Il Consiglio d’Europa boccia l’Italia sul fronte dell’aborto, accusando il nostro Paese di “non rispettare i diritti delle donne che scelgono di interrompere la gravidanza, come sottolinea in un fondo su Repubblica del 12 aprile il super oncologo Umberto Veronesi. Il quale ribadisce il suo pensiero extralaico: “la bussola che guida le scelte di un medico non può essere la sua fede o il suo credo, ma deve essere la volontà del paziente e, in questo caso, l’osservanza della legge. (…) Io sono convinto che in un mondo civile e moderno la fede o l’assenza di fede debba essere lasciata fuori dalla sala operatoria”.
Ecco cosa ha scritto anni fa Bruno Fedi in uno studio su “Etica delle situazioni marginali”, dedicato cioè alle “situazioni di coloro che sono incapaci di comprendere di poter rivendicare i loro diritti. Dunque neonati, handicappati, cerebrolesi, comatosi. Senza escludere anche feti ed embrioni, secondo la definizione – precisa – di J.Naverson”. Fondatore del Movimento Antispecista, Bruno Fedi ha insegnato per anni Medicina e Chirurgia alla Sapienza di Roma ed è impegnato in prima fila per contrastare la “sperimentazione animale”, alias vivisezione, considerata da parecchi maitre a penser della “scienza” come un dovere per la Medicina se non vuol “morire” o tornare ai tempi delle tribù, come ha scritto in tre fondi (sempre su Repubblica) la senatrice a vita Elena Cattaneo tra gennaio e febbraio (interventi ripresi e commentati per la Voce dallo stesso Fedi).
Ma veniamo ad alcuni passaggi base nello studio di Fedi, in particolare al cosiddetto “inizio vita”.
Si parte dalla formazione dello zigote, quando due cellule viventi si sono unite e si è creato un nuovo essere vivente. “La legge italiana – esordisce Fedi – si riferisce evidentemente alla vita umana e tutela la vita, non in senso vago ed estensivo, per esempio quella delle cellule, bensì specificamente quella degli individui, degli esseri umani. Conseguentemente dal momento della penetrazione dello spermatocita nell’ovocita con la creazione di un nuovo essere, assolutamente unico, irripetibile, la sua vita ha diritto di essere protetta, indipendentemente da qualunque altra considerazione. La legge italiana dice, però, che il neonato acquista capacità giuridica alla nascita. Esiste evidentemente una contraddizione tra le due affermazioni: sembra quasi che la penetrazione dello spermatozoo nell’ovocita, la formazione di uno zigote, poi di un embrione e finalmente di un feto fino al termine della gravidanza, non sia vita, tanto che il neonato acquista i suoi diritti solo e soltanto con la nascita. Invece, la vita di un nuovo individuo si è già creata, con tutta evidenza, fin da quando si è formato lo zigote, che non è un ovocita, né uno spermatocita, ha un corredo cromosomico diverso dai genitori e diverrà un essere diverso da loro. Anche non considerando l’aspetto genetico, non si può trascurare che l’embrione si muove, il feto beve addirittura il liquido amniotico, possiede un’attività encefalica registrabile la quale dimostra che egli sogna, ha fasi di veglia e di sonno, può ammalarsi ed essere curato”.
Continua Fedi, sempre a proposito dell’embrione. “Non può rivendicare i suoi diritti, non può parlare, ma il feto e neppure il neonato possono farlo, eppure la legge riconosce i diritti del feto. Embrione, feto e neonato dipendono tutti per la loro vita da quella madre. L’unica differenza sta dunque nel fatto che l’embrione non viene visto, mentre il neonato è visibile. Dunque l’eventuale soppressione di un embrione rimane ignota e non subisce la censura morale da parte di chi non può venire neppure a conoscenza della sua esistenza, oltre a sfuggire completamente alle sanzioni della legge. Tuttavia l’embrione è pur sempre un individuo, ha una sua personalità, non ha alcuna caratteristica di oggetto, di cosa, non è una cellula, o un organo, bensì ha le caratteristiche di un organismo. E’ ovvio che abbia almeno i diritti fondamentali: il diritto alla vita e all’integrità, ma poiché è incapace di rivendicarli, i genitori stessi hanno il dovere di proteggerlo. Se questo dovere viene rifiutato, la società lo assume. Non possono dunque essere prese decisioni contro di lui che in caso di stato di necessità, come la legge stabilisce per il feto in avanzata fase di sviluppo. Da quanto detto, è chiaro che il criterio cronologico per consentire l’aborto è stato stabilito in modo semplicemente arbitrario. Ciò è dimostrato dal fatto che la fissazione della data fino alla quale la pratica è possibile, non è la stessa in paesi diversi. Neppure la presunzione di malformazioni può essere criterio sufficiente per giustificare l’aborto, perchè le indagini effettuate possono sbagliare: la malformazione presunta può non esistere affatto, o può essere di gravità molto inferiore a quanto presunto. La società deve dunque farsi carico delle difficoltà dei genitori ed aiutarli concretamente a superarle”.
Quanto ai tempi, ecco cosa ne pensa Fedi, sulla scorta di svariate obiezioni. “Alcuni obiettano che sino alla formazione della placca neurale non si possa parlare di individuo, altri ancora pongono come limite l’impianto della mucosa uterina che avviene tra il sesto e il quattordicesimo giorno. Cosa dobbiamo considerare valido, il 6° o il 14° giorno? Altri ancora parlano di mielinizzazione delle fibre encefaliche; non dimentichiamo che anche nel neonato esistono fasci di fibre non mielinizzate e che l’attivazione completa, lo sviluppo completo della massa cerebrale avviene in un periodo di tempo molto più lungo, per non parlare poi delle capacità cerebrali”.
Passiamo alla “società”, totalmente assente, in Italia, sul fronte dell’informazione prima e dell’assistenza poi, come del resto ammette lo stesso Veronesi quando riconosce che alcuni fini base della 194 – il valore sociale della maternità e la tutela della vita umana fin dal suo inizio – sono stati del tutto disattesi, con “un’azione preventiva che non è mai stata realizzata” mentre “lo spirito della legge in questi anni è stato in parte tradito”. Fedi sottolinea la “mancanza di aiuti concreti o anche psicologici per chi si trova in stato di gravidanza, oppure il reperimento di un alloggio e di un lavoro. Tali aiuti non sono previsti neppure per le madri che già lavorano, che incontreranno molti ostacoli nella loro attività”. Ancora, un aspetto quasi sempre dimenticato nelle analisi: “il padre non può in alcun modo opporsi, se la futura madre decide di abortire. Quest’ultimo è semplicemente un malinteso concetto della libertà individuale e della giustizia. L’equità non è rispettata sia per i padri che per le madri, a tutto danno dei nascituri”.
Infine, un altro argomento molto controverso, quello del commercio di embrioni, prassi ormai diventata un vero e proprio business praticato dagli affaristi del “feto” e ai danni di tante coppie desiderose di avere un figlio. “Altra ipocrisia della legge particolarmente immorale – sottolinea Fedi – è consentire la produzione di feti in eccesso. Permettere che il 95 per cento degli embrioni possa essere deliberatamente prodotto per essere distrutto, o per essere usato a scopo di sperimentazione, sembra non solo una negazione della loro natura umana e riduzione a cosa, ma anche un uso abietto della scienza. Usare le conoscenze scientifiche per fini che si dichiarano umanitari, con modalità ripugnanti, degradano la scienza stessa. Si tratta di una modalità di applicazione pratica agli embrioni di quanto i nazisti teorizzarono ed attuarono per gli esseri umani: è una negazione della loro stessa identità umana ed una cosificazione totale. Attualmente – osserva ancora il fondatore del Movimento Antispecista in Italia – l’esistenza di leggi, proprio in Germania, che proibiscono la produzione di embrioni che non siano destinati all’impianto in utero dimostra che i legislatori di quel Paese sono perfettamente consapevoli di tali tendenze sperimentali che sono invece possibili in altri, come la Gran Bretagna”.
Osserva oggi Fedi: “Personalmente ritengo che un nuovo essere sia identificabile come tale, solo dopo che il corredo cromosomico dello spermatozoo si è fuso con quello dell’ ovocita. C’ è dunque un intervallo in cui non c’ è ancora un nuovo essere. Inoltre, non tutti questi procedimenti hanno successo: molti embrioni muoiono spontaneamente, oppure si forma una mola vescicolare. In tutti questi casi la sperimentazione, non presente aspetti di immoralità, perchè, non siamo in presenza di un nuovo individuo, oppure, siamo di fronte ad un individuo morto per cause naturali. sono d’ accordo con l’ opinione che i dogmi di fede, non possano e non debbano condizionare la scienza. Ciò che non è dimostrato non è scientifico e non può esser base di comportamenti di ricerca”.
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Un commento su “ABORTO / L’EUROPA BACCHETTA, VERONESI INCALZA MA FEDI OSSERVA SU EMBRIONE, FETO & VITA”
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Personalmente ritengo che un nuovo essere sia identificabile come tale, solo dopo che il corredo cromosomico dello spermatozoo si è fuso con quello dell’ ovocita. C’ è dunque un intervallo in cui non c’ è ancora un nuovo essere. Inoltre, non tutti questi procedimenti hanno successo: molti embrioni muoiono spontaneamente, oppure si forma una mola vescicolare. In tutti questi casi la sperimentazione, non presente aspetti di immoralità, perchè, non siamo in presenza di un nuovo individuo, oppure, siamo di fronte ad un individuo morto per cause naturali. sono d’ accordo con l’ opinione che i dogmi di fede, non possano e non debbano condizionare la scienza. Ciò che non è dimostrato non è scientifico e non può esser base di comportamenti di ricerca Fedi