“Ossigeno per l’informazione”, di nome e di fatto. Nato sette anni fa come associazione di volontariato per tutelare i giornalisti da tutte le intimidazioni – in primis di stampo mafioso, poi anche quelle che viaggiano per via legale, sotto forma di querele e citazioni civili – è oggi un presidio fondamentale per chi abbia ancora a cuore la libertà di espressione, o meglio quel poco che riesce a resistere, malgrado tutto, e a sopravvivere.
E da Ossigeno arriva una importante iniziativa che si svolgerà il 16 e 17 dicembre nella prestigiosa sede della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma: quattro seminari di aggiornamento professionale per giornalisti, una full immersion dal titolo che parla da solo: “La censura in maschera. Come individuarla, riconoscerla e combatterla”. Ossigeno fa sapere che “il corso è aperto alla partecipazione degli studenti, ai quali l’Università di Tor Vergata riconoscerà tre crediti formativi. I giornalisti e gli studenti che parteciperanno alle esercitazioni e ai test riceveranno l’attestato di osservatore delle violazioni delle libertà di stampa e di espressione”.
Per capire il lavoro di Ossigeno bisogna partire dal significato dell’acronimo: OServatorio Su Informazioni Giornalistiche E Notizie Oscurate. “Il nome – spiega il suo fondatore, Alberto Spampinato, fratello del giornalista dell’Ora, Giovanni, ucciso dalla mafia a 25 anni – richiama un concetto elementare: la libertà d’informazione e di espressione come il corpo umano ha bisogno di ossigeno”. Sempre più carente, oggi, non solo per gli inquinamenti atmosferici letali, ma anche per il pesante, e altrettanto letale, condizionamento dei Poteri sulla libertà d’espressione, sancita da un articolo 21 quotidianamente calpestato. “Abbiamo costituito l’Osservatorio – osserva ancora Alberto Spampinato – nel 2008 con il patrocinio della Federazione Nazionale della Stampa e dell’Ordine nazionale dei Giornalisti per documentare e analizzare il crescendo di intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti italiani, in particolare contro i cronisti impegnati in prima linea nelle regioni del Mezzogiorno a raccogliere le notizie più scomode e le verità più nascoste in materia di criminalità organizzata. Ossigeno – aggiunge Spampinato – è consulente dell’Ocse e della Commissione parlamentare Antimafia e ha collaborato con la fondazione Polis di Napoli alla realizzazione del progetto ‘In viaggio con la Mehari’”. Un progetto per ricordare Giancarlo Siani, il cronista ammazzato trent’anni fa dalla mafia – come accertato dalla magistratura in tre gradi di giudizio – mentre i mandanti sono ancora a volto coperto, una costante prassi ormai in questa Italia dove non si riesce mai a dare volti & nomi a chi ha da sempre utilizzato la malavita organizzata per raggiungere i suoi scopi politici e, ancor più, economici. Nell’ultimo rapporto dell’Antimafia dello scorso agosto, molti dati elaborati da Ossigeno, nonché denunce raccolte, hanno rappresentato un supporto fondamentale per le analisi della commissione presieduta da Rosy Bindi.
Preziosissimo, dunque, il monitoraggio quotidiano di Ossigeno per documentare quanto “professione reporter” sia sempre più a rischio, fisicamente minacciata dalle mafie nei territori meridionali ormai sotto il controllo della malavita organizzata (solo il premier Renzi e il suo allegro esecutivo lo ignorano), e per il resto sotto il tallone di editori killer, 3 euro al pezzo, carne da macello per nuove leve iper disilluse.
Senza contare l’altro revolver puntato alle tempie di chi ancora riesce a scrivere e raccontare qualche brandello d’Italia: querele penali e soprattutto citazioni civili, a suon di centinaia di migliaia di euro, pronta cassa per chi – come tutti i Potenti dei Palazzi – può contare su vip del foro e santi nei paradisi togati. Il mondo dell’informazione è da mesi e mesi, invano, in attesa di una nuova legge sull’informazione, arenatasi per le solite beghe partitiche, e sulle “scole” delle solite intercettazioni che violano la privacy di lorsignori, intenti a saccheggiare le casse pubbliche e stuprare il nostro Paese quotidianamente.
E sul versante legale Ossigeno da mesi si sta mobilitando, nel tentativo – una volta tanto concreto, e non mediante le solite e stratrite solidarietà parolaie – di fornire assistenza gratuita ai giornalisti sotto attacco: sia da parte dei mafiosi di turno che degli editori-tanto al pezzo e dei “professionisti della querela”. Ecco cosa scrive Ossigeno: “Assistenza legale gratuita in base ad un accordo con Media Legal Defence Initiative, la ONG di Londra che aiuta i reporter di tutto il mondo a difendere i loro diritti. Con uno storico accordo tra MLDI e Ossigeno è nato lo ‘Sportello Legale di Ossigeno’ coordinato dagli avvocati Andrea Di Pietro e Valerio Vartolo. MLDI è un’organizzazione non governativa che ha sede a Londra e aiuta giornalisti, bloggers e cronisti indipendenti di tutto il mondo a difendere i loro diritti. Questo fondamentale sostegno consente allo Sportello di Ossigeno di fornire assistenza legale gratuita a giornalisti che sono gravati da procedimenti giudiziari (civili e/o penali) o che intendano intraprendere iniziative giudiziarie a tutela del diritto di esercitare liberamente la professione di giornalista, soprattutto ai freelance e in quei casi dove manca l’editore”.
Se per un giudice occorre sempre più andare a Berlino, per sperare in un avvocato meglio fare un salto a Londra.
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