La Campania, terra in cui si commette ben il 43% dei reati ambientali dell’intera penisola, è l’unica regione d’Italia in cui l’Arpa non ha compiti né poteri di polizia giudiziaria. L’impressionante dato è emerso ieri dall’incontro pubblico “Bonificare la politica, bonificare il territorio – La nuova legge sugli ecoreati” promosso a Giugliano dall’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto.
Ad indicare il dato è stato nel suo intervento – lucido e veemente come sempre – l’oncologo Antonio Marfella, medico per l’ambiente e attivista della Terra dei Fuochi, giunto all’incontro insieme a don Maurizio Patriciello, parroco coraggio di Caivano. Non meno appassionato l’intervento di don Patriciello a difesa di una popolazione decimata da malattie connesse all’inquinamento ambientale, una moria che colpisce soprattutto i bambini e carica di lutti l’intera comunità. «Perché – hanno polemicamente domandato alle tante autorità inquirenti in sala Patriciello e Marfella – non si dà seguito alla nostra richiesta di tracciare con un codice a barre ogni tipo di prodotto industriale o artigianale prodotto su queste terre? Dove andranno ad essere sversati stasera, domani e dopodomani – hanno chiesto ancora, per fare un esempio – i residui tossici della lavorazione dei pellami che avviene, spesso clandestinamente, in queste zone?».
Ancor più clamorose le rivelazioni di Marfella sulle tante denunce presentate nel corso degli anni da decine di migliaia di cittadini di queste terre a diverse Procure (Napoli, Nola, Santa Maria Capua Vetere), delle quali sono si è mai avuto alcun esito né notizia.
Molte novità sono emerse intanto dal confronto dei magistrati con la popolazione di Giuliano, giunta numerosissima e partecipe ad affollare l’aula magna dell’Istituto Maristi, che ha ospitato l’incontro. Secondo Alessandro Milita, pm della DDA di Napoli impegnato da vent’anni a contrastare i reati ambientali, l’unica strada per effettuare le indispensabili bonifiche sarebbe quella di trarre le risorse necessarie a mettere in sicurezza i territori dalle confische a danno dei responsabili di crimini ambientali. Si tratta però – ha fatto notare Milita – di una strada percorribile solo teoricamente, visto che la normativa non consente confische prima delle sentenze definitive ed anche la nuova legge, pur apprezzabile per lo sforzo compiuto nell’inserirla all’interno dell’ordinamento, addirittura prevede pene gravi sono in caso di reati dolosi, tagliando praticamente fuori dalle responsabilità una lunga serie di ipotesi delittuose di tipo “colposo”.
Di analogo tenore l’intervento di Cesare Sirignano della Direzione Nazionale Antimafia, giunto a Giugliano da Roma, il quale non ha mancato di fare un accenno alle recenti parole del commissario Anac Raffaele Cantone sui fatti di Roma. «In questo Paese – ha dichiarato Sirignano – gli anticorpi non li ha nessuno, tanto sono estesi e diffusi i fenomeni corruttivi. La legge anticorruzione risolve solo in parte il problema – ha incalzato Sirignano – e lo stesso si può dire per la nuova normativa sugli ecoreati, fermo restando che reati ambientali e corruzione sono due fenomeni strettamente connessi».
Sarcastico ma realista il presidente di Cassazione Antonio Esposito che, dopo aver passato rapidamente in rassegna gli ultimi casi di ecomafie esaminati dalla Suprema Corte, in riferimento al titolo del convegno ha affermato che, a suo giudizio, la politica non ha alcuna intenzione di eseguire le bonifiche, «né tanto meno di essere bonificata».
A difendere la nuova norma c’era però Salvatore Micillo, parlamentare del 5 Stelle, membro della Commissione Ambiente alla Camera ma soprattutto, nonostante la giovane età, attivista di lungo corso in difesa del suo territorio, Giugliano. «Si tratta – ha detto Micillo – di una legge certamente perfettibile, ma ricordo che era ferma da anni per le grosse resistenze incontrate fino all’ultimo». Il riferimento era naturalmente alle polemiche di Confindustria, battutasi da sempre per ostacolare il varo delle nuove norme.
Soddisfatto, dopo tre ore abbondanti di confronto acceso tra pubblico e relatori, il segretario nazionale della Caponnetto Elvio Di Cesare, che ha organizzato l’incontro in collaborazione con Voce delle Voci onlus e con l’Associazione Nazionale Carabinieri di Giugliano. Durissimo come sempre il suo indirizzo di apertura, nel quale Di Cesare ha tuonato contro quella rete di omertà e complicità diffuse che ha consentito il silenzio delle istituzioni e della stessa magistratura per anni, fino allo scempio ambientale che si registra oggi su queste terre, con indici di mortalità alle stelle.
Parole rassicuranti invece, quelle di Emilio Di Marzio, portavoce del governatore Vincenzo De Luca e da questi inviato all’incontro come suo delegato. «Le ecoballe (6 milioni di tonnellate stoccate a Giugliano, Taverna del Re, ndr) rappresentano una priorità assoluta nell’azione di governo di Vincenzo De Luca – ha detto Di Marzio – ed il piano per lo smaltimento, attraverso una triplice metodica, è stato già messo a punto».
Staremo a vedere. Si registrano intanto altri interventi accesi di diverso tenore, quali quello del sindaco di Giugliano Antonio Poziello, che ha patrocinato il convegno ed ha preso parte ai lavori fino alla fine. Poziello ha lamentano l’assoluta mancanza di risorse pubbliche per affrontare, relativamente alle sue competenze di sindaco, le bonifiche più urgenti, a cominciare da quelle sui tanti sversamenti di un materiale killer come l’amianto. Preoccupazioni riprese dal comandante provinciale del corpo forestale dello Stato, colonnello Angelo Marciano, il quale non ha però fatto mancare le sue rassicurazioni: «tanto resta ancora da fare – ha detto – ma la sinergia attivata tra Forestale, Polizia giudiziaria e istituzioni locali sta già dando buoni risultati».
Last but not least, il sindaco di Bacoli Josi Della Ragione, giunto verso la fine per testimoniare come una sana mobilitazione civica per il bene comune possa riuscire ad esprimere un primo cittadino al servizio del territorio e dell’ambiente. Su tutti, il vescovo di Aversa Angelo Spinillo, che ha ripreso le parole lanciate da Papa Francesco per il Sinodo ed ha benedetto l’incontro nel segno della misericordia.
Un grande successo per tutti, anche grazie alla presenza di numerosi cronisti in sala e alle telecamere di Rai (con Fabrizio Feo) e di Julie Italia, che sull’evento ha realizzato in tempo reale e mandato in onda già ieri sera una puntata speciale del seguitissimo talk d’inchiesta “Il Corvo”, condotto da Rita Pennarola, moderatrice dei lavori il 30 ottobre a Giugliano.
Nella foto di apertura, da sinistra, i magistrati Salvatore Milita, Antonio Esposito e Cesare Sirignano.
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