Si chiama Mhemet Ciplak, è il poliziotto turco che ha raccolto il corpicino di Aylan sulla spiaggia, lambito dal mare. L’emozione per l’immagine che lo ritrae mentre stringe al petto il piccolo, morto prima di concludere il viaggio della speranza, ha aperto i cuori di milioni di persone e indotto l’Europa a considerare l’accoglienza all’esodo dei migranti un obbligo morale, un’occasione di solidarietà interpretata da migliaia di persone con iniziative diffuse di assistenza. Il sentimento di fratellanza con chi lascia la propria terra per sfuggire alla morte e alla miseria disperata è ormai ampiamente condiviso e fa ribrezzo il post su Facebook di un giovane di ventisei anni che su Aylan ha scritto “Noi (ma noi chi? ndr) non lo piangiamo, ma celebriamo. Un rifugiato non basta”. Per fortuna è stato possibile rintracciare l’autore di questa dichiarazione immonda e arrestarlo. Peccato che non sia stato rivelato il nome, sul suo sito sarebbe stato possibile inviargli messaggi di disprezzo e disgusto.
Renzi e la destra
Renzi, dal palco della Festa dell’Unità, sul totalizzante tema dell’emigrazione ha detto: “Non c’è il Pd contro le destre, ci sono umani contro le bestie”. Esplicito il riferimento a Salvini, alla destra e a Grillo, quest’ultimo sostenitore dell’intransigenza razzista dell’Ungheria di Orban. Renzi gli oppone l’invito di tornare a essere umani e commenta “Se il modello da condividere è quello dell’Ungheria noi siamo orgogliosamente un’altra cosa, il problema dei migranti è una sfida di umanità e il Pd è contro la destra. Umani contro bestie”.
Applausi come fischi
Salvini replica con l’abituale arroganza. “Io sono una bestia ma lui è un clandestino”. E Forza Italia si accoda chiamando Renzi asino. Sullo sfondo gli applausi dei tedeschi all’arrivo dei migranti, la gara per rifocillarli, fornire vestiti, assistenza e Mazziotti, presidente della commissione Affari Costituzionali, commenta: ”gli applausi sono fischi per Salvini”. “Esponente di una destra fanatica e razzista” aggiunge Cicchitto di Ncd. Mentre è aperta la gara di solidarietà europea ai profughi, il premier ungherese Orban, che ha consentito a migliaia di migranti di raggiungere l’Austria, quasi certamente per liberarsene, chiede che l’Europa chiuda le frontiere e ordina che sia completato il muro di separazione lungo il confine con la Serbia, per impedire, anche con l’intervento militare, il transito verso l’Austria e la Germania. Molti ungheresi dissentono e si prodigano per alleviare i disagi dei migranti. Un chiaro segno di discontinuità rispetto alle scelte razziste del premier.
In armi per liberare la Siria
Qualcosa si muove anche sul fronte di possibili interventi militari che mettano fine alla guerra in Siria, il Paese da cui fugge la maggior parte dei profughi. Il premier inglese Cameron dichiara di essere pronto a combattere l’Isis in quel martoriato Paese, abbandonato non solo da povera gente ma anche da giovani laureati, professionisti, uomini e donne del ceto medio, i migranti inizialmente “preferiti” dalla Germania.
Bergoglio: ogni parrocchia ospiti i migranti
Nessuna sorpresa. Nello slancio di solidarietà che sembra aver toccato i cuori degli europei era atteso il pensiero di papa Francesco e si è puntualmente rivelato: l’appello “Che ogni parrocchia, comunità e santuario, accolgano e assistano una famiglia di profughi” si estende a sacerdoti, comunità, santuari. Per dare il buon esempio la direttiva sarà presto attuata dalle due parrocchie del Vaticano.
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