idee fondamentali (l’ importtanza della genetica, dell’ evoluzione, ecc. copiate poi, da tutti). E’ bene che sia così, ma farebbe piacere qualche volta leggere chi è stato a evidenziare il fatti. Naturalmente, qualunque articolo sull’ argomento, serve a creare la coscienza del problema, ma la soluzione, sta nel cambiamento della società:la società sopraffattrice, non può continuare all’ infinito e non può crescere all’ infinito. Dimenticavo: il mercato è il Padrone, ma è Cieco (!!!). Può farci suicidare, senza che ce ne accorgiamo. Vede solo il profitto. Fedi
13 luglio 2016
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2 pensieri riguardo “VIVISEZIONE / IL SILENZIO DI LORENZIN E IL BLABLABLA DEI MAITRE A PENSER”