Difesa e dignità per i giornalisti mandati al macero – Grazie, Ossigeno!

Da oggi i giornalisti vittime delle mafie – quelle che sparano e le altre, non meno pericolose, quelle istituzionali – hanno uno strumento in più: non solo per potersi difendere, ma soprattutto per sentirsi meno soli in uno Stato che punisce troppo spesso i suoi servitori. Grazie all’impegno di Alberto Spampinato, tenace simbolo di affermazione della libertà di stampa, apre i battenti a Roma un nuovo sportello per la difesa legale gratuita dei giornalisti, che nasce dall’intesa fra Ossigeno per l’informazione, lo storico sito fondato da Spampinato, e Media Legal Defence Initiative, la ONG britannica che aiuta i reporter di tutto il mondo a difendere i loro diritti.

Schermata 2015-09-30 alle 19.57.12Allo “Sportello Legale di Ossigeno”, coordinato dagli avvocati Andrea Di Pietro e Valerio Vartolo, troveranno sostegno i giornalisti cui l’editore non fornisce assistenza legale, i blogger, i cronisti precari e i collaboratori esterni pagati pochi euro. «MLDI – spiega Spampinato – è un’organizzazione non governativa che ha sede a Londra e aiuta giornalisti, blogger e cronisti indipendenti di tutto il mondo a difendere i loro diritti. Oggi il fondamentale sostegno di MLDI consente allo Sportello di Ossigeno di fornire assistenza legale gratuita a giornalisti che sono gravati da procedimenti giudiziari, civili e/o penali, o che intendono intraprendere iniziative giudiziarie a tutela del diritto di esercitare liberamente la professione di giornalista, mi riferisco soprattutto ai freelance e ai casi in cui manca l’editore».

La copertura totale delle spese legali da parte dello Sportello Legale di Ossigeno sarà assicurata previa approvazione di MLDI, «la quale eserciterà tale diritto secondo criteri discrezionali improntati alla individuazione di casi considerati strategici per gravità e risonanza mediatica».

Speciali sostegni, poi, sono stati messi in campo anche per coloro che non potranno ottenere assistenza gratuita e copertura totale delle spese legali prevista dall’accordo Ossigeno-MLDI: in base allo spirito solidaristico dell’iniziativa, riceveranno dai legali di Ossigeno, esperti in diritto dell’informazione, consulenza e assistenza legale a tariffe convenzionate.

Media Legal Defence Initiative non è solo un presidio di assistenza legale, ma rappresenta ormai un baluardo per il fondamentale diritto dei cittadini a ricevere un’informazione non condizionata dai poteri forti e deviati, compresi quelli istituzionali. Fra le più recenti iniziative della ong britannica, spicca ad esempio il nuovo “Manuale sul diritto europeo relativo al reato di diffamazione”, messo a punto da MLDI in collaborazione con il “Presse Institute” e presentato nei giorni scorsi come «un nuovo, potente strumento per difendere il diritto dei media europei a riferire su questioni di interesse pubblico».

Schermata 2015-10-01 alle 18.14.58Non ha bisogno di parole la figura di Alberto Spampinato, tanto è ormai noto il coraggio delle sue battaglie, se non per ricordare che è stato ripubblicato da pochi giorni in versione aggiornata il suo libro, quello da cui è nata la straordinaria avventura di Ossigeno. Si intitola  “C’erano bei cani ma molto seri. Storia di mio fratello Giovanni ucciso per avere scritto troppo” ed è distribuito  dal quotidiano Il Sole 24 Ore nella collana “Ora legale” diretta da Roberto Galullo.

Spampinato ricostruisce la vita e l’attività professionale del giovane fratello, cronista de L’Ora, ammazzato a Ragusa nel 1972 all’età di 25 anni con sei colpi a bruciapelo. Per la sua morte non ci sarà mai giustizia su questa terra. «Capii solo allora – scrive Alberto Spampinato – che non era arbitrario chiamare mafia quel miscuglio di insabbiamenti, depistaggi, contrabbando, traffici illeciti, trame nere, oscuri moventi, sentenze di favore». La ricostruzione delle circostanze in cui maturò il delitto, con tutte le inadempienze della magistratura, la disattenzione della politica e della società civile, e l’isolamento della vittima, fanno di questo libro la più cruda testimonianza di che cosa possa essere ancora oggi il giornalismo d’inchiesta in Italia.

 

ITALIA PERSEGUE, EUROPA CHIAMA

E se nel nostro Paese tanti giornalisti che lottano contro le mafie vengono puniti con sentenze di condanna in tribunale, al punto da rendere provvidenziale il nuovo Sportello di Ossigeno, per fortuna l’Europa, che pure non è certo la patria delle camorre, conta proprio sulla stampa indipendente per sostenere e diffondere le più innovative e coraggiose iniziative di contrasto al crimine organizzato. Non solo quello – par di capire – che una volta usava le lupare.

La Voce delle Voci, fatta da giornalisti mandati al macero dalla ‘giustizia’ italiana e perseguitati come pericolosi boss, ha ricevuto l’invito alla “Settimana europea di lotta contro il crimine organizzato”, che si aprirà il prossimo 16 novembre a Bruxelles, presso l’Istituto italiano di cultura in Rue de Livourne 38.

Il ciclo, che nasce sotto il patrocinio del Comitato economico e sociale europeo (CESE) e di “Cultura contro camorra” (CCC), sarà inaugurato dalla conferenza-dibattito sul tema “Il ruolo della società civile nella lotta contro il crimine organizzato”. «E’ prevista – si legge nel programma – la presentazione di esperienze di lotta». Nella stessa giornata partirà l’esposizione permanente di prodotti confiscati alle mafie.

Seguiranno iniziative come la conferenza-dibattito su “L’utilizzo dei beni confiscati a fini sociali e culturali”, cui prenderanno parte personalità quali Elly Schlein, presidente dell’intergruppo “Integrità, trasparenza, lotta contro la corruzione e criminalità organizzata”, esponenti del Parlamento europeo e di Ccc, con la partecipazione di altre autorità nazionali ed europee. A seguire, la consegna dei premi Giovanni Falcone 2015 (http://prixfalcone.com/), organizzata da due sigle per la difesa dei diritti dell’Uomo: l’AFREDH e l’associazione “Justice & Démocratie”.

Vale la pena di scorrere ancora il programma per capire quanti punti di orgoglio, di efficienza e di dignità l’Europa è in grado di dare a terre come la Campania, la Calabria e la Sicilia, dove ormai, oltre alla mafia, a tenere banco sono i commercialisti dell’antimafia, con le loro borse cariche di bonifici. Secondo giorno a Bruxelles, dunque. Mercoledì 18 novembre si parte alle 10 con la conferenza-dibattito “L’economia del crimine in Europa”, cui intervengono membri del CESE, dell’Intergruppo, del Parlamento europeo, oltre a «protagonisti della società civile e responsabili di altre Istituzioni europee e nazionali». In serata, dibattito su “Pio La Torre, uomo di Stato, per una lotta più efficace e per strumenti più efficienti a livello europeo!”, con Vito Lo Monaco, presidente del Centro culturale Pio La Torre e Franco La Torre, che presenterà il libro “Sulle ginocchia”.

Ci fermiamo qui, benché il programma (che si trova in versione integrale su www.culturacontrocamorra.eu), sia ancora ricco di stimoli, specie per i tanti parolai di casa nostra.

Sarà ben difficile che la Voce, ridotta allo stremo da una sentenza civile di primo grado nella causa azionata dagli amici di Antonio Di Pietro, possa partecipare in carne e ossa a Bruxelles. Ma è bello che si siano ricordati, almeno loro, di invitarci a testimoniare per il nostro impegno antimafia.

 

 


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