Non solo Secondigliano. Le Vele di Scampia dove vivono droga, disperazione e camorra. Non solo le strade sgarrupate di Napoli, come una Baghdad dopo le bombe a stelle e strisce. Non solo le orride periferie dell’hinterland partenopeo, di cemento senza luce, di monnezze senza fine, di vite spezzate tra roghi tossici, fogne e discariche.
C’è anche una “città opulenta e segreta” tutta da bere. “Case d’epoca abitate da una nobiltà e una borghesia cosmopolita”. “Case da ammirare ma anche da vivere. Con uno stile ‘alla napoletana’ impossibile da replicare. Alla cui seduzione non si può resistere”.
Sgorga dalla vibrante penna di Anna Paola Merone e inonda le colonne ancora profumate d’inchiostro del Corriere del Mezzogiorno, l’inserto partenopeo del Corsera, la emozionante presentazione di un must per la cultura del Golfo, l’imperdibile “Case di Napoli” edito da Adarte e firmato da tre nobili signore della Napoli bene, “con ruoli e sensibilità diverse”.
Commossi, e al tempo stesso estasiati, ci aggiriamo tra saloni affrescati e terrazze “pieds dans l’eau”, in un tempio dove oggi trascorre le sue incantevoli giornate una “famiglia che ama il mare e l’arte contemporanea”.
Senza quasi respiro per l’emozione, gettiamo una sguardo verso “la dimora che sulla collina di Chiaia accoglie opere ed oggetti straordinari, fra cui un busto del padrone di casa”.
Torniamo all’azzurro mare per ammirare “tele di Solimena e di Luca Giordano e una collezione di tabacchiere, passione della padrona di casa, esposte in una residenza che ha una terrazza dalla quale si gode una strepitosa vista sul Golfo”.
Una Napoli “segreta” e qui “svelata con discrezione, come si addice ad una certa Napoli che si è concessa all’obiettivo della Jodice” (Barbara, coautrice dell’Opera con Roberta Costa Buccino Grimaldi e Maria Grazia Leonetti Rodinò di Miglione, rispettivamente autrice dei testi e curatrice della stessa Opera, ndr), si è concessa “generosamente ma chiedendo riserbo”.
Rapiti, non ci resta che terminare con le pennellate sulla maestosa presentazione del Capolavoro, “nel corso di una affollatissima serata organizzata a Palazzo San Teodoro. Fra i cinquecento ospiti della serata anche le famiglie citate fra i ringraziamenti del libro, dove molte signore sono state citate con il solo cognome del marito”. Noblesse oblige.
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