A Mario Rossi, metalmeccanico, il postino recapita la raccomandata con ricevuta di ritorno inviata dall’azienda che gli ha dato lavoro: “La presente per comunicarle che ai sensi dell’articolo…lei è licenziato”. La motivazione del provvedimento è chiara. Il signor Rossi si è assentato dal lavoro tredici volte senza alcuna giustificazione. Decisione ineccepibile. Lo sarebbe altrettanto la decadenza dal mandato parlamentare per assenteisti cronici che disertano le sedute di Camera e Senato in misura patologica e che continuano a percepire laute prebende. Se si pensa ad assenze fisiologiche per motivi di salute (influenza, mal di pancia, artrosi cervicale, parti) si è fuori strada. I primatisti del “non ci sono” detengono record di ben altra consistenza. Una semplice indagine statistica assegna l’oscar delle assenze a Montecitorio al signor Antonio Angelucci, boss delle cliniche private di Roma, deputato di Forza Italia. All’appello che accompagna le votazioni di Montecitorio ha risposto “presente” un’ottantina di volte su oltre sedicimila. Il forfeit supera il 99 percento.
Angelucci è in buona compagnia. L’amico di Forza Italia Crimi è secondo nella classifica delle maglie nere con il 92 per cento e rotti. A seguire Piccone (Area popolare), Piero Longo (Forza Italia) che intervistato da Repubblica, alla contestazione ha risposto con il “garbo” dei tracotanti “Faccio quello che voglio. Longo fa quello che vuole”. Assenteiste, in posizione alta nella graduatoria, ci sono anche due signore, Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Daniela Santanchè (Forza Italia) che si capisce, ha poco tempo per rispettare il mandato di parlamentare, impegnata com’è a dibattere in tutti i talk show di Rai, Mediaset e La 7. Per par condicio è giusto citare le assenze al 67 percento di Gregorio Gitti (Pd) e Pierluigi Bersani (64%, Pd), la grillina Di Vita 66%, ma il record di squadra spetta a Forza Italia con sette primatisti e quindici tra i primi cinquanta. Meglio al Senato? Anche a palazzo Madama i forzisti la fanno da padrone, nel senso che considerano l’impegno istituzionale un secondario optional rispetto alle faccende private e così in testa ai “non ci sono” figura Niccolò Ghedini, il super avvocato di Berlusconi, seguito da Verdini, ex forzista e dai berlusconiani Matteoli, Maria Rosaria Rossi, Francesco Nitto Palma. Buona Pasqua anche a loro che almeno in questo giorno di festività collettiva possono portare in Parlamento la giustifica per l’assenza. C’è da meravigliarsi se la disistima per la politica fa impennare le percentuali di italiani che disertano il voto?
Nella foto Angelucci
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