GLI ONNIPRESENTI ECONOMISTI DEL NULLA. O DELLA STUPIDITA’ PROCLAMATA

Schermata 2016-03-21 alle 08.57.22C’è un modo di dire molto romano: “Ci sei o ci fai?”. Si riferisce a una delle più raffinate armi: far finta di essere stupidi per non pagare dazio.

C’è una scuola di kung fu, sottocategoria del Wun Chung, che si chiama: “La tecnica dell’ubriaco”. Corollario: perché far credere all’avversario che sei intelligente?

Ma io sono convinto che questa tecnica non ha solo un valore tattico. Io credo che scoprire veramente il peso planetario della stupidità, compresa la mia, sia essenziale per portare il cambiamento nel mondo. È un’idea poco nota che è stata celebrata dal film “The Beautiful mind”. Più che un film, un trattato di filosofia in azione. Ma è importante notare che se iniziamo ad ammettere la stupidità come categoria fondante del reale ci si trova a un passo da una rivoluzione epocale del pensiero.

In viaggio verso Roma, a bordo di un’utilitaria noleggiata, abbiamo discusso a lungo con Bruno su che cosa facciamo che fa così incazzare il potere. Il mio sospetto è che sia intollerabile, più di ogni altra cosa, che siamo talmente altezzosi da arrivare ad ammettere la nostra stupidità. Più vedo come vanno le cose più mi rendo conto che niente fa incazzare di più i potenti, e soprattutto i lacché dei potenti, del non partecipare al grande gioco per stabilire chi ce l’ha più lungo. Ovviamente il potere prende a mazzate chiunque si opponga alla sua follia.

 POI CI SONO GLI ONNIPRESENTI ECONOMISTI DEL NULLA

Nel 2007 eravamo proprio pochi a ululare che l’economia italiana stava per collassare. Gli economisti in tv ci dicevano che tutto andava bene. Oggi, gli stessi professori “discettano” sul modo di uscire dalla crisi. Al di là delle sfumature ci dicono quasi tutti la stessa cosa: bisogna rilanciare gli investimenti di Stato per far ripartire i cantieri e bisogna abbassare le tasse e per farlo bisogna allentare i vincoli europei sulla spesa. E nessuno li piglia a ceffoni dialettici.

Questi geni non parlano quasi mai dei grandi mali dell’Italia. Saremmo un paese prospero, e potremmo abbassare di molto le tasse e ridurre il debito pubblico, se innanzi tutto si demolisse la follia burocratica e si facesse funzionare la giustizia. Eppure questo era scritto in modo chiaro e limpido nel famoso memorandum che l’Unione Europea mandò a Berlusconi…  Riducendo la burocrazia e facendo funzionare la giustizia  ridurremmo anche la corruzione, che della burocrazia si alimenta, e potremo anche, finalmente, razionalizzare i costi dello Stato, riducendo lo spreco. Burocrazia, corruzione e spreco sono la Santissima Trinità che ci attanaglia e che impedisce di migliorare l’efficienza del sistema Italia. La corruzione infatti ingrassa l’inefficienza perché non premia i più bravi ma i più furbi.

La più volte promessa rivoluzione digitale e la rivoluzione delle ecotecnologie non decollano perché, grazie alla corruzione e alla conseguente inefficienza, le innovazioni sono al palo. I corrotti odiano le innovazioni. E l’oliata macchina della connivenza fa sì che se racconti questa semplice verità non vai in tv. Così sentiamo dire soltanto che tutto si risolverebbe se l’Europa ci consentisse di indebitarci un po’ di più. Come al solito, è pioggia di balle in tv!

 

In apertura un disegno di Jacopo Fo

http://www.jacopofo.com/blog/2


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