Gli assi nella manica di Bassolino ari-sindaco di Napoli, con un Cascetta nel motore

“Se il buongiorno si vede dal mattino a Napoli il prossimo sindaco sarà Bassolino”. E’ il ritornello che gira con sempre maggior frequenza nei corridoi del Nazareno, intasati di spifferi e nomi nel tourbillon dei candidati per le poltrone di sindaco nelle tre grandi città chiamate al voto di primavera, Milano, Roma e, appunto, Napoli, dove a quanto pare il ritorno al passato, nel nome di zar Antonio, già plurisindaco della città partenopea e Governatore della Campania, è tra gli scenari più gettonati.

Per i bookmakers contano alcuni fatti. Freschi freschi. In primo luogo la recentissima investitura del napoletano Ennio Cascetta come braccio destro di Graziano Del Rio al ministero delle Infrastrutture. E’ stato appena nominato, infatti, a capo della Struttura tecnica di missione, la poltronissima occupata per un quindicennio dal mega burocrate Ercole Incalza, il deus di tutte le infrastrutture e appalti pubblici, finito mesi fa nel ciclone giudiziario per i lavori dell’Alta velocità e non solo. “Non più gestione diretta degli appalti e dei progetti – commentano al ministero di Porta Pia – ma soprattutto un ruolo di programmazione e monitoraggio. E poi trasparenza e lotta alla corruzione, come il sottosegretario ha più volte sottolineato”. In quest’ottica, il profilo professionale e i trascorsi politici hanno giocato un ruolo fondamentale.

Cascetta è stato la vera eminenza grigia di palazzo Santa Lucia per tutti gli anni del regno di Bassolino: ufficialmente l’Uomo dei Trasporti, ruolo già super strategico, in realtà vero regista di tutta la programmazione economica regionale. Un curriculum lungo mezzo chilometro, amicizie giuste nei posti giusti, Cascetta è il padre del sistema campano dei trasporti, del biglietto Unico, e soprattutto del Metrò a Napoli, inaugurato qualche mese fa in pompa magna per lo sbarco a piazza Municipio, vis a vis col Comune, alla presenza proprio di Del Rio, ancora vice di Renzi (e quindi in procinto di diventare ministro). Scattò allora il feeling? Ossia nell’ammirare “la metropolitana più bella del mondo”, come ha sempre gonfiato il petto Cascetta e ripetuto De Rio al taglio del nastro? Peccato che, a parte le prestigiose (e superpagate) opere pittoriche e architettoniche, si tratti dell’opera pubblica più cara al mondo (quasi 400 milioni di euro a chilometro), peggio partorita (con progetti arraffazzonati e addirittura senza Via, nella prima fase, ossia la obbligatoria Valutazione d’impatto ambientale), gran gioia per mattonari, subappaltatori e anche imprese di camorra.

Ma Cascetta è un Grande Tecnico, e potrà certo progettare i più innovativi trasporti della Nuova Italia targata Speedy Renzi.

Non è finita. Perchè da un trasporto all’altro eccoci a Torino, dove detta legge il Verbo di Roberto Barbieri, una vita ai vertici dell’industria privata e parastatale (Finmeccanica, Montedison, Ferrovie dello Stato), deputato nel 1996 e poi nel 2001, quindi senatore nel 2006 fra le fila dei Pds-Ds-Pd, per tre anni (dal 2010 al 2013) ha guidato l’azienda torinese dei trasporti, GTT spa, e dal 2013 è al timone, come amministratore delegato, della società (Sagat spa) che gestisce l’aeroporto di Caselle a Torino.

Ma ai tempi di Bassolino sindaco a Napoli, e soprattutto nei “felici” primi anni di palazzo San Giacomo, a partire dal 1993, è stato l’alter ego del sindaco per tutte le questioni di carattere economico, il “finanziere” del municipio rosso (sic): sua la prima privatizzazione di un aeroporto in Italia (con Capodichino che passa sotto il controllo della British Airport Authority) e la prima emissione obbligazionaria di un comune italiano sul mercato finanziario Usa: i “San Giacomo bond”, come li hanno subito battezzato, gridando al miracolo stile San Gennaro, le truppe bassoliniane.

Ciliegina sulla torta, il fresco arrivo, come commissario straordinario per Bagnoli, del Super Burocrate ministeriale Salvatore Nastasi: che durante il Governatorato Bassolino a palazzo Santa Lucia ha ricoperto la carica di commissario per il rilancio del Teatro San Carlo, spendendo una sessantina di milioni di euro per lavori interni, mentre le facciate sono eternamente “intubate” (per la gioia dell’impresa che fitta i tubi “d’oro” non per mecenatismo, ma a suon di vagoni d’euro).

Allora, arieccoci con un Bassolino nel motore. E Napoli vola…

 

Nella foto, Antonio Bassolino con Ennio Cascetta 

 


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