Sceneggiata sotto l’albero. Cornice l’archeo teatro di Pompei, tra vestigia ammutolite per lo storico evento.
Ecco Speedy Renzi per tagliare il nastro in sei domus romane riportate in vita: degna cornice ad un super tour prenatalizio che in poche ore l’ha visto in mimetica (con tanto di targhetta Renzi-Esercito) sul fronte libanese, poi per varare l’ormai mitico valico appenninico, quindi con il cappuccio di Babbo Natale fra il mito e la storia pompeiana, in compagnia del fido Franceschini, titolare (o riserva?) della Cultura (sic) della Domus Nostra (ancora da riportare ai prischi fasti).
Interrogato in conferenza stampa sotto l’albero, de Magistris fa il ritroso: “non sono stato invitato, non ci vado”. Non ama gli incontri pubblici, il sindaco-ex magistrato. Per il summit previsto sui destini dell’eterna Bagnoli (saccheggiata, vilipesa e oltraggiata per vent’anni e passa) alla prefettura di Napoli, un altro no: non vuol incontrare quel commissario – il fresco neo renziano Nastasi – che non riconosce e contesta via carta bollata.
Ma c’è un terzo che fa capolino. Un “io tra di voi” che riporta al memorabile Raimondo Vianello in una gag con la sua Sandra Mondaini via Aznavour. Riflette l’ex pluirisindaco e governatore Bassolino, in rampa di lancio per una terzo mandato a palazzo San Giacomo: “io ci andrei lo stesso”. Pensoso aggiunge: “E lui non va neppure alla cabina di regia su Bagnoli dove è suo dovere partecipare”. Poi vaticina: “dal prossimo giugno il nuova sindaco sarà presente ovunque sia utile per Napoli”. La terra trema.
Dai compagni vesuviani ai lumbard vestiti alla Che – forse versione Babbo rosso – il passo non è poi così lungo. Ed ecco all’ala sinistra Sala (una volta, era una forte ala destra granata, ma con il tempo ruoli e colori cambiano), candidato per la prossima Milano da bere. O da mangiare, caso mai come un bel Panettone. Perde il suo aplomb da burocrate tutto carte & chiesa, il super manager, e si rivela: “sono sicuro che in questa campagna elettorale la passione mi mangerà”. Un selfie con un Melegatti?
Il suo programma? Già tutto un programma: “grazie a Expo sono certo di essere il più bravo nell’attivare i privati per collaborare con il pubblico per i progetti di sviluppo della città”. Non proprio i piani del Che…
Ma ecco che sgorga, dal freddo petto del neo burosauro Pd, un’ideona. “Lavorerò, se sarò eletto, con chi a sinistra ci sarà. Quel che è certo, non farò nessun allargamento all’Ncd”. Già stropiccia le mani Pierferdy Casini, fresco di separazione (dalla sua Azzurra) e con lo scaldamuscoli in borsa per la prossima ascesa al Quirinale.
Un cronista milanese, tra una palla natalizia e l’altra, ricorda: “Ma quel Sala che adesso dice ai quattro venti di aver votato per Pisapia o non per la Moratti alle ultime amministrative, non era stato direttore generale del Comune di Milano guidato da Letizia Moratti?”. Misteri della Madunina…
Nella foto Matteo Renzi stamane a Pompei
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