SCENEGGIATA ALLA 7 TRA POMICINO E DI PIETRO. E LA SFIDA A BOTTE DI 740

“In Onda” su La 7, domenica 24 gennaio. Ospiti d’onore Paolo Cirino Pomicino e Antonio Di Pietro (in compagnia dell’ex direttore di Rete 4 Emilio Fede e dell’ectoplasma Pd, ex montiano di ferro, Andrea Romano), ottimo antipasto alla fiction su quel mitico 1992 che doveva rivoltare l’Italia come un calzino. Una delle più riuscite e pazzesche “boiate” – avrebbe commentato il Fantozzi anti corazzata Potemkin – della nostra recente tivvù.

A parte la genesi di Mani pulite (il classico: ad orologeria oppure no, parto di volontà “terze”, oppure frutto del sudore e dell’intuito di pm alla Tonino?), il clou della serata è stato tutto nello “scazzo” Pomicino-Di Pietro, con ‘O ministro paonazzo, le vene gonfie in gola, le mani tremanti; e l’ex fondatore di Italia dei Valori col sorriso 44 denti stampato in faccia, il sorrisetto di sempre, ma muto come un pesce davanti all’assalto pomiciniano. E pensare che i due sono grandi amici. Amici per la pelle. Tanto che Pomicino chiese la presenza del suo “inquisitore” al capezzale dopo un attacco di cuore: “volevo affidare a lui la testimonianza della mia onestà – rammenta l’ex ministro del Bilancio – solo lui che mi aveva accusato poteva capire la mia innocenza. Per questo gli avrei affidato la mia onoranza funebre”. Storie di vita passata, e percorsi d’amicizia consolidati nel tempo: tanto che sarà proprio il super andreottiano a spalancare le porte all’amico Tonino per la discesa (anzi l’ascesa) in politica: quando a portargli uno strategico maxi pacchetto di voti, per la prima tornata elettorale, sarà il re di cliniche private e mattoni, Aldo Patriciello, europarlamentare (quartier generale a Venafro, con abbondanti propaggini nel Molise e nell’alto casertano), su preciso imput di ‘O ministro.

Ma a In Onda è stato un vero Mezzogiorno di fuoco. “Basta, mi sono scocciato con queste storie, ne ho le scatole piene dei soldi di Tangentopoli”, ha urlato Pomicino, con un triplice Perdincibacco. “Siamo tutti e due dipendenti dello stato ma io ho di sicuro meno soldi di te! E ti sfido a consegnare le tue dichiarazioni dei redditi, quelle delle tuoi familiari, e la situazione patrimoniale ad un notaio di tua fiducia. Io farò lo stesso. Vediamo poi chi ha ragione”. Sempreridente ma zitto, Di Pietro incassa. Strano che Pomicino non invochi un giurì d’onore, come già successe in parlamento nel ’91 quando venne tirato in ballo dall’onorevole Psi Franco Piro per tutta una serie di oscure vicende (ampiamente narrate nel volume ‘O ministro, pubblicato proprio nel ’91 dalla Voce).

Sarà vera tenzone? La rottura di un’amicizia? ‘O ministro spiega e distingue: “una cosa è l’amicizia, un’altra il pensiero politico”. E si sa – lo insegna la storia dei palazzi della prima repubblica – che ‘O ministro ha sempre voluto “volare alto”, secondo una sua felice espressione.

Per non pochi addetti ai lavori, i due hanno organizzato un perfetta sceneggiata partenopeo-molisana. “Pomicino ha recitato da attore consumato, incazzato come difficilmente è capitato di vederlo. Del resto è mitica la recita di Sua Sanità Franco De Lorenzo quando emaciato, barba lunga e prossimo al collasso si presentò davanti ai giudici del tribunale di Napoli in piena Mani pulite”.

“Scazzo” finto o reale, resta comunque un fatto base, che potrebbe anche dissipare ogni dubbio.

Ma pensate che soldi “neri”, mazzette, tangenti o quant’altro finisca nel 740? Che un eventuale elenchino di proprietà mobiliari e immobiliari possa risolvere ogni dubbio? E lorsignori, i protagonisti della davvero singolar tenzone sono dei super esperti di paradisi fiscali: con un Tonino numero uno di rogatorie internazionali fin da quando era pm del mitico pool milanese, e un ex ministro del Bilancio che conosceva come le sue tasche i tragitti internazionali dei capitali…

 

Nella foto Pomicino e Di Pietro durante la puntata di In Onda


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