A giudicare dal fuoco ad altezza uomo-donna del confronto tra Hillary Clinton e Donald Trump, tutto in mondo è paese. Figuriamoci se l’Italia si potesse proporre come la rara eccezione… Competizioni elettorali? Piuttosto lotta all’ultimo sangue, guerra di insulti, accuse fondate e non, colpi bassi, assalti se va bene con il fioretto, altrimenti con fendenti portati con le spade, complotti, bugie e mezze verità, contestazioni su spazi e tempi riservati ai candidati. Fa eccezione Sky che nello scenario suggestivo quanto appropriato del Campidoglio, dove si insedierà uno dei due contendenti vincitore del ballottaggio di domenica prossima, ha usato il bilancino di precisione per tenerli su un piano di perfetta e forse noiosa par condicio. Equidistanza utile? Gli osservatori sostengono che questi confronti all’americana dalle nostre parti non spostano che una manciata irrilevante di voti, il Pd dichiara vincitore Giachetti, rispondono i grillini che ha prevalso la Raggi. Il gioco si fa duro in altri terreni di promozione dei competitori e solo per fare un esempio si scatena la violenza di giornali schierati per l’uno e l’altro candidato.
Si capisce poco la reiterata parzialità di Ballarò, talk show di Rai3 a più riprese contestato dal Pd per faziosità. Si capisce molto poco la libido televisiva dell’apparire che ha indotto Massino Giannini a lasciare la vice direzione della Repubblica per diventare conduttore di un programma che secondo indiscrezioni dei vertici aziendali è in forse. C’è infatti la percezione di un calo crescente di ascolti e di consensi per un genere televisivo che ha fatto il suo tempo e continua a stare maldestramente in piedi come un ring in cui si accapigliano, urlano, si insultano i soliti frequentatori. Per di più Ballarò non regge il confronto di audience con il Martedì di Floris, trasfuga a La 7, notoriamente accreditata di ascolti complessivamente molto inferiori alla Rai. Il Pd non risparmia le accuse a Ballarò. A Verdelli, direttore editoriale della rete, imputa una “funzione oscura”, nel senso che non interviene, alla Maggioni e a Dall’Orto, presidente e direttore generale della Rai, addebita le responsabilità dell’offerta del servizio pubblico e del pluralismo. Il riferimento all’ultima puntata di Ballarò è per una serie di insulti a prefetti e magistrati, definiti “ladri” (una bella domanda: perché si continua a invitare Sgarbi, personaggio inventato da Maurizio Costanzo che gli ha consentito ingiurie e altre violenze verbali), ma soprattutto per aver concesso a Di Battista, del direttorio 5Stelle, di denigrare il governo senza contraddittorio. L’ultima contestazione è per la dichiarazione di Freccero in consiglio di amministrazione della Rai, in quota 5Stelle. “Chi vuole le olimpiadi a Roma è un coglione”: un vero spot per la Raggi che si è dichiarata contraria all’evento. Domanda: ma Giannini è un pentastellato in incognito? Perciò incompatibile con la Repubblica?
Nella foto Ballarò
Il gran rifiuto di Francesco
La motivazione è fin troppo semplice e diretta: “no” a donazioni di soldi che è meglio utilizzare per alleviare i disagi della povera gente. Il “no” è di papa Francesco all’assegno di un milione di euro per la fondazione internazionale di diritto pontificio Scholas occurrentes, da lui fondata quando era cardinale di Buenos Aires. Nel retroscena del rifiuto c’è altro. Bergoglio rifiuta di essere oggetto di sotterfugi del governo argentino guidato da Mauricio Macri. L’iniziativa della donazione nasconderebbe l’intenzione di migliorare i rapporti, definiti gelidi, con il Vaticano in vista dell’auspicato ritorno in patria. Dunque è scontro tra Francesco e Macri. In Vaticano parlano di un papa infuriato anche per la cifra finale dell’assegno di 666 euro, numero diabolico che conclude l’importo della donazione. Nella circostanza si ricorda che il papa, durante un’udienza generale, a proposito di donazioni alla Chiesa aveva pronunciato parole molto dure (testuali, da Il Fatto Quotidiano): “Io penso ad alcuni benefattori della Chiesa che vengono con l’offerta, (‘Prenda per la Chiesa questa offerta’), questa sia frutto del sangue di tanta gente sfruttata, maltrattata, schiavizzata con il lavoro malpagato. Io dirò a questa gente: ‘Per favore, portati indietro il tuo assegno, brucialo’. Il popolo di Dio, cioè la Chiesa, non ha bisogno di soldi sporchi, ha bisogno di cuori aperti alla misericordia di Dio. È necessario avvicinarsi a Dio con mani purificate, evitando il male e praticando il bene e la giustizia”.
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