Momenti di paura allo zoo di Napoli. Sabato pomeriggio nel recinto della “savana africana promiscua” dove le zebre convivono con gnu e giraffe è nato un piccolo gnu.
Le zebre l’hanno individuato come estraneo al gruppo e l’hanno aggredito caricandolo e calpestandolo più volte. Una scena che ha allarmato il pubblico presente – tra cui c’erano anche dei bambini – intorno al recinto, che non sapendo che cosa fare ha cominciato a gridare per allontanare gli equidi in evidente stato di agitazione.
“Purtroppo – racconta una delle persone presenti, Cinzia Fiorentino – il piccolo di gnu non è riuscito neanche a mettersi in piedi che gli operatori del parco hanno pensato fosse logico e naturale far rientrare le zebre, allontanate durante il parto. Solo le nostre urla sono riuscite a distrarle momentaneamente, limitandone le continue cariche. Gli interventi sono risultati inadeguati”.
Secondo i visitatori i keeper avrebbero sventolato soltanto dei rami, rimanendo lungo il perimetro del recinto. Poi il cucciolo di gnu sarebbe stato raccolto e portato via da un’auto entrata nel recinto che ha allontanato le zebre.
Diversa la versione dello zoo: “Innanzitutto va detto che il piccolo gnu non è morto e sta anzi benissimo – dice il titolare dello zoo di Napoli, Francesco Floro Flores – Non potevamo prevedere il momento preciso della nascita, sebbene avessimo con un’ecografia accertato che la madre era incinta. Di solito sappiamo che gli animali partoriscono di sera, invece qui è andata diversamente. Non abbiamo neppure previsto l’isolamento perché non pensavamo che potesse esserci una reazione così ostile delle zebre, né che gli altri gnu sarebbero intervenuti in difesa del piccolo e anche le giraffe. In realtà è andato tutto come in natura e questo per noi è un’esperienza nuova. Stiamo cercando di fare tutto nel rispetto massimo della naturalità. Stiamo anche cercando di capire etologicamente perché questo è accaduto. Faremo comunque un comunicato per dare notizie anche sul piccolo, che è salvo”.
Può una nascita o un qualsiasi evento verificatosi in cattività, essere paragonato a uno che accade in natura? Il concetto di “wilderness”, ossia natura assoluta, senza l’intervento o l’influenza dell’uomo, si sa, è un concetto che gli etologi e gli zoologi considerato estinto, ormai impossibile. Figurarsi in uno zoo. I visitatori chiedono la presenza di figure specializzate nella gestione di fenomeni anche imprevedibili (in realtà esiste letteratura scientifica sul fatto che la di solito pacifica convivenza di gnu e zebre, uniti da un’alleanza di sensi più sviluppati negli uni e nelle altre per prevenire gli attacchi dei predatori, a volte non è tanto pacifica). Si unisce a questo la paura di traumi che possono essere provocati ai bambini presenti a scene del genere. “I nostri bimbi, prima felici per quanto stava accadendo, erano inorriditi e molti piangevano”, continua la visitatrice, richiamando – ma per fortuna non è questo il caso – le recenti vicende del gorilla ucciso per timore che aggredisse un bambino e, peggio, degli animali sezionati in presenza di classi di piccoli studenti dopo essere stati uccisi a causa dell’inbreeding (consanguineità). Ultimamente, anche per episodi del genere e che naturalmente fanno molta sensazione, gli zoo sono ben diversi dai paradisi terrestri promessi da molte delle pubblicità di questi parchi. “Il personale per giustificarsi ha detto che quanto è accaduto è stato causato dal vociare e dalle urla dei visitatori, invece noi abbiamo allontanato le zebre”, spiega Cinzia Fiorentino. Di certo le grida degli umani non aiutano a calmare un comportamento agitato, come quello mostrato dalle zebre, ma urlare è pur sempre di una reazione istintiva: per evitarla sarebbe stato necessario, come al solito in pochi secondi, spiegare alle persone che era meglio non strillare e allontanarsi per non peggiorare gli atteggiamenti ostili. In casi come questi è la situazione stessa a generare complicazioni. “Segnalo l’accaduto soltanto per chiedere che il personale venga formato adeguatamente – conclude la visitatrice, che parla per un gruppo di persone presenti al momento dell’aggressione – per evitare problemi agli animali e traumi ai bambini”.
L’autrice è Garante dei diritti degli animali al Comune di Napoli
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