Antonio e Anna divorziano, non consensualmente. Ogni tentativo di riconciliazione è senza esito e la conclusione del loro rapporto è giudiziaria. L’iter del processo si perde incredibilmente nel tempo. Per la sentenza il tribunale impiega in media nove anni. Il momento decisivo per l’incompatibilità dei due contendenti coincide con i 56 anni di Antonio e i 54 di Anna. Quando il giudice sanziona la fine del loro rapporto hanno rispettivamente 65 e 61 anni. Forse è tardi per intraprendere un nuovo percorso di vita, ma tant’è, i tempi della giustizia civile nel loro caso sono proprio nove anni. Uno scandalo.
L’Italia occupa molte posizioni infelici nella classifica dei Paesi virtuosi e il deficitario rapporto con la lettura è un esempio per tutti. Ci relega in coda a luoghi del mondo ritenuti culturalmente inferiori. L’unione Europea ci rimprovera, lo racconta Repubblica, il passo di lumaca della giustizia che nonostante qualche segno di miglioramento deve difendersi da critiche di colpevole lentezza. Anche se non è il massimo per una sentenza, grida vendetta l’attesa di un anno e nove mesi per i processi di lavoro. Il caso di dipendenti ingiustamente licenziati motiva senza bisogno di chiarimenti il perché: per circa due anni il lavoratore è privato della retribuzione. Missione impossibile ridurre i tempi del giudizio? Torino smentisce. Confrontati con gli otto anni di media che impiega il percorso dei processi civili, i cinquecento giorni che impiega il tribunale piemontese somigliano a un miracolo di efficienza, ma sono solo il risultato dell’ottimizzazione di mezzi e soprattutto di risorse umane. Con Torino svettano Monza, Napoli Nord, Busto Arsizio, Lodi, Ferrara, Marsala, Trieste, Asti, Cuneo. Allora si può. Si può cancellare lo scempio di liti condominiali risolte giudiziariamente nell’enormità di nove anni, il passo del gambero della Cassazione che peggiora i suoi tempi di giudizio (un mese in più dall’anno precedente) e la vergogna di essere preceduti nella graduatoria dei “cattivi” da Cipro e Malta. Punto critico del processi civili è la fase dell’Appello che si conclude dopo quasi due anni e mezzo. Ma poi: la legge è uguale per tutti? Niente di più falso. I ricchi possono concedersi l’assistenza di “principi del foro”, i poveri spesso un difensore d’ufficio, reati di corruzione si estinguono per prescrizione, condoni a amnistie estinguono reati di evasione fiscale. X,Y, 87 anni, pensione minima incompatibile con il costo della vita. Ruba nell’ ipermercato una confezione di formaggio, qualche frutto…Inutile dire dove finisce, sorpreso dalle telecamere di vigilanza. Scandalo, o qualcosa di molto simile.
Nella foto un’aula del tribunale
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.