Cari amici, nel triste fine anno 2015 le ingiustizie sociali sono aumentate in danno dei più deboli: il mio pensiero va a operai, disoccupati, insegnanti, pensionati, giovani, bambini, che sopportano tutto il peso della crisi del paese. Mentre una piccola parte detiene quasi tutte le ricchezze, rifiuta i sacrifici e specula per aumentare i propri privilegi. L’esempio è lo scandalo del decreto salva banche che ha depredato migliaia di ignari risparmiatori arricchendo banchieri e speculatori. Ed è grave che il Presidente del Consiglio abbia perfino accusato le vittime di essere responsabili della loro rovina per avere firmato i contratti. Mentre una legge incostituzionale garantisce i truffatori e limita il diritto dei risparmiatori di adire i giudici ordinari senza l’autorizzazione dei corresponsabili della truffa: Governo e Bankitalia.
Il mio saluto va ai lavoratori, la risorsa più grande del paese, umiliati dal Governo come merce di scambio, soggetta alla legge della domanda e dell’offerta, come patate e cavolfiori. I lavoratori, spesso precari, che dovrebbero mantenere, istruire ed educare i figli, secondo l’art 30 della Costituzione, non potranno farlo per salari inadeguati che non garantiscono una vita libera e dignitosa per loro e la loro famiglia. E il governo che dovrebbe farlo è inerte e proteso a tutelare imprenditori assistiti e truffatori. L’Italia non può uscire dalla crisi senza l’aumento di salari a livelli europei, la stabilità del lavoro e la riduzione delle tasse per piccole e medie imprese.
L’Italia è all’ultimo posto per le risorse destinate a cultura e scuola che invece dovrebbe promuovere come impone la Costituzione (articoli 9 e 33). Occorre destinare a ricerca, scuola e insegnanti maggiori risorse. La scuola è organo costituzionale, il centro della vita democratica, fornisce la linfa vitale per rinnovare parlamento, magistratura, professioni e arti. L’istruzione pubblica deve essere, nell’interesse di tutti, punto centrale del nostro sistema morale e politico, lo strumento più alto per la formazione umana della comunità nazionale, l’ambiente più favorevole per risolvere i problemi sociali e politici e soddisfare l’ansia di un mondo più giusto. Agli insegnanti, anima della scuola, umiliati dai vari Governi, vanno il rispetto, la fiducia, la comprensione e la gratitudine dei cittadini, riconoscendo ad essi la funzione sociale di aiutare coloro che affrontano le quotidiane fatiche intellettuali per sostenere la vita nuova che avanza dei nostri amati studenti.
Il mio saluto va ai giovani, spesso assenti dalla vita sociale e politica, indifferenti, privi di ideali, in preda a precoce scetticismo. L’ assenza dei giovani significa l’esaurirsi dello spirito giovanile e della volontà di avvenire della nostra società. C’è una impressionante moltitudine di adolescenti lontana da ogni ideale, da ogni umana passione, da ogni speranza. Ed è responsabilità dei governanti e degli adulti di non avere saputo creare un ambiente accogliente ai giovani ove la speranza appaia possibile e sia dato credere negli ideali umani di eguaglianza, solidarietà e libertà, per non sapere accompagnare i giovani con amore nel loro primo incontro con la vita. A questa responsabilità che grava su di noi dobbiamo essere sensibili per l’avvenire, mentre si intravvede una rinascita che risulterebbe vana, se non rappresentasse il contributo della giovinezza, che è entusiasmo, dedizione, fede e volontà di riscatto. Questa ricchezza di ideali, che si esprime in uno slancio impetuoso di energie è frutto della cultura e dell’azione della scuola, la sola che può darci la consapevolezza del presente e la conoscenza della verità, in luogo delle menzogne di Stato. La verità saprà determinare uno slancio giovanile di vita e di rinascita.
Il mio pensiero va agli uomini coraggiosi che si dedicano al teatro, fonte di verità e di bellezza, senza del quale non potrà mai esserci una nuova coscienza civile, una rivolta contro la corruzione e un regime marcio e puteolente. Ai docenti che vogliono riscattare anni di servilismo e di conformismo va la mia gratitudine e la mia speranza di rinnovamento. L’arte non è nulla senza la realtà, e senza l’arte la realtà è poca cosa. L’arte, in un certo senso, è una rivolta contro il reale in quello che esso ha di fuggevole e di incompiuto. Essa nient’altro si propone se non il dare una forma diversa a una realtà che tuttavia è obbligata a conservare, perché è la fonte delle sue emozioni. L’arte non è il rifiuto totale né il consenso totale alla realtà. L’arte è nello stesso tempo rifiuto e consenso. L’artista si trova sempre in questa ambiguità, incapace di negare il reale e tuttavia votato eternamente a contestarlo in ciò che esso ha di eternamente incompiuto.
Lo stato di disagio nel quale versa oggi l’Italia, trova la sua ragione fondamentale, per chi riflette con obiettività, nel disorientamento spirituale del nostro popolo, abituato per quaranta anni ad una quotidiana, supina e comoda acquiescenza a tutti i governi che si sono succeduti. Abbiamo perduto l’amore della verità e della varietà, e dell’alternanza essenza della democrazia, ricchezza della vita, i coraggio del cambiamento. Di fronte agli arbitrii del potere il popolo si è ritratto ancor più in se stesso, concludendo amaramente che nulla è mutato e nulla può mutare. Ed invece è possibile cambiare e reagire assumendo iniziative migliori per adeguarsi al moto perenne e coraggioso della vita. Non possiamo più accettare questo difetto di sensibilità e di fortezza, né la tristezza del dissolversi delle nostre speranze di eguaglianza e di libertà che un po’ tutti abbiamo determinato.
I lavoratori pagano una tassa occulta di 170 miliardi di euro l’anno per corruzione e evasione fiscale, che sono il primo ostacolo all’uguaglianza dei diritti sociali al lavoro, casa, scuola e tutela dell’ambiente. Le risorse si ricavano sopprimendo le migliaia di società pubbliche parassitarie, create da Stato e Regioni, che costano 23 miliardi di euro l’anno, creano migliaia di posti per parenti, amici e clienti, assunti con criteri di clientela e favoritismo e impediscono ai più meritevoli di accedere alla Pubblica Amministrazione per la soppressione dei concorsi pubblici.
Vogliamo un’Europa democratica e solidale, proiettata verso i paesi della riva sud del Mediterraneo, pronta a battersi contro il terrorismo e il traffico di esseri umani. Un’Italia inserita nell’Europa federale, non esposta al pericolo di guerra.
- La riforma del Senato è un crimine contro la democrazia La maggioranza ha ridotto il numero dei senatori a 100 soggetti nominati dall’alto, mantenendo 630 deputati. La funzione legislativa affidata di fatto alla sola Camera stravolge gli equilibri dei poteri a favore dei Governi per anni guidati da corrotti , filomafiosi ed eversori. E alla disgregazione del potere del Parlamento.
- Democrazia vuol dire competizione alla pari . Ci sono giovani, donne e lavoratori che, per qualità e ingegno, potrebbero dare in Parlamento e nel Governo, un contributo fondamentale alla soluzione della crisi. E invece sono emarginati. Le tv hanno una potenza enorme condizionando il 75 per cento degli elettori. Ciò comporta enormi vantaggi per governo e maggioranza nelle competizioni elettorali. Occorre risolvere il conflitto di interessi che investe l’essenza della democrazia. E’ premessa per la lotta alla corruzione e la uguaglianza dei cittadini in politica.
- L’alternanza, essenza della democrazia, è possibile grazie al M5S che ha la forza e la capacità di diventare maggioranza e di governare. Esso, pur con inevitabili errori, attua concretamente l’eguaglianza dei diritti rinunciando ai privilegi economici di parlamentari, destinati a piccole e medie imprese, rinunzia al finanziamento pubblico, promuove il reddito sociale per giovani e senza reddito, lotta contro corruzione e criminalità, battendosi per la scuola pubblica, organo costituzionale e centro della vita democratica, difendendo la centralità del Parlamento, rifiutando il consociativismo che porta alla fine dell’alternanza essenza della democrazia. Il M5S può e deve svolgere un ruolo politico fondamentale e spingere per il rinnovamento della democrazia e dell’eguaglianza.
A tutti un saluto e l’augurio di un 2016 all’insegna di eguaglianza pace e lavoro dignitoso e dell’onestà, più potente della corruzione.
In apertura fila di italiani alla mensa della Caritas. In alto, Ferdinando Imposimato
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