Nuove manovre Usa a cavallo delle presidenziali, tanto per far intendere al mondo che – Clinton o Trump – sarà sempre la stessa musica. Di attacco. Di controllo imperialistico del mondo, caso mai ricorrendo sempre più spesso agli “amici” alleati, scaricando su di loro rischi & costi. Con una polveriera mediorientale in continua ebollizione, tra primavere taroccate ed eterodirette, un conflitto in Siria sul quale far soffiare di continuo venti di guerra, l’ultima “chicca” arriva dalla Romania, paese tanto “amico”, ormai, da dover accettare sul suo territorio l’installazione, ormai in fase avanzatissima, di un maxi arsenale di missili puntati in direzione Russia, tanto per far intendere la “musica” al vicino Putin e “consigliargli” di star buono e tranquillo. E la Nato, in un summit che si terrà a luglio in Polonia, è chiamata a ratificare il progetto a stelle e strisce, mentre la Francia recalcitra. La Voce ne ha scritto in una recente cover story (qui il link).
Su questi e altri scenari è appena uscito, per le edizione Piemme, il fresco di stampa “Putinfobia”, scritto da Giulietto Chiesa, un grande esperto di scenari internazionali, per anni corrispondente dell’Unità (quella vera), prefazione di Nicolai Lilin, autore di “Educazione siberiana”.
Il volume verrà presentato lunedì 13 giugno, ore 17, all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, fondato e animato quasi quarant’anni fa dall’indomito avvocato-filosofo Gerardo Marotta. Uno dei pochissimi avamposti di cultura, l’Istituto, nel quasi deserto partenopeo e campano: e da anni in gravissime difficoltà economiche, avendo storicamente voluto conservare la propria totale indipendenza da poteri politici e lobbistici.
Oltre all’autore, saranno presenti al dibattito Luigi Marino (Associazione culturale Maksim Gor’kij), Roberto Germano (Alternativa Campania e Pandora Tv), Massimo Ammendola (giornalista e direttore della rivista politica online ‘Città Future’), Federico Scarano (docente alla SUN di ‘Storia delle relazioni internazionali’).
Ecco una nota di Alternativa Campania. “
Ormai è chiaro: la crisi in cui l’Occidente si sta dibattendo non assomiglia a nulla di conosciuto. È una crisi di valori, di democrazia, economica, finanziaria, ambientale, politica senza precedenti. Tutti i riferimenti stanno crollando, la leadership USA non è più invincibile, e anzi mostra la guardia. E quando il potere si sente debole, cerca un nemico da additare. Qualcuno su cui scaricare responsabilità e colpe, qualcuno di cui avere paura. Tutto pur di non ammettere la verità, cioè che le risorse stanno finendo e il sistema sta viaggiando a marce forzate verso il collasso. La Russia è quel nemico. Lo è stato in passato, e oggi quell’ossessione ritorna in versione aggiornata. La Russia e il suo uomo forte Vladimir Putin sono il nuovo “nemico numero 1”. Rispolverando gli slogan della Guerra Fredda, sono tornati a essere l’Impero del Male e Putin è un mostro da dare in pasto alle masse, opportunamente dipinto come tiranno psicopatico, responsabile di stragi o cinico tessitore di trame imperialiste. La guerra in Ucraina, le sanzioni economiche, persino la negazione del ruolo russo nella sconfitta del nazismo, tutto spinge in quella direzione.
Lentamente si comincia a intravedere un’altra verità: la Russia di Putin, fenice risorta dalle proprie ceneri, può essere la sola superpotenza in grado di far deviare il treno lanciato verso la catastrofe.
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