Da Oltralpe “novità” sulla tragedia di Ustica. Secondo una fresca ricostruzione mandata in onda il 25 gennaio da Canal Plus dal titolo “Il disastro di Ustica: un errore francese?”, prende corpo la pista transalpina: gli 81 passeggeri del Dc9 Itavia quasi 35 anni fa, il 27 giugno 1980, possono essere stati uccisi da un missile partito da un velivolo francese.
E’ proprio la pista che ha fatto riaprire le indagini, nel 2007, alla procura di Roma (dopo l’ultradecennale inchiesta Priore). E ripartì, la nuova indagine, sulla scorta delle ultime rivelazioni dell’ex capo di Stato Francesco Cossiga, che aveva indicato senza mezzi termini nella portaerei Clemanceau la base di decollo per l’aereo che avrebbe poi – con un missile – abbattuto l’Itavia. La stessa circostanza era però stata rivelata molti anni prima, e precisamente nel ’91, dall’allora parlamentare del Psi Franco Piro: e la Voce pubblicò le sue dichiarazioni in esclusiva.
Il documentario di Canal Plus batte due piste, come del resto ha fatto senza però palesi risultati – l’inchiesta dei pm romani, Erminio Amelio e Maria Monteleone. Il velivolo può essere partito da una base di terra o di mare. Nel primo caso sotto i riflettori la base militare di Solenzara, in Corsica. Secondo le autorità francesi, all’ora della tragedia sarebbe stata chiusa; mentre invece sia l’indagine capitolina che quella dei giornalisti di Canal Plus portano a conclusione ben diverse: la base era pienamente operativa, c’era “un’intensa attività” con “decine di aerei decollati” dalla Corsica proprio in quelle ore bollenti.
Ma è la pista via mare che alla fine convince di più. Ossia quella che viaggia a bordo di portaerei. Due in particolare: la Clemanceau e la Foche. Canal Plus smentisce seccamente la versione fino ad oggi portata avanti ad oltranza dai vertici transalpini, ossia che “nessuna portaerei francese era in mare il giorno della tragedia”. Invece la notte sì. Solo che ora l’attenzione viene focalizzata sulla Foche: i giornalisti di Canal Plus infatti sostengono – sulla scorta di documenti inediti – che quella portaerei non era ferme nelle acque del porto di Tolone, ma ben attiva in mare aperto.
Il “terribile scenario” viene poi così spiegato: “le 81 vittime sarebbero il danno collaterale di un’operazione militare in corso. I caccia francesi volevano abbattere un Mig libico che si trovava a poca distanza dal Dc9 e per errore lanciarono il missile contro il velivolo italiano”. La motivazione viene spiegata dal vertice dei servizi segreti francesi: “a quell’epoca Gheddafi era il nemico numero uno della Francia”, presieduta allora da Valery Giscard d’Estaign. Fino ad oggi, comunque, da Parigi sono arrivati sempre dei no alle nostre rogatorie: e le verità sono rimaste sepolte negli archivi militari di Chateau de Vincennes.
Riuscirà ora a spezzare quei muri di gomma il documento-bomba di Canal Plus? “Non si saprà mai nulla – disse Cossiga – la Francia sa mantenere un segreto”. E si muoverà finalmente la procura capitolina? Staremo a vedere.
In apertura il video di Canal Plus su Ustica
Per approfondire:
35 ANNI DALLA STRAGE IMPUNITA DI USTICA. E FINALMENTE SPUNTA LA PORTAEREI FRANCESE… 28 giugno 2015
Ustica – il 2 luglio l’udienza sul caso di Alessandro Marcucci 1 luglio 2015
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