Trottola d’inizio anno per le spoglie di Gramsci. Ad azionarla il supercandidato per il Comune di Roma – non si ancora se correrà per il centrodestra, il centrosinistra o con una sua civica – Alfio Marchini, che sta inondando la capitale con i suoi manifesti elettorali. Chi percorre le disastrate strade urbane (mai comunque come quelle della Napoli-Baghdad) può facilmente imbattersi in bus che indossano una gigantesca pubblicità a tutto retro (in orizzontale). Ecco le parole: “Odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. E poi “Io amo Roma. E tu?”, dove la O di Roma è sostituita da un romantico cuoricino.
La frase “odio chi non parteggia, odio gli indifferenti” venne scritta dal fondatore dell’Unità nel febbraio 1917, in un numero unico del giornale “La città futura”, pubblicato con la finalità di “educare e formare i giovani socialisti alla disciplina politica”.
Così ha spiegato il palazzinaro di dalemiana memoria: “E’ una mia idea, non vedo proprio perchè dobbiamo lasciare Gramsci ostaggio della Le Pen, che dice di avere i suoi libri sul comodino”. In attesa di chiamare il 113, leggiamo il commento del presidente della International Gramsci Society Italia, Guido Liguori, docente di Storia all’Università della Calabria: “Il comunista sardo ridotto a pubblicità subliminale. Schifo profondo”.
Se qualcuno pensava mai che con Ignazio Marino Roma avrebbe toccato il fondo, eccolo servito.
Nella foto Alfio Marchini
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