“Cinquantamila euro di risarcimento danni? Intimidazioni ai giornalisti per via giudiziaria? Da noi non esiste”. Ed esprime un preciso commento: “Horrible”.
Sono le parole di Paul Henley, da venticinque anni esatti inviato della Bbc (ora lavora per “Bbc Radio”), in questi giorni a Napoli sulle tracce di Elena Ferrante. “La vostra misteriosa autrice è molto letta e famosa nei paesi anglosassoni, così da noi in Gran Bretagna come negli Stati Uniti. Apprezziamo molto i suoi libri, il suo stile di scrittura e per questo i nostri ascoltatori, e non solo, molto curiosi di saperne di più, ovviamente sulla sua possibile identità ma soprattutto sui luoghi di cui scrive, su quella Napoli che ‘carnale’ che vive nelle sue opere”. Ha effettuato un “Ferrante tour”, a quanto pare ne esiste uno ad hoc, organizzato per i fans; ha intervistato lo scrittore palermitano da oltre vent’anni trapiantato a Napoli, Silvio Perrella. E visitando la zona orientale della città, l’inviato si lascia scappare: “Ha visto Napoli anni fa e in questa zona la trovo peggiorata. Una città stanca, lo leggo dal suo corpo urbanistico sempre più malato, mi sembra una città degli anni ’70”.
Anche il giornalismo italiano è profondamente malato, gli facciamo notare. Gli chiediamo news sullo stato dell’informazione made in England.
“Da noi una cosa del genere, una richiesta di risarcimento danni ad un giornalista da migliaia di euro non esiste. Non so di un collega al quale sia mai successa una cosa del genere. Se qualcuno si sente offeso da un articola fa una causa penale per diffamazione, poi dopo un normale iter giudiziario la corte decide. Ma da noi non esiste la mannaia di una richiesta risarcitoria, per giunta di una tale entità”.
E la giustizia funziona, riesce a conservare margini di indipendenza ed autonomia?
“Lo posso dire con estrema franchezza, nel nostro paese la giustizia funziona ragionevolmente bene. Conserva la sua autonomia. Riesce ad essere sufficientemente indipendente del potere politico. E non è poco. Così come ritengo che la libertà di stampa da noi continui ad esistere, nonostante tutto”.
Parliamo della tua grande Bbc…
“Resta un colosso. Resta la sua storica indipendenza. Resta quel brend. Però il tempo passa e anche da noi un po’ alla volta le cose cambiano”.
Come vive, oggi, la Bbc?
“Vive di canone pubblico, come da voi la Rai. Tutti i cittadini pagano circa 190 euro. Soprattutto i conservatori vorrebbero ridurlo, ma questo rientra nella strategia del partito di Cameron di ridurre man mano l’influenza della Bbc, di arrivare ad una Bbc più piccola, di cominciare quel processo di privatizzazione di cui si parla da anni, come da voi per la Rai. Comunque la Bbc è sempre ‘abbastanza’ filo governativa, sia che si tratti dei conservatori che dei laburisti. Non ci tiene, la Bbc, a remare contro l’establishment, di qualunque colore sia. Però l’informazione che continua a dare con le sue centinaia di canali riesce a conservare degli alti standard di qualità”.
E con le altre potenze dell’etere?
“Beh, storicamente, nell’ultimo decennio, la politica inglese è stata filo Murdoch. Tutti i leader di Londra ci tengono ad averlo come interlocutore, come grande amico. Dai conservatori ai laburisti, e ricordiamo che fu proprio Tony Blair a legittimare Murdoch come il ‘big’ dell’etere, lui che era soprattutto un grande estimatore di lady Murdoch…”.
Gode di buona stampa la Bbc?
“No. Tutt’altro. Di pessima stampa. I quotidiani di destra l’attaccano un giorno sì e l’altro pure. E’ un autentico assalto, tutti i giorni. A cominciare dal Daily Mail, che va ancora benissimo con l’edizione cartacea, ma soprattutto con il suo sito che è addirittura il secondo nelle classifiche a livello mondiale…”
Del resto il Daily Mail vuol comprare Yahoo…
“Certo, con l’enorme liquidità che hanno accumulato possono fare quello che vogliono. La sua linea è di destra marcata, moralista, comunque il gossip è sempre in prima fila, sembra che vogliano ogni giorno impartire la loro lezione. Ma questo alla gente piace, una larga fetta della popolazione si identifica con una linea di denuncia forte che punta l’indice. Del resto, cavalca lo scontento che da noi è dilagante, soprattutto per la congiuntura economica e per le forti divergente a livello europeo”.
Però è morto, dopo trent’anni esatti di gloriosa vita, l’Independent…
Putroppo. Il percorso sembra ormai segnato, con una stampa cartacea che non morirà mai del tutto, conserverà dei suoi spazi, o di nicchia oppure come foglio veloce a pochi cents. E una televisione anch’essa costretta a farsi bene i conti in tasta e fronteggiare i vari ‘assalti’ che arrivano dalle parti più svariate, come succede alla Bbc.
Abbiamo sentito che è stato effettuato, proprio nella storica Bbc, un forte taglio negli organici. Cosa è successo realmente?
E’ una politica cominciata un paio d’anni fa, molti giornalisti sono stati congedati e poi riassunti come free lance, lavori metà e guadagni metà. Tenete conto che la media degli stipendi era piuttosto alta, circa 60 mila sterline all’anno, anche se il tenore di vita ad esempio a Londra è molto elevato, cquasi il doppio di Roma, il triplo di Napoli. Non è certo una pacchia, comunque ci puoi vivere dignitosamente con 30 mila sterline all’anno. Una politica dura, che i giornalisti stanno digerendo. Ci puoi anche vedere il lato positivo, un maggior tempo a disposizione per la tua famiglia, per i tuoi interessi, se ne hai i mezzi per viaggiare. Io per vent’anni e passa non ho fatto altro che viaggiare come inviato. Di miglia ne ho fatte tante, ora preferisco la cosa.
Nella foto Paul Henley
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