POLITICI VOLTAGABBANA? L’EX PLURI DC, POI IDV E ORA PD STEFANO PEDICA DA’ LEZIONI A WIKIPEDIA

Un uomo tutto d’un pezzo. Un vero politico con la P maiuscola, capace di mettere in riga perfino Wikipedia e di ottenere, in meno di 24 ore, una rettifica. Il miracolo succede nel salottino pomeridiano Sky di Paola Saluzzi, dove un imbufalito Stefano Pedica, intervistato sui voltagabbana che infestano il parlamento e secondo i 5 Stelle da multare pesantemente (e arci giustamente), reagisce da par suo: non sono un trasformista – sbraita – ho già denunciato Wikipedia per tutti gli errori nel mio profilo”.

Detto (lunedì 15, ore 16), fatto, esattamente 21 ore dopo. In calce all’onorevole profilo, infatti, troviamo scritto che “questa pagina è stata modificata per l’ultima volta il 16 febbraio 2016 alle 13.04. Miracoli del web, prodigi della Politica.

Scorriamo per sommi capi, ma fedelmente, il “ritoccato” profilo del Vate.

Ha una formazione (non c’è traccia di diploma e men che meno di laurea) in geologia “ed è stato funzionario della Scac, Società calcestruzzi”. Ottimo e abbondante trampolino per la carriera politica, che comincia subito – ca va sans dire – nel grembo democristiano. Defunta mamma dc, passa sotto le ospitali ali del CCD, prima come assistente parlamentare di Francesco D’Onofrio, per poi ascendere al prestigioso scranno di capo segreteria dell’astro nascente Pierferdinando Casini. Dopo quattro anni il passaggio alla corte UDR, per seguire il Verbo del suo “Maestro di Politica”, Francesco Cossiga, proprio negli anni delle celebri picconate. Ma i Maestri si moltiplicano, ed è – in rapida carrellata – la volta dei Folloni, dei Mastella, dei Buttiglione. Sciolta anche l’Udr, è il ritorno tra le braccia di Cossiga, maglietta “Unione per la Repubblica”, e poi del divo Andreotti, casacca “Democrazia Europea”. Scalpita, il rampante Pedica, e con un altro ex Udr (e poi forzista), lo psichiatra Alessandro Meluzzi fonda un movimento d’ispirazione centrista, “Cristiani Democratici Europei”, che si gemella, ovviamente, con la mastelliana Udeur.

I voli – anche a breve e medio raggio – non terminano qui. C’è il mitico passaggio, nel 2004, con i pattisti del tandem Segni (Mariotto)-Scognamiglio (l’ex presidente berlusconiano del Senato). Un vero boom alle europee: 164 preferenze nella circoscrizione Italia nord-occidentale e 865 in quella centrale. Ma è lo scudocrociato ad ammaliarlo sempre: cerca di farlo rinascere in compagnia di Gianfranco Rotondi, che vara la sua “Democrazia Cristiana per le Autonomie”.

Antonio Di Pietro e Sergio De Gregorio. In apertura Stefano Pedica.

Antonio Di Pietro e Sergio De Gregorio. In apertura Stefano Pedica.

Ci voleva solo il grande Moralizzatore, un altro Uomo forgiato nell’Acciaio per convincerlo a recidere lo storico cordone ombelicale e a tuffarsi in una nuova, grande esperienza: è Antonio Di Pietro a volerlo nella sua neonata Italia dei Valori, che man mano si popolerà, strada facendo, dei vari Razzi, Scilipoti, De Gregorio, Maruccio & C. E’ il nuovo Vate Antonio a chiamarlo, al suo fianco, quando diventa ministro per le Infrastrutture del nuovo governo Prodi, nel 2006: ne diventa capo di gabinetto.

Un’altra elezione al Senato poi, quando Idv si scioglie come neve al sole dopo il servizio di Report, abbandona la nave e segue in confratello Aniello Formisano (massone di Portici, il più popoloso comune vesuviano) e Massimo Donadi, per anni portavoce Idv. “Diritto e Libertà” è la nuova casa di accoglienza, che in occasione del voto unirà i suoi destini a quelli del “Centro Democratico” targato Bruno Tabacci. Scrive la “nuova” wikipedia: “Questa unione è avvenuta per volere di Pier Luigi Bersani, per evitare frammentazioni in piccoli partiti e movimenti del centrosinistra”. Da correggere?

Abbandonato il Centro Democratico, l’irrequieto Pedica è tra i fondatori del “Cantiere” anch’esso naturalmente “Democratico”, per poi trovare la sua nuova Balena, stavolta rosè: il Pd.

Ha descritto Filippo Facci (e ripreso Giorgio dell’Arti nei suoi profili, veri wikipedia “ragionati” dei nostri anni): “Stefano Pedica è un senatore, sposato, separato, con figli, che è un ex qualsiasi cosa (Dc, Ccd, Udeur, Democrazia Europea, Dc di Rotondi, ora Idv) e che è balzato agli onori delle cronache anche perchè ottenne un alloggio del Vaticano tramite Angelo Balducci. Questa almeno è stata l’accusa – scriveva Facci a giugno 2011 – secondo la quale l’appartamento doveva spettare a Di Pietro – in via Paolo Emilio 57, quartiere Prati, in un palazzo umbertino che risulta nell’elenco dei lavori fatti da Diego Anemone nel 2007 – anche se alla fine ci andò Pedica, appunto”.

L’occasione per narrare l’episodio è l’intervista ad una militante Idv, Monia Lustri, che poi ha denunciato Pedica per motivi “personali”. I fatti narrati da Facci venivano così commentati dalla Lustri: “Pedica, sul Fatto quotidiano, ha dichiarato che in quell’appartamento non ci ha mai vissuto: ma non è vero, ci ha vissuto con certezza almeno dal marzo all’agosto 2008. Lo so perchè ci sono stata un sacco di volte”.

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